28 - worthless apologies

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Mi chiudo la porta di casa alle spalle, il tonfo che ne proviene rimbomba nell'ingresso completamente spoglio, nell'abitazione perennemente sgombra.

Lo stomaco mi si chiude in una morsa stretta quando lentamente le mie gambe avanzano.

Poso le chiavi oscillanti per il mio tremore sul tavolo del salotto e mi dirigo in cucina, dove mi verso un bicchiere d'acqua per evitare di ritrovarmi privo di sensi sul parquet in legno scuro.

La mia testa è altrove, sembra che io non sia realmente rincasato.

Continuo a ripercorrere con la mente il momento cruciale, voglio... voglio solo smettere di pensare.

Vorrei che la sofferenza che sento scorrere in ogni parte del mio corpo si arresti una volta per tutte.

Con fatica salgo le scale ed entro in camera, il letto completamente sfatto per il mio ritardo attira subito la mia attenzione.

Le mie mani si poggiano lievi sulle coperte e le rialzano. Ed è così che ricomincio a fare il letto, tentando di distrarmi.

Ma una volta terminato mi rendo conto che ciò non basterà a rimettermi in sesto. Purtroppo, non è sufficiente.

Mi tolgo la felpa completamente bagnata e l'appoggio sulla sedia della mia scrivania. Così faccio con il resto degli indumenti che ho indosso, per poi infilarmi i vestiti più larghi che possiedo per stare comodo.

Sto chiudendo l'armadio quando i miei occhi si perdono nello specchio posto sulle ante. Il mio sguardo finisce sul mio viso, l'unica parte di me ora visibile.

Ho la faccia completamente rossa per il freddo, le labbra dello stesso colore per quando le ho torturate in queste ore.
I capelli sono tutti annodati e ormai quasi asciutti, i miei occhi invece... riflettono perfettamente come mi sto sentendo adesso.

Vuoto. Spento. Solo...

Distacco gli occhi dallo specchio solo quando sento qualcosa di caldo sulle guance. Nel momento in cui appuro che sto piangendo, sento gli ultimi bricioli di forza che mi erano rimasti frantumarsi davanti a me.

Fisso le lacrime che mi scorrono sul viso, l'espressione su di esso che cambia, ma mi affretto ad asciugarle.

Non vorrei essere così. Non desidero essere tanto debole e fragile; anche se cerco di auto convincermi di non esserlo, anche se cerco di risultare diverso davanti agli altri... io non sono forte.

Scivolo con la schiena per terra, mi abbraccio forte le ginocchia desiderando che fossero qualcuno su cui poter contare e un lamento mi esce dalle labbra, facendo da prova del mio dolore.

Non sono in grado di cessarlo, non riesco a smettere di riflettere sul fatto che io stessi per morire.

Forse... forse è perché da una parte... avrei voluto che succedesse.

Avrei voluto che tutto finisse e io non dovessi più lottare contro le mie paure.

Ma poi una persona ha messo in gioco la propria vita per salvare la mia.

Qualcuno ha messo al primo posto la mia vita, invece che la propria.

Jungkook ha cambiato il destino, facendomi capire che non è mai tardi per cambiare le cose.

«J-Jungkook...» esce sotto forma di sussurro dalle mie labbra, perché alla fine di tutto mi rendo conto che in questo momento vorrei che ci fosse lui qui con me.

Thirst For You | kookminWhere stories live. Discover now