Finn Shelby Pt.2

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Sono contenta che la parte 1 vi sia piaciuta, spero vi piaccia anche la seconda!🥰

Il cielo è grigio, sta per venire a piovere, sono appena le sei del pomeriggio ma Finn mi ha rassicurata che il Garrison sarebbe stato chiuso tutto il giorno quando è venuto a chiedermi di vederci questa mattina

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Il cielo è grigio, sta per venire a piovere, sono appena le sei del pomeriggio ma Finn mi ha rassicurata che il Garrison sarebbe stato chiuso tutto il giorno quando è venuto a chiedermi di vederci questa mattina. La sua visita è durata due minuti ed è stato più un ordine che una domanda il suo, ma non avrei rifiutato comunque. Mio fratello all'inizio ha provato a ribellarsi, ma quando gli ho rinfacciato che grazie a lui un ubriacone non mi ha importunata ieri sera ha dovuto accettare il mio appuntamento.

Ho indossato il mio abito più carino, aggiustato i capelli ossessivamente e preso il cappotto che Finn mi ha prestato ieri prima di percorrere a piedi la strada fino al locale degli Shelby. Mi fermo qualche attimo sulla soglia, guardandomi intorno per vedere se qualcuno mi sta guardando. Non vorrei che la città parlasse, anche se so che lo farà inevitabilmente.

Sospiro decidendomi a spingere la porta del Garrison per poter entrare, muovo qualche passo all'interno e la sento sbattere dietro di me. Mi guardo intorno alla ricerca di Finn ma non riesco a vederlo.

-Finn?- domando muovendo qualche passo per il locale, faccio un giro su me stessa mentre mi tolgo il cappotto e lo appoggio insieme a quello del giovane Shelby sul primo tavolino che trovo. Quando alzo lo sguardo sobbalzo. Finn è seduto in silenzio su una panchina imbottita, il tavolo pieno di bottiglie e bicchieri. E' rimasto con solo la canotta e i pantaloni addosso e guarda verso il basso.

-Finn- sussurro avvicinandomi a lui velocemente, solo allora mi accorgo che ha il volto ricoperto di lividi, un labbro rotto e del sangue gli scivola lungo il braccio sinistro.

-Oh signore, Finn, cosa è successo?- domando inginocchiandomi ai suoi piedi per potergli guardare meglio il viso, i suoi occhi incontrano i miei. Completamente privi di espressione. Rabbrividisco.

-Lascia che ti disinfetti e ti medichi, va bene?- domando cercando di usare il tono di voce più dolce che conosco, mi rimetto in piedi e afferro una bottiglia di whiskey. Inzuppo un tovagliolo con l'alcolico e gli prendo il mento tra le dita per alzarlo.

-Ti farà un po' male- sussurro prima di appoggiare il tovagliolo sul labbro, lui sussulta ma non dice nulla, i suoi occhi fissi sul mio viso.

-Cosa è successo Finn?- domando sottovoce quando inzuppo di nuovo il tovagliolo per poi passarlo sulla guancia. Lo vedo chiudere gli occhi gemendo di dolore e poi li riapre. Quando finisco coi tagli sul viso passo al braccio, rovescio il whiskey direttamente dalla bottiglia sulla ferita

-hai delle bende?- domando passandogli una mano tra i capelli, lui alza il viso e annuisce per poi indicare verso il bancone. Corro a prenderle, ci metto un po' a trovarle così quando ritorno getto altro whiskey sulla ferita per poi bendarla. Finn ancora non dice nulla così decido di lasciargli altro tempo mettendo tutto in ordine.

In silenzio torno verso il tavolo e mi siedo al suo fianco guardandolo in silenzio, lui sospira alzando gli occhi dal pavimento al mio viso ancora una volta

-non ho avuto una bella giornata, ma sono contento di vederti- si limita a rispondere, gli accenno un sorriso allungando una mano per accarezzargli il viso

-puoi vedermi ogni volta che vuoi, Finn. Però se arrivo e ti trovo in queste condizioni senza sapere il perché... mi preoccupo- sussurro sporgendo il viso verso il suo, Finn alza un angolo delle labbra creando un sorriso storto e mi ritrovo a sorridere anche io.

-Ti preoccupi per me- mormora e sembra più una domanda che un'affermazione, io annuisco ridacchiando

-certo che mi preoccupo per te, Finn Shelby- esclamo accarezzandogli il viso attenta ad evitare i tagli. Il suo sorriso si apre e si sporge in avanti. In pochi attimi le nostre labbra sono appoggiate le une alle altre, le sue braccia circondano la mia schiena per avvicinarmi a lui e io lo lascio fare ricambiando il bacio.

Quando ci allontaniamo appoggio la fronte contro la sua sorridendo

-John ed io ci siamo occupati di una cosa oggi, lavoro- sussurra mentre con una mano mi accarezza una guancia, sento il mio cuore sciogliersi dalla tenerezza e senza pensarci su lo bacio di nuovo.

La porta si apre di scatto e mi allontano da Finn spaventata, mi passo una mano sulle labbra per poi aggiustare i capelli e mi giro verso la porta. Gli altri Shelby si tolgono i cappotti lanciandoci occhiate incuriositi.

-Finn ha compagnia, forse dovevamo avvisare prima di entrare- scherza, quello che riconosco essere, Arthur ridendo mentre porta una sigaretta alla bocca e cammina verso di noi. Sento le guance arrossire così abbasso il viso. Finn mi circonda le spalle con un braccio

-chiederti di avvisare prima di entrare sarebbe come chiedere a una scimmia di leggere un libro Arthur, non ci riusciresti neanche volendo- lo prende in giro John mentre ci raggiunge. Alzo di nuovo gli occhi e il biondo mi lancia un sorriso con un cenno del capo. Alzo la mano per salutarlo.

-Hai trovato tuo fratello alla fine?- domanda sedendosi di fronte a me, Finn si tira meglio a sedere decidendo di rispondere per me

-Isaiah lo ha cercato per lei, era tornato a casa così l'ho accompagnata io- il suo tono è tranquillo, come se ogni sera accompagnasse ragazze abbandonate dai fratelli per non fargli accadere nulla di male. E forse lo fa davvero.

-Si e mi aveva prestato il suo cappotto così ho pensato di passare per riportarglielo- mentre parlo i miei occhi scrutano il viso di John e mi accorgo che anche lui è ricoperto di lividi e qualche taglio.

-Si, il cappotto è importante- John annuisce serio mentre parla ma il suo sorrisetto mi fa capire che ci prende in giro e mi sento di nuovo morire dalla vergogna.

-John, Arthur smettete di imbarazzare questa povera ragazza. Si è presa cura del nostro Finn- la voce di Tommy arriva dal nulla, mi giro a guardarlo dietro al bancone mentre si versa da bere. Con tutta la calma del mondo cammina verso di noi e si siede al nostro tavolo.

-Com'è andata questa mattina?- domanda poi Arthur a Finn che mi lancia un'occhiata insicura, non vuole parlare di affari quando ci sono io.

-Io penso che tornerò a casa- decido di togliermi di mezzo alzandomi in piedi, Finn mi segue velocemente

-l'accompagno, quando torno parliamo- si limita a dire, Tommy fa un cenno d'assenso con la testa e così infiliamo i cappotti e usciamo dal locale.

-Scusa i miei fratelli, sono dei coglioni- è la prima cosa che dice Finn, mi giro a guardarlo e soffoco una risata annuendo

-non è una regola dei fratelli maggiori? Mettere in imbarazzo quelli minori- scherzo e lui ride annuendo. Si ferma in mezzo alla strada e così mi fermo anche io guardandolo confusa.

-Tu mi piaci (Y/N)- dice di getto, il mio cuore si ferma un attimo. Muovo qualche passo verso di lui e gli circondo il collo con le braccia prima di alzarmi sulle punte e baciarlo. Lui ricambia prontamente stringendomi a sé dai fianchi

-anche tu mi piaci- sussurro quando il bacio finisce, la mia fronte appoggiata alla sua e i nostri respiri che si mescolano. Appoggio anche i talloni per terra e Finn sorride alzando il mento con aria orgogliosa, riprendiamo a camminare e decido di allungare una mano verso la sua per poi afferrarla e intrecciare le mie dita con le sue. Lui non dice nulla ma lo vedo lanciarmi un'occhiata e poi accennare un sorriso. Questo è solo l'inizio.

ImmaginaWhere stories live. Discover now