18 - i'm with you

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Con gli occhi ancora mezzi chiusi per il sonno, cammino a passi troppo lenti per la solita stradina della città che adotto ormai giornalmente per arrivare a scuola.

Ieri pomeriggio dopo aver finito le lezioni ed essere tornato a casa, sono letteralmente crollato sul letto, sprofondando in un sonno profondo che mi ha completamente rovinato la nottata.

Infatti una volta risvegliatomi ho mangiato soltanto un boccone per non stare a stomaco vuoto, e il resto della notte l'ho passato a contemplare il soffitto con gli occhi più aperti che mai.

Ed eccomi qui, ora, versione zombie, che mi inoltro nella caffetteria vicino alla scuola e per poco non sbatto la testa alla porta per la distrazione.

«Jimin-ah! Ma che hai?» alzo lo sguardo assonnato e incontro quello luminoso e vivace di Hoseok, che mi guarda da sotto le ciglia ridacchiando.

«Eh? No, nulla di che. Ho passato una nottataccia» ammetto facendo una smorfia.

Mi accomodo davanti a lui e di fianco a Soonah, che stranamente sorride alla mia vista.

«Troppe ragazze che ti stressano?» mi burla Taehyung sghignazzando, e un risolino imbarazzato mi esce dalle labbra mentre appoggio la guancia sulla mano.

«Cazzo, amico. Se non hai nemmeno la forza di contraddirmi vuol dire che stai messo proprio male» continua, ma io ho già serrato un'altra volta gli occhi ricadendo nel fantastico mondo dei sogni.

«Forse...» borbotto, nella stessa posizione. «... forse ho bisogno di un caffè»

«Tu dici?» mi burla giocosamente Soonah, e io apro un occhio per vederla alzare la mano e chiamare la cameriera.

Accidenti, la cameriera.

Quando si avvicina al tavolo sono di nuovo sveglio, più o meno, e noto che oggi indossa un grosso felpone rosso a collo alto che la copre fin troppo.

Subito ripenso a ieri mattina: aveva una canotta blu ben differente dal capo che indossa oggi.
Tutto ciò continua ad essere assolutamente strano e spaventoso.

Ecco che sfodera nuovamente quel sorriso tirato, la mano che mantiene il block-notes che trema leggermente.

Quando il suo sguardo arriva a me la vedo deglutire con forza e sbattere le palpebre gonfie.

«Solo un caffè, grazie» le chiedo, e lei mi guarda un'ultima volta per poi sparire dietro il bancone.

Quello sguardo... sembrava così necessitante d'aiuto.

«Sempre peggio...» mormora Taehyung, scuotendo la testa preoccupato.

«Siete sicuri di voler andare a parlare con il fratello? Vi ripeto che posso avvisare mio padre, ragazzi» ribadisce Minso un po' troppo ad alta voce, e Soonah le punzecchia un fianco per farle capire di abbassarla.

«Si... e no, Minso. Per ora ce ne occuperemo noi, non sappiamo quanto sia pericolosa la persona che la sta riducendo così» conferma Hoseok. «Se ci muoviamo lentamente, e di nascosto, sono sicuro che riusciremo a capire cos'ha. È orribile vederla in questo stato»

«Già...» concordo, sospirando.

Il resto della colazione prosegue silenziosamente.

Siamo tutti abbastanza turbati, e soprattutto maturi da capire che scherzare troppo quando c'è una ragazza messa tanto male a pochi metri da noi non è l'atteggiamento migliore del mondo.

Una volta usciti dal locale ci avviamo a scuola insieme, poi ci salutiamo in corridoio poiché ognuno deve prendere una via diversa.

Hobi, però, si trattiene con me e si passa nervosamente una mano tra i capelli.

«Jimin» - mugugna - «volevo solo dirti che se per te tutta questa situazione risulta troppo... rischiosa, non sei obbligato a seguirla con noi. Ti capir-»

«Ma non dirlo neanche per scherzo!» sbotto, ancora con la voce mezza impastata.

Prendo un grosso respiro e le parole iniziano a fluirmi veloci dalle labbra, senza che io riesca a controllarle. Forse, la necessità di parlarne con qualcuno è più forte di quanto io creda.

«Sai, quelle uniche volte che passavo con i miei genitori e non con una baby-sitter, mi portavano alla centrale dei vigili del fuoco con loro lasciandomi su una stupida sedia.» rivelo. «Sono abituato a sentire chiamate disperate, persino urla di persone che telefonano mentre le fiamme le stanno divorando» dico, ricordando quei momenti atroci e percependo gli occhi inumidirsi leggermente.

«E nel frattempo che i miei genitori e altri pompieri si buttavano sul camion per salvarli, io rimanevo lì, sempre su quella sedia, ad osservare come le lancette dell'orologio si muovevano mentre questa gente moriva»

Hoseok ha la bocca semi aperta, che subito copre con la mano quando le emozioni suscitate dai miei ricordi gli bagnano gli occhi come me.

«Avevo solo dieci anni eppure dovetti crescere come se ne avessi avuti molti di più» abbasso lo sguardo, guardandomi i piedi.

«Ora che mi sono trasferito qui la situazione è ancora più critica e sicuramente non resterò con le mani in mano come un tempo» - assicuro - «Quindi farò tutto ciò che posso per aiutarla»

Quando guardo Hoseok vedo che piccole lacrime gli si sono formate intorno agli occhi, il labbro rossiccio per quanto lo stringeva con i denti.

Prima che io possa dire altro mi tira in un abbraccio, stringendomi forte a sé.

«Se-se hai bisogno di me, io ci sono, sempre.» mormora tra i miei capelli, e io presso forte le palpebre per non piangere.

Non mi ha detto quel solito "mi dispiace", ma mi ha garantito la sua presenza.

«Grazie» rispondo sul punto di scoppiare, ma la campanella ci ricorda che le lezioni stanno iniziando e siamo costretti a separarci.

«O-okay» balbetta, asciugandosi gli occhi e lasciandosi sfuggire un sorriso. «Oddio sei... sei veramente riuscito a farmi piangere, Jimin-ah» si lamenta.

«Si ma ormai è acqua passata» gli garantisco, alzando le spalle. «Volevo solo che tu lo sapessi»

Vedo i suoi occhioni scuri bagnarsi ancora e io scoppio a ridere.

«Hobi ti prego ora basta!» lo stringo forte un'altra volta prima di lasciarlo.

«Si, la smetto. È solo che oltre ad essere un figone sei anche così coraggioso» tira su col naso. «Sono invidioso»

«Ma vai in classe che la professoressa ti segna il ritardo sennò» gli do uno spintone scherzoso e lui fa finta di essersi ferito a morte.

«Però sei anche aggressivo» replica, scuotendo la testa.

Rido, e non appena si volta, giro i tacchi anch'io per raggiungere il mio club, stavolta con l'animo un po' più leggero.

Solo mentre penso a come poter dormire in aula senza essere notato, mi viene in mente una cosa che mi fa battere il cuore più velocemente.

Sto per rincontrare Jungkook.

Thirst For You | kookminDove le storie prendono vita. Scoprilo ora