Nicolò Barella

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Marty_Mendes_ l'immagina su Barella che mi avevi chiesto, spero ti piaccia! 🥰🥰

La porta è sempre più vicina, la palla danza tra i miei piedi mentre mi preparo a tirare quello che sarà il goal decisivo della partita

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La porta è sempre più vicina, la palla danza tra i miei piedi mentre mi preparo a tirare quello che sarà il goal decisivo della partita. Sento già le urla dei tifosi e l'adrenalina mi scorre nelle vene. Vorrei lanciare uno sguardo a Nicolò seduto sugli spalti ma non posso distrarmi. Quando arrivo alla giusta distanza mi preparo a tirare, il mio piede ha quasi colpito la palla quando sento qualcosa sbattermi contro, ruzzolo per terra. Un dolore atroce alla spalla e poi al ginocchio. Grido dal dolore rannicchiandomi mentre delle lacrime mi sfuggono per il troppo dolore. Intorno a me sento solo le voci delle mie compagne di squadra e delle mie avversarie che mi chiedono dove provo dolore ma io non riesco a parlare. Le voci sono tutte confuse, le urla ovattate, tutto ciò che sento è la testa che gira per il troppo dolore. Le mani di qualcuno mi tastano il ginocchio e grido più forte, mi sento prendere delicatamente in braccio e poi la barella viene messa sotto il mio corpo ancora rigido. Tengo gli occhi chiusi perché se li aprissi scoppierei a piangere.

-Nicolò, voglio Nicolò- inizio a gridare, le mie compagne seguono i medici che mi portano fuori dal campo, sento la mia mano essere presa da un'altra

-lo chiamiamo, tu stai tranquilla va bene? Andrà tutto bene- mi dice prima di lasciarmi la mano, io singhiozzo e una fitta alla spala mi fa gridare di dolore.

-Fa malissimo cazzo, fa male- urlo aprendo gli occhi per vedere cosa succede, la barella viene trasportata, le mie compagne sono ferme indietro perché non possono lasciare il campo.

-Stai tranquilla, ora ti portiamo in ospedale- la voce di uno dei paramedici prova a tranquillizzarmi, ma non ha molto effetto. Il mio sguardo inizia a vagare alla ricerca di Nicolò finché lo vedo correre verso di noi. Allungo la mano e lui l'afferra senza esitare, con l'altra mi accarezza una guancia asciugando le lacrime.

-Fa male, fa malissimo- mi lamento singhiozzando, lui mi guarda con gli occhi rossi e colmi di tristezza. La barella viene scossa mentre la mettono nell'autoambulanza e fitte di dolore mi costringono a gemere di dolore.

-Fate piano cazzo!- sento il mio ragazzo gridare contro i paramedici prima di salire e prendermi la mano -guardami, amore guardami- lo sento dire e apro gli occhi. Le lacrime mi offuscano la vista e i singhiozzi mi fanno respirare a fatica.

-Non giocherò più Nick, me lo sento- mi lamento con voce spezzata, lui scuote la testa mentre si sporge a baciarmi la fronte

-non è vero, tornerai a giocare amore mio e sarai ancora più forte- mi rassicura ma non gli credo neanche per un attimo. Quando partiamo il mio corpo si muove insieme all'autoambulanza e il dolore è atroce, tanto che il paramedico è costretto ad addormentarmi per farmi calmare.

Quando riapro gli occhi sono su un lettino, il sole è calato e la mia stanza è piena di palloncini e fiori. Un rumore mi fa girare verso sinistra. Nicolò si alza e mi viene vicino sorridendo, gli occhi colmi di preoccupazione. Mi accarezza il viso per poi baciarmi la fronte

-come ti senti amore mio?- domanda sottovoce, sento la gola secca così provo a mettermi meglio seduta sul lettino per poter bere ma mi accorgo di avere la spalla e il braccio completamente ingessati. Il fiato mi si spezza e mi giro verso il mio ragazzo allarmata, Nicolò sembra capire le mie preoccupazioni

-tranquilla, non è grave. Porterai il gesso per un po' ma poi tornerà tutto come prima. Per il ginocchio però dicono che ci vorrà più tempo. Il dottore ti spiegherà tutto per bene, ma potrai tornare a giocare. Non subito, ma potrai farlo- si affretta a spiegarmi e sento il nodo che avevo nel petto snodarsi. Sospiro appoggiandomi contro il materasso e Nicolò mi versa un po' d'acqua nel bicchiere.

-Le tue compagne sono andate via poco fa, domattina passeranno di nuovo- mi informa mentre mi aiuta a bere, quando ho finito l'acqua prendo un respiro profondo

-sento la testa pesante e ho tanto sonno- sussurro mentre con la mano cerco la sua e la afferro, lui intreccia le nostre dita con dolcezza e sposta la sedia su cui stava prima più vicina al letto.

-E' normale, sono gli effetti delle medicine. Riposa ancora un po', io rimango qui. Non me ne vado- sussurra sedendosi, le nostre mani ancora strette. Sbadiglio mentre gli occhi mi si chiudono per un solo attimo.

-Nick- lo chiamo in un sussurro e lui si sporge verso di me, inizia ad accarezzarmi la testa con dolcezza, sospiro sorridendogli debolmente

-ti amo- sussurro chiudendo di nuovo gli occhi pronta ad addormentarmi. Riesco a sentire però la sua risposta:

-ti amo anche io, tantissimo. E sono sempre con te- prima di cedere al mondo dei sogni.

ImmaginaWhere stories live. Discover now