Connor Rhodes

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aya9dbiri scusami tantissimo per il ritardo immenso ma come ho già detto sono in sessione d'esame all'università e con anche il lavoro ho poco tempo per scrivere. Spero comunque che ti piaccia! 🥰

Apro lentamente gli occhi ma devo sbattere le palpebre un paio di volte prima di mettere a fuoco il luogo in cui mi trovo

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Apro lentamente gli occhi ma devo sbattere le palpebre un paio di volte prima di mettere a fuoco il luogo in cui mi trovo. Un bip costante mi riempie le orecchie così mi guardo intorno finché il mio sguardo non finisce sul macchinario al mio fianco. Un elettrocardiogramma. Pian piano ricordo tutto. Io e Connor che litighiamo, io che esco di casa furiosa, la pioggia, le lacrime, la strada buia e poi una luce forte accompagnata da un rumore assordante. Sono stata investita!

Mi muovo un po' sul lettino finché non vedo qualcuno entrare dalla porta. Connor. Si fionda al mio fianco con gli occhi sgranati e delle occhiaie marcate sotto di essi. Mormora qualcosa che non riesco a comprendere e mi prende il viso tra le mani per poi baciarmi la fronte.

-Grazie a Dio sei sveglia- sussurra appoggiando la fronte contro la mia, i miei occhi si incastrano nei suoi e apro bocca per provare a dire qualcosa ma lui scuote la testa accarezzandomi il viso

-tranquilla, non dire nulla. Ora faccio qualche controllo, poi ti riposi e domani ti porto a casa va bene? Non devi preoccuparti più di nulla, penso a tutto io- mi rassicura ed io mi limito ad annuire ancora intontita. Lascio che mi controlli, poi mi riaddormento mentre lui se ne sta seduto ad osservarmi. Dovremo assolutamente parlare non appena avrò la forza di farlo.


Quando riapro gli occhi è mattina, Connor entra nella mia stanza con i suoi vestiti normali e senza il camice e mi sorride dolcemente mentre mi porge un bicchiere di acqua e un cornetto semplice.

-Ho già firmato i fogli del tuo rilascio, però devi rimanere con qualcuno che possa controllarti e ho pensato che potresti stare da me. Mi sono preso una settimana libera- spiega mentre io mangio, alzo gli occhi su di lui con lo stomaco attorcigliato dal nervosismo.

-Io ricordo tutto Connor- mi limito a mormorare e lui rimane per un attimo immobile, preso alla sprovvista, poi lo vedo abbassare le spalle sconfortato e annuire con la testa

-lo so, (Y/N), ma voglio chiarire le cose. Possiamo parlarne una volta a casa?- domanda con voce bassa ed io annuisco senza aggiungere altro. Il viaggio di ritorno è silenzioso, Connor guida senza staccare gli occhi dalla strada ed io mi limito a starmene con la testa appoggiata contro il finestrino e guardare fuori mentre ascolto distrattamente la musica.

L'appartamento è nelle stesse condizioni in cui l'ho lasciato, istintivamente mi giro verso il mio... non so più cosa siamo ormai, il che mi procura una fitta al petto e ringrazio di non essere più collegata all'elettrocardiogramma perché altrimenti avrebbe sentito il mio cuore cambiare battito.

-Quanto tempo sono stata...- la voce mi muore in gola e Connor mi prende una mano accarezzandone il dorso

-quasi una settimana, ero terrorizzato che non potessi farcela. Eri grave- sussurra, la voce gli trema anche se si sforza di non farmelo notare. Si avvicina di più e lo vedo abbassare gli occhi sulle mie labbra, si sporge per baciarmi ma io giro il viso trattenendo le lacrime.

-Non farlo, non finché non avremo risolto questa situazione Connor. Mi ricordo le parole che hai detto, una per una, e perdonami ma ora mi sento un po' confusa- sussurro con voce tremante e faccio qualche passo indietro per mettere distanza tra me e lui. Connor annuisce determinato, come se si fosse preparato per questo momento per tutto il tempo della mia assenza, se così vogliamo chiamarla ovviamente.

-So cosa ho detto, non pretendo che tu lo dimentichi perché so che non potrebbe mai accadere, ma quando quella sera Will mi ha chiamato per dirmi che tu eri stata portata in ospedale e che eri grave... il mio cuore si è fermato per un attimo, (Y/N), non riuscivo più a respirare, riuscivo soltanto a pensare che avrei potuto perderti e le ultime parole che ti avevo detto erano che la nostra relazione era l'errore più grande della mia vita- inizia a parlare guardandomi con occhi sgranati e rossi, si sta trattenendo per non far neanche tremare la voce. Io rimango immobile cercando di non lasciar trapelare nessuna emozione perché quel litigio mi ha ferita tanto e non devo permettermi di perdonarlo, non così presto almeno.

-Per una settimana intera venivo a controllarti ogni minuto libero, continuavo a lavorare solo perché così avevo l'opportunità di vederti e controllare le tue condizioni, ma ero uno straccio. E mi sono ripromesso che se ti fossi svegliata avrei fatto tutto ciò che era in mio potere per farmi perdonare. Quando dicono che si capisce il valore delle cose solo dopo averle perse...- si prende un attimo per pensare alle parole da usare, si passa una mano tra i capelli e poi riprende: -io ti ho quasi persa, o almeno spero in quel quasi, e... ti prego dammi un'altra possibilità. Prometto che non rovinerò tutto un'altra volta- termina il suo discorso sussurrando, si è avvicinato di nuovo a me e mi ha preso le mani tra le sue. Mi guarda speranzoso, gli occhi lucidi.

-Come faccio a fidarmi di te di nuovo, Connor?- domando piano, mi sento così confusa. Lui alza una mano e strofina un pollice contro la mia guancia per asciugarla dalle lacrime

-Ti ricordi quando tu avevi paura di fare quel viaggio di lavoro perché era molto importante e io ho preso dei giorni liberi per accompagnarti?- domanda appoggiando la fronte contro la mia, io annuisco piano con la testa in attesa di sapere dove vuole andare a parare -se fosse necessario farei qualsiasi cosa pur di non farti più avere paura, o dolore, permettimi solo di dimostrartelo- sussurra continuando ad accarezzarmi il viso e io cedo. Annuisco di nuovo e lui non mi da neanche il tempo di dire qualcosa perché mi prende tra le braccia e mi alza in aria facendo scontrare le nostre labbra. Mi aggrappo alle sue spalle per non cadere e quando le nostre labbra si staccano scoppio a ridere

-ora puoi rimettermi giù- esclamo scalciando coi piedi, lui scuote la testa e mi sistema meglio tra le braccia

-non ti lascio mai più- risponde prima di correre verso la camera da letto, grido stringendo le braccia intorno al suo collo mentre rido, poi si butta sul letto facendo attenzione a finire lui sotto di me per non farmi male. Ridiamo come due bambini e mi sento finalmente bene. Ci sistemiamo meglio sul materasso, lui mi prende di nuovo tra le braccia e mi bacia con dolcezza.

-Ti prego, non discutiamo mai più in quel modo- sussurro tra un bacio e l'altro, lui scuote la testa accarezzandomi il viso, i suoi occhi azzurri fissi nei miei

-mai più. Non ho intenzione di perderti di nuovo- sussurra rassicurandomi, e con questa certezza mi lascio baciare ancora una volta.

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