#30

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Stiles saluta Derek da quattro anni, tutte le mattine (o pomeriggi, dipende da quando esce di casa). E tutte le mattine, Derek lo ignora. Non è che si gira dall'altra parte o fa finta di essere distratto. No. Derek Hale semplicemente lo ignora.

Derek si è trasferito lì proprio quattro anni prima, insieme a suo zio Peter (che saluta anche fin troppo spesso), e sua sorella Cora, con cui Stiles è anche uscito in gruppo qualche volta, prima che il liceo finisse.

Quella mattina di settembre, però, Stiles si è svegliato particolarmente male. Non solo ha avuto un incubo, che non ricorda ma che gli ha rovinato il sonno, ma gli tocca anche dover fare la spesa, chiamare l'idraulico perché un rubinetto ha deciso di rompersi la sera prima e andare in lavanderia a ritirare un abito je gli hanno già detto di aver ristretto di qualche taglia.

È per quello che, quando passa davanti al cortile di casa Hale e vede Derek intento a ridipingere la cassetta della posta, tutto il suo spirito da bravo vicino va a farsi fottere nell'istante in cui non sente ricambiato il suo saluto.

"Ma cazzo!" Urla, "l'educazione nessuno te l'ha insegnata? Sono quattro anni che ti dico ciao!"
Rilascia un sospiro dopo aver urlato e vede Derek girarsi di scatto verso di lui, sbarrare gli occhi e prendere qualcosa dalla tasca.

Il qualcosa, poi, sembra ficcarlo nell'orecchio. E Stiles xomincia a capire.

"Scusa, urlavi con me? Stai bene?" Chiede Derek, visivamente mortificato.

Stiles vorrebbe sotterrarsi vivo.

"Io...io...scusa...è che sono quattro anni che...oddio, sono il peggior vicino di sempre!" Farfuglia, mentre Derek lo guarda confuso.

"Quattro anni, cosa?" Chiede.

Stiles abbassa lo sguardo. "Ti ho urlato che sono quattro anni che ti saluto quando passo di qui e che sei un maleducato. Ma è evidente che lo.sia io, non tu. Scusa!"

Stiles sente una stretta su un bicipite. "Ehi, tranquillo. Ho perso l'udito ad un orecchio e parzialmente all'altro a causa di un incendio, tanti anni fa. Questo" dice, indicando l'apparecchio nell'orecchio destro, "mi aiuta a sentire abbastanza bene, senza che le persone urlino. Lo metto quando sono in giro, a casa non ne ho bisogno. E nemmeno qui in giardino. Non è colpa tua, non potevo saperlo."

Stiles rialza lo sguardo. Derek gli sta sorridendo, in maniera molto sincera. E Stiles non riesce a non ricambiare.

"Beh, ma ti ho comunque urlato addosso e mi dispiace. Posso farmi perdonare con un caffè? Stavo andando giusto a prenderne uno, prima di fare svariate e pallose commissioni."

Derek sorride ancora. "Sì, certo. E non per farti perdonare, ma solo perchè mi va."


1 anno dopo

"No, Stiles, quello è il segno per dire vino bianco, non rosso."

Stiles si siede sul tavolo contro cui è appoggiato, in cucina. L'espressione affranta.

"Non imparerò mai il linguaggio dei segni! Sono incapace."

Derek gli si avvicina, mettendosi tra le sue gambe e baciandogli una guancia.

"No, ti distrai solo facilmente. E poi hai imparato già molte cose."

Stiles ricambia il bacio, poi gli lega le braccia intorno al collo.

"Tipo questo" dice, per poi fare un pugno,  alzare il dito mignolo e poi l’indice, infine  solleva il pollice.

Derek gli bacia la punta del naso.

"Ti amo anch'io."





La parola era "SPIRITO".

365 Sterek (2021) vol.1Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora