16 - eavesdropping

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È esattamente l'una e venti, ciò significa che ho ancora dieci minuti prima che la campanella effettiva che segna l'accesso alla mensa suoni.

Oggi non ho particolarmente fame, quindi decido di non presentarmi presto come ho fatto ieri ma di passare in segreteria per risolvere il piccolo problemino di orari.

Il corridoio stranamente si svuota in fretta, e non potrei esserne più sollevato.

Rimangono soltanto poche persone che probabilmente come me si recheranno più tardi a pranzare.

Per una volta riesco ad orientarmi come si deve, e con mia grandissima fortuna trovo attaccata al muro una piantina della scuola.

Mi fermo un attimo per consultarla e scovare dov'è che si trova questa dannata segreteria; per buona sorte non è per niente lontana da qui.

Sto per incamminarmi ancora una volta quando delle voci fermano sul momento le mie gambe.

Sbircio dietro il muro, verso destra, e non appena scorgo Jungkook e Jin mi catapulto alla velocità della luce nel posto che stavo occupando poco fa, poggiandomi una mano sul petto.

Le loro voci sono estremamente basse, fatico ad udire ciò che sta animando la loro conversazione che a quanto pare non sembra poi così pacifica.

Mi spavento quando Jungkook alza improvvisamente il tono della voce, ma la voglia di sapere di cosa stanno discutendo prende il sopravvento.

Con passo felpato mi avvicino più che posso al bordo del muro, e mi affaccio giusto quanto basta per vederli.

«Tu non sai in che guaio ti stai mettendo» sento dire da Jungkook. «In che guaio stai mettendo tutti noi»

Jin lo fissa come se volesse fulminarlo con gli occhi.

«Jungkook, sta' calmo. Ho tutto sotto controllo» replica.

«Che cosa?» La risata amara di Jungkook mi fa rabbrividire. «Tu non hai un cazzo sotto controllo, Jin. E quello che ho visto ne è la dimostrazione»

«Smettila di parlarmi come se fossi un fottuto bambino. So quello che faccio» Jin si avvicina pericolosamente a Jungkook, avvicinando il viso al suo tanto che i loro nasi possono quasi sfiorarsi.

«Ascoltami bene» proferisce poi Jungkook, la voce così tanto profonda e intimidatoria che devo sforzarmi per udirla.
«Sei solo fortunato che sei mio fratello, e ti voglio bene. Per ora non dirò nulla a Yoongi, ma la prossima volta che rifai ciò che ho visto oggi giuro che non la passerai liscia. E sarò proprio io a fartela pagare»

Persino da questa distanza vedo l'espressione di Jin farsi più cupa, più dura, come se fosse sul punto di scoppiare.

Ma poi la campanella tintinna, ed entrambi sbattono le palpebre come se si fossero risvegliati e si allontanano di scatto.

Sussulto non appena si separano, e mi stacco subito dalla parete.

Devo andarmene, e anche subito.

Non so cosa pensare, non ne ho veramente idea.

So che non mi sarei dovuto immischiare nei loro fatti, ma come potevo resistere?

Mentre riprendo a camminare verso la segreteria penso alle loro parole, non trovandone però un senso.

Jin ha fatto qualcosa? E Jungkook si è arrabbiato?

Non appena raggiungo la piccola stanza smetto di pensarci, non ne ho motivo, e soprattutto non ne ho diritto.

Saranno solo battibecchi tra fratelli, eppure quel "in che guaio stai mettendo tutti noi" mi fa dubitare molto della conclusione alla quale sono arrivato.

Qualcosa non quadra.

Thirst For You | kookminWhere stories live. Discover now