Damon Salvatore

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Sbatto la porta alle mie spalle nervosamente, sfilo i tacchi dai piedi e sciolgo i capelli. Il sangue mi ribolle nelle vene mentre ripenso alle parole che Damon ha detto ad Elena.

"Sei sempre stata tutto per me"

Stupida. Stupida. Stupida. Come ho potuto credere ai suoi occhioni azzurri mentre mi diceva che provava qualcosa per me? Come ho potuto fidarmi quando mi ha detto che tra loro era finita e che io ero quella giusta per lui? Mi verrebbe quasi da picchiarmi da sola. Sento suonare alla porta contro cui mi sono poggiata e lo so. Lo sento che è lui. Sono un vampiro ma non ho bisogno di usare nessun senso super sviluppato per capirlo.

Il campanello continua a suonare, imperterrito, e lo riesco quasi ad immaginare con la sua aria da stronzo che vuole solo avere la mia attenzione per usare le parole, quelle con cui è molto bravo, e convincermi a far pace. E io come una stupida crollerei ai suoi piedi. Ecco perché non posso aprirgli. Lo ignoro e salgo le scale per raggiungere la mia camera, il campanello ha smesso di suonare, magari ha rinunciato ed è andato via. Una parte di me spera sia così, ma l'altra, quella che purtroppo è in maggioranza, spera che abbia solo cercato un altro modo per entrare e provare a chiarire. Combattendo una battaglia interna sul possibile perdono mi tolgo il vestito che avevo comprato apposta per l'occasione, Caroline aveva organizzato una festa per il suo fidanzamento con Klaus ed io ero così felice per loro. Lo sono ancora, ma la rabbia al momento ha preso il sopravvento.

Porto le mani dietro la schiena per togliere il reggiseno quando altre due mani sfiorano le mie. Mi allontano girandomi velocemente, il cuore in gola mentre penso di aver fatto bene a sperare che non si arrendesse. Tremo quando incontri gli occhi chiari che da un po' sono al centro dei miei pensieri.

-Mi piaceva come stava andando a finire, non volevo spaventarti. Prego, continua!- prova a scherzare ma non sono dell'umore. Improvvisamente il sollievo di vederlo viene sostituito dal ricordo della rabbia che provo nei suoi confronti. Allungo la mano alle mie spalle, prendo il libro che tengo sul comodino e glielo lancio contro. Lo schiva facendolo finire contro il muro come se niente fosse.

-Non ti ho aperto per un motivo preciso. Non voglio vederti, sei pregato di andare via- ringhio con voce bassa, mi sforzo di tenere lo sguardo più duro e freddo possibile e quando lui prova ad avvicinarsi mi allontano indietreggiando ancora. Damon sospira alzando le mani in segno di resa

-posso sapere cos'ho fatto? Mi sembra che non fossi così arrabbiata con me qualche ora fa, prima che andassimo alla festa- ironizza accennando il suo mezzo sorriso. È serio? È davvero serio?

Ringhio tirandogli contro anche uno dei piccoli cuscini che tengo sul letto come decorazione, Damon lo afferra al volo e lo lascia cadere per terra. Sospira esausto. Non ha nessun diritto di essere esausto. Non dovrebbe neanche essere qui! Mi trattengo a stento dall'urlargli contro.

-Ti prego, piccola, parla con me- mormora tornando a guardarmi negli occhi, mi sfugge una risata. Ovviamente non è una risata divertita e lui se ne accorge.

-Non chiamarmi così. Anzi, non chiamarmi e basta. Vai via Damon- ordino freddamente indicandogli la porta, lui scuote la testa avanzando di nuovo, indietreggio perché se si avvicinasse ancora perderei il minimo di controllo e di dignità che ho con lui e non posso permettermelo.

-Credimi, mi sto controllando perché non voglio litigare con te e non voglio rovinare le cose. Ma sembra che tu ci stia pensando al posto mio- confessa quasi stancamente e io rido di nuovo, una risata forte e forzata. Smetto di indietreggiare e decido che la rabbia è maggiore rispetto all'amore che provo per lui e devo reagire. Avanzo verso di lui e lo vedo quasi pentirsi di ciò che ha detto.

-Io mi sto sforzando di rovinare tutto? Sei proprio sicuro Damon? Beh forse dovresti rivedere le tue priorità dato che mezz'ora fa stavi dicendo ad Elena quanto lei fosse importante per te, non credi?- domando duramente, l'indice puntato contro il suo petto mentre lui mi guarda divertito. La rabbia cresce ancora di più. Perché diamine ride adesso?!

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