20 - look at me

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La professoressa si liscia la gonna blu mare con le mani prima di iniziare a far saettare i suoi occhi da una parte all'altra della classe, cercando qualcuno che inizi ad esporre le proprie considerazioni.

Nonostante quest'idea del dibattito mi piaccia tanto, mi ritrovo a farmi piccolo e piccolo nel mio maglione e sperare con tutto me stesso che non mi chiami.

La presenza di Jungkook e la mia evidente stanchezza rendono il tutto più difficile, non sarei poi così in grado di fare un discorso sensato e significativo.

«Vediamo... » proferisce l'insegnante, mettendomi ancora più ansia. «Jeon? Vuole iniziare lei?» il suo sorriso sbilenco verso Jungkook stranamente mi da fastidio.

Guardo il ragazzo al mio fianco, che sospirando si raddrizza sulla sedia.
Il mio sguardo cade pericolosamente sui suoi bicipiti muscolosi che si contraggono a quel movimento, e subito mi affretto a distoglierlo.

Jungkook sembra completamente rilassato e tranquillo. Deve anche lui aver visto questo film tempo fa, proprio come me.

«Beh, che posso dire...» afferma, intrecciando le dita sul banco e mordendosi poi, il labbro inferiore.

La mia mano destra mi ricade sulle gambe, e stringo più che posso il bordo della mia felpa perché sto letteralmente impazzendo.

Non appena comincia fluidamente a parlare, mi sembra di star ascoltando un'altra persona.

Le parole che utilizza sono così... eleganti, e accurate. Discute di tutte le azioni più salienti del film, dando perfettamente il suo parere più sincero. Parla dei particolari più invisibili, o della modalità di registrazione adottata da Steven Spielberg.

Esamina anche il significato dato dal cambio di colore delle scene: il bianco e il nero per la maggior parte del film, tralasciando l'incipit iniziale, mentre nel finale troviamo una maggiore luminosità simbolo della libertà ritrovata.

Quando termina il suo ragionamento, tutta la classe è senza parole.
Persino la professoressa, che con la bocca mezza spalancata, sbatte ripetutamente le palpebre. «Eccezionale, Jeon. Davvero... le faccio i miei complimenti. Ha una grandissima capacità di analisi» dichiara, emozionata.

Jungkook le sorride a stento, pare essere anche un po' annoiato da tutte quelle avances che sentirà spesso, deduco.

Successivamente la donna chiama una ragazza, seduta dall'altro lato della classe.

«Come-come cavolo hai fatto?» mormoro, lo shock ancora presente in me per il suo meraviglioso modo di parlare.

«A fare cosa?» borbotta Jungkook, girandosi completamente verso di me.

Noto come delle ciocche di capelli gli ricadono sugli occhi grandi, e avrei quasi la voglia di scostarglieli dal viso.

Oh, ma che diavolo penso!

«Sembrava che l'avessi prodotto tu il film» spiego, provocandogli un risolino. «Sapevi anche i più piccoli dettagli...»

«So stupire in tanti modi, io» ribatte, appoggiando la guancia sulla mano e dandomi una lunga occhiata che mi ruba il respiro.

«E con questo che vorresti dire?» borbotto, ritornando pian piano a sentirmi in imbarazzo.

«Oh, Jiminie...» perdo un battito alla sua voce bassa che pronuncia il mio nome. «... interpretalo come vuoi tu» pronuncia.

Thirst For You | kookminWhere stories live. Discover now