Isaac Lahey ‼️

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Questo immagina non è una richiesta ma lo avevo nelle bozze da un po', ero insicura se postarlo e alla fine ho deciso di farlo. Spero vi piaccia. Vi avviso però che se leggere di posti chiusi vi infastidisce questo capitolo non è per voi

 Vi avviso però che se leggere di posti chiusi vi infastidisce questo capitolo non è per voi

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La porta dell'istituto sbatte alle mie spalle, è totalmente buio e fa freddissimo. Sapevo che era una pessima idea rimanere a scuola per poter fare delle ricerche di chimica, ma ero disperata. Mi guardo intorno alla ricerca di Isaac, ha promesso che sarebbe venuto a prendermi per riaccompagnarmi a casa, odia sapermi da sola per strada quando è buio. Raccolgo il telefono dalla tasca dei jeans e lo chiamo, ho un brutto presentimento.

-Andiamo Isaac rispondi- borbotto tremando di freddo, un rumore dalle mie spalle mi fa girare, magari è solo un po' in ritardo? Il mio telefono però continua a suonare e non arriva la risposta di Isaac. Inizio davvero a preoccuparmi. Attacco la chiamata e muovo qualche passo verso il parcheggio quando vedo una figura avvicinarsi. Sorrido rassicurata immaginando sia lui.

-Dov'eri finito?- domando posando il telefono di nuovo in tasca, quando alzo gli occhi però davanti a me non c'è Isaac ma Gerard Argent, il nonno di Allison. Aggrotto le sopracciglia

-signor Argent cosa ci fa qui? Credo che Allison sia tornata da un pezzo a casa- domando confusa, mi guardo ancora intorno alla ricerca di Isaac ma non lo vedo.

-Oh, certo, lo so tranquilla. Sono qui per te- risponde l'uomo, mi giro di nuovo a guardarlo, spaventata dalle sue parole. Indietreggio lentamente, pensando a cosa fare per non peggiorare la situazione.

-Il mio ragazzo sta venendo a prendermi, non deve rimanere con me. Non ho paura di rimanere sola, signor Argent, non si preoccupi- balbetto guardando per tutto il parcheggio, Gerard annuisce

-lo so che non hai paura di questo, sei coraggiosa. Non sono qui per questo, sono qui perché mi servi- risponde tranquillo e, prima che possa dire qualsiasi cosa, il mio corpo sbatte contro la sua auto e un tovagliolo bianco mi copre il viso. La testa inizia a girare e la vista si offusca. Mi sento scivolare per terra prima di perdere del tutto i sensi.


Quando riapro gli occhi sono sdraiata e ho braccia e gambe legate. Provo a muovermi o almeno a sedermi ma sbatto con la testa contro qualcosa. Alzo gli occhi confusa e spaventata, il mio telefono squilla nella mia tasca. Vorrei prenderlo ma con le mani non arrivo alla tasca posteriore. Con il gomito destro sbatto contro il muro e solo allora mi accorgo di essere in una teca totalmente circondata di terra.

-No, no, no, no, no- esclamo allarmata, tiro dei pugni contro la teca sulla mia testa contorcendo il corpo per provare a liberarmi, non riesco a pensare lucidamente, il terrore mi mozza il fiato.

-Aiuto!- grido continuando a colpire sopra di me, la terra non c'è e quindi riesco a vedere il cielo scuro. Il telefono continua a squillare nella mia tasca. Il viso di Gerard Argent si affaccia sorridendo e mi ricordo di cosa è successo. Il parcheggio, io che chiamo Isaac, Argent che mi aggredisce.

-Per favore signor Argent mi apra- grido singhiozzando, il mio corpo ha iniziato a tremare per la paura e faccio fatica a continuare a respirare. Avrei sopportato qualsiasi cosa, ma non questa.

-Non posso, quelli come te non meritano di essere liberi- la sua voce è ovattata ma mi da i brividi comunque. Quelli come me? Vuole uccidermi?

-Che cosa intende? Per favore, non ho fatto nulla mi lasci andare- mormoro singhiozzando, la testa mi fa male e le corde mi hanno graffiato la pelle dei polsi. Che diamine sta succedendo?

Gerard punta il telefono su di me e il flash mi acceca per qualche attimo, poi scompare dalla mia vista e vedo la terra venire gettata anche sopra di me.

-No, per favore, no!- grido con voce spezzata, non riesco a respirare. Svengo di nuovo.


-(Y/N)- la voce arriva lontana, sento dolore ma non riesco a capire dove precisamente. Ho ancora gli occhi chiusi quando mi ricordo di ciò che è successo. Ero chiusa in una teca e mi stavano seppellendo viva. Spalanco gli occhi gridando e mi tiro a sedere.

-Hey, va tutto bene, piccola!- la voce di Isaac mi parla con dolcezza mentre lui mi prende il viso e mi fa girare a guardarlo.

-Isaac- sussurro senza fiato, gli getto le braccia al collo e nascondo il viso contro il suo collo singhiozzando. Lui mi accarezza i fianchi con gentilezza.

-Scusami, è tutta colpa mia. Va tutto bene ora, sei al sicuro- sussurra baciandomi la testa, non mi ero accorta di star tremando. Qualcosa di caldo mi viene messo sulle spalle e quando mi giro Lydia mi sorride dolcemente

-ti ho portato una coperta e del cioccolato. Hai bisogno di zuccheri- spiega dolcemente e io mormoro un ringraziamento. Isaac apre la barretta per me e la mangiucchio tenendo la testa appoggiata alla sua spalla. Lydia ritorna seguita dal resto del gruppo

-che cosa è successo, (Y/N)?- mi chiede Allison sedendosi accanto a noi sul letto della mia stanza, Isaac mi prende una mano baciandomi di nuovo la testa e io sospiro prendendomi un attimo prima di rispondere

-Ero uscita da scuola e... tu non mi rispondevi- mormoro guardando Isaac che annuisce colpevole -poi è arrivato...- mi fermo perché ho paura della reazione di Allison ma lei pronuncia il nome di suo nonno al posto mio

-mi ha aggredita, credo di esser svenuta e poi... poi ero in una teca e... mi sotterravano, li pregavo di fermarsi ma...- la voce mi si soffoca in gola e Isaac mi stringe delicatamente per ricordarmi che sto bene -lui ha detto che quelli come me non devono essere liberi ma non so a cosa si riferisca e... avevo così tanta paura- mormoro alla fine, Allison mi accarezza un braccio guardandomi tristemente

-mi dispiace, non avrebbe mai dovuto arrivare a te- mi sussurra poi, girandosi verso Scott che se ne sta in piedi colmo di rabbia

-no, infatti, dovevamo tenerla fuori da tutto questo- la voce di Isaac è un ringhio e se non avessi così tanta fiducia in lui avrei ricominciato a tremare di paura.

-Vorrà dire che le cose da ora dovranno cambiare. Non possiamo più tenerla all'oscuro- esordisce Derek Hale entrando in camera. Mio fratello Stiles è dietro di lui, deve avergli aperto la porta.

-Così sarà ancora più in pericolo- Isaac ribatte prontamente, Scott mi osserva qualche attimo per poi scuotere la testa

-no, Derek ha ragione. Ora lasciamola riposare, domani le diremo tutto e le insegneremo come difendersi- concorda con Derek, Isaac si gira verso mio fratello chiedendogli di stare dalla sua parte. Io sinceramente mi sento troppo stanca per poter capire cosa intendano, così mi sistemo la coperta addosso

-Isaac- sussurro e lui abbassa subito il viso per guardarmi, è preoccupato -rimani con me stanotte, non voglio rimanere sola- sussurro al suo orecchio, lui mi bacia la fronte

-non ti lascerò più sola- sussurra in risposta per poi baciarmi le labbra, Stiles borbotta qualcosa in imbarazzo e Lydia sussurra a tutti di allontanarsi e lasciarci soli. Isaac mi aiuta a infilarmi sotto le coperte e poi mi stringe di nuovo a sé.

-Cosa intendeva dire? Perché voleva farmi del male?- domando sottovoce, lui gioca coi miei capelli pensando a cosa dirmi e prende un respiro profondo.

-Io e gli altri... siamo diversi, in un certo senso, e... ascolta ora non è il caso che io ti spieghi tutto. Devi riposare. Ma domani ti prometto che lo farò. E non permetterò più a nessuno di farti del male- sussurra deciso, e non ribatto perché sono davvero stanca. In pochi attimi mi addormento rassicurata dalla presenza di Isaac.

ImmaginaWhere stories live. Discover now