Will Halstead

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Marty_Mendes_ ecco l'immagina su Will che mi avevi chiesto! Presto posterò anche l'ultimo. Non conosco ancora molto bene i personaggi di Chicago Med perché ho iniziato da poco la serie, ma spero comunque che ti piaccia! ✨💕
P.S. la bambina, così come il suo nome, sono totalmente inventati da me!

Sento la porta sbattere e salto dal divano, mi guardo intorno confusa sbattendo le palpebre per cercare di ricordare cosa succede

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Sento la porta sbattere e salto dal divano, mi guardo intorno confusa sbattendo le palpebre per cercare di ricordare cosa succede. La luce del salotto è accesa ma sono da sola. Mi alzo e aggrotto la fronte vedendo per terra le barbie della piccola Audrey.

-Audrey?- la chiamo e col cuore in gola mi alzo dal divano e inizio a cercarla. Sento delle risatine arrivarmi alle orecchie e sospiro rassicurata mentre la tensione svanisce. Corro all'entrata e sorrido intenerita.

Audrey se ne sta in braccio al padre, i capelli rossi legati in una coda disordinata e il vestitino è salito fin sopra il pannolino. Will sorridendo bacia la fronte della bambina per poi spostare lo sguardo verso di me.

-Hey- mormora con un tono dolce, non esito a spostarmi verso di lui che mi accoglie sotto il braccio libero e mi bacia delicatamente sulle labbra. Indossa ancora la divisa del lavoro e ha l'aria stravolta.

-Bentornato a casa papino, ti aspettavamo- lo saluto sorridendo e lui ridacchia quando Audrey muove una bambola che tiene in mano verso il suo viso intimandolo a baciare anche lei.

-Devo baciare la bambola? Giusto! Come ho potuto dimenticarlo!- si rimprovera scherzosamente Will per poi lasciare un bacio sulla bambola facendo sorridere Audrey soddisfatta. Pochi attimi dopo la piccola inizia a scalciare, da quando ha imparato a camminare non fa altro che quello facendo impazzire sia me che Will. Mio marito la poggia per terra e lei cammina via cercando di reggersi sulle gambe ancora instabili.

Una volta soli circondo il collo di mio marito con le braccia e mi lascio stringere da lui che mi bacia ancora una volta.

-Com'è andata a lavoro?- domando quando si allontana da me, gli accarezzo una guancia mentre lui sospira chiudendo gli occhi e per un attimo percepisco lo stress che prova. Qualche giorno fa mi ha parlato di un paziente particolarmente grave ma non ha voluto dirmi i dettagli perché non voleva rattristarmi.

-Il paziente è peggiorato, non credo che supererà la settimana- mormora e noto le sue spalle abbassarsi sconsolate mentre lui appoggia la testa contro il mio collo. Non esito a stringere le braccia intorno a lui stringendolo a me e gli lascio un bacio tra i capelli.

-Non è colpa tua Will, tu sei fantastico nel tuo lavoro. Non assumerti colpe che non hai- sussurro al suo orecchio e lui annuisce, il suo corpo viene scosso da un singhiozzo così mi affretto a prendergli il viso tra le mani per allontanarlo dal mio collo e faccio incontrare i nostri occhi. Gli asciugo le lacrime. Questo caso l'ha colpito particolarmente e la cosa mi spaventa.

-Hey. Will, hey- mormoro quando lui abbassa lo sguardo per evitare il mio, gli passo una mano tra i capelli e gli bacio la fronte. Quando finalmente alza gli occhi su di me gli sorrido -non è colpa tua. Semplicemente doveva andare in questo modo. Tu stai facendo il possibile. Non lasciare che questo ti allontani dalla realtà mi hai capita? Hai una figlia a cui pensare, altri pazienti da curare, non puoi lasciarmi sola hai capito? Non lasciarti andare, Will- provo a farlo concentrare su altro, e come se avesse sentito il bisogno del padre, Audrey si avvicina a noi mormorando il nome del padre che subito cambia espressione e si china verso di lei accogliendola tra le braccia. I suoi occhi incontrano i miei e mi sorride debolmente, io ricambio il sorriso e decido di lasciarli soli per un po' e andare a preparare la cena.

Will dà da mangiare alla piccola e la mette a letto, lo sento raccontarle la favola della buona notte dopo aver ridacchiato su qualcosa, quando si chiude la porta alle spalle, mi raggiunge e mi abbraccia da dietro mentre accendo le candele sul tavolo. Mi giro tra le sue braccia e gli poggio le mani sul viso

-va un po' meglio?- domando sottovoce, lui annuisce baciandomi e poi mi abbraccia stretta.

-Grazie. Sai sempre di cosa ho bisogno- mormora al mio orecchio, faccio passare le dita tra le sue ciocche rosse sentendo il mio cuore sciogliersi

-perché ti amo, Will. Tu fai lo stesso con me, ogni minima volta- rispondo con voce bassa e tranquilla, lui si schiarisce la voce e si allontana da me sorridendo. Si strofina il viso e mi scosta la sedia per farmi sedere. Prende posto al mio fianco e mangiamo chiacchierando di qualsiasi argomento che non riguardi il lavoro. Riesco a farlo ridere e ben presto il pensiero del paziente è rinchiuso in un angolino della sua mente. Un'ora più tardi i piatti sono vuoti, le mie gambe sono poggiate su quelle di Will che le accarezza delicatamente guardandomi negli occhi.

-Ti amo (Y/N)- sussurra lui improvvisamente, io sorrido sporgendomi per baciarlo e gli sussurro che lo amo anche io. -A volte ho l'impressione che questa vita ti stia stretta, il lavoro al dipartimento la mattina, stare con Audrey il pomeriggio. Ho paura che tu possa andare via da me- mi confessa abbassando lo sguardo sulle sue mani che giocano coi miei pantaloni.

Gli prendo il mento in una mano e lo faccio girare verso di me. I suoi occhi scuri e insicuri incontrano i miei altrettanto scuri ma determinati a farlo ricredere.

-Non andrò mai via da te, Will Halstead. Amo la mia vita. Amavo fare il militare ma amo ancor di più lavorare all'intelligence. Tuo fratello e gli altri sarebbero persi senza di me- ironizzo facendolo ridacchiare. -Amo tornare a casa e prendermi cura di Audrey e amo prendermi cura di te. Amo che tu ti prenda cura di noi, che sia il perfetto dottore che sei, amo ogni cosa della nostra vita Will. L'unica cosa che odio è vederti avere queste serate 'no' e non poter fare nulla per evitartelo. Se potessi ti toglierei tutto il dolore e tutte le preoccupazioni e le farei mie ma non posso. Ma non devi mai dubitare del mio amore per te né della mia felicità al tuo fianco. Mi hai capita?- parlo scandendo bene ogni parola, senza mai distogliere lo sguardo dal suo e prendo le sue mani nelle mie intrecciando le nostre dita. Will sospira annuendo e mi bacia di nuovo.

-Ethan avrebbe dovuto presentarci molto prima- commenta riferendosi al nostro primo incontro. Sorrido ricordando di quella sera al Molly's quando, appena arrivata da quella che sarebbe stata la mia ultima missione, il mio fratellastro ci presentò quasi minacciando Will di ucciderlo se solo avesse pensato di provarci con me. Ovviamente scherzava ed è stato il più felice quando abbiamo detto di stare insieme a tutti i nostri amici.

-Non è stata colpa sua, ma lo ringrazio ogni giorno per averci presentati quella sera- rispondo, ancora ripensando a quell'incontro. Sorrido a quello che ora è mio marito e lo bacio svelta per poi alzarmi -ora andiamo a letto, ai piatti penseremo domani- ordino porgendogli la mano e lui accetta alzandosi per potermi seguire in camera dove mi occupo di mostrargli quanto sia felice di averlo nella mia vita e che non dovrà mai preoccuparsi di vedermi andar via.

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