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(Richiesta di @sasunaruna ) 

"Sai, Lyds, ci sono tre colori che associo a Derek."

Stiles è seduto in terrazza, a casa di Lydia, un gin lemon tra le mani e una leggera brezza estiva che gli accarezza la pelle accaldata. E' agosto, fa decisamente caldo, ma almeno a quell'ora della notte si respira. 

"Quali?" chiede la ragazza. 

Rosso fuoco. 

Verde smeraldo. 

Blu oceano. 

Per quanto quei tre colori fossero i colori degli occhi di Derek, Stiles non li associava a lui solo per quello. 

Il rosso degli occhi di un potente Alpha, insicuro e con la voglia di avere un branco, una famiglia da proteggere. 

Quell'innaturale verde, quasi trasparente, degli occhi verdi da umano. In cui Stiles aveva visto spesso timore, ancora più spesso la tristezza. E, raramente, sorrisi timidi. 

E il blu. Il blu che Derek odiava, ma che Stiles aveva imparato ad amare allo stesso modo degli altri. Quel blu che aveva reso Derek un muro impenetrabile. O quasi. 

Il rosso, però, a Stiles ricordava anche tante altre cose. Gli ricordava del fuoco che aveva così tanto distrutto Derek, ma anche di quella candela che proprio il mannaro aveva messo al centro di un tavolo per il loro primo anniversario. Gli ricorda della felpa rossa che aveva anni prima, quando si erano baciati la prima volta. Era successo al loft, mentre litigavano come loro solito. Derek aveva ringhiato, appena Stiles gli aveva voltato le spalle per andarsene, e lo aveva afferrato per il cappuccio. Poi aveva premuto le labbra sulle sue, prima brutalmente, poi si era trasformato tutto con una disarmante dolcezza. Mani a stringere il viso, fronte contro fronte e il primo sorriso di Derek. Anche quello gli ricorda il rosso, come le proprie labbra martoriate piacevolmente dai baci e dalla barba. Rosso era anche il vino versato l'ultima sera, quando un calice era rotolato giù dal bancone della cucina, quando Stiles vi si era appoggiato contro. Derek aveva sbattuto la porta di casa, lasciandosi tutto alle spalle e Stiles non aveva retto. Scott l'aveva trovato lì, per terra, dieci minuti dopo, con le dita tagliate dal cristallo e i jeans macchiati di rosso. 

Il verde era della natura. Le tantissime sfumature di verde della riserva, gli odori di muschio bagnato e di foglie secche in pieno autunno. Anche il verde gli ricorda di jeans sporchi, dopo che con Derek si era rotolato in una radura piena zeppa di Nontiscordardimè. Non si vedevano da quindici giorni, Stiles stava passeggiando per ammazzare il tempo e, come se avesse sentito il suo richiamo, si era girato di scatto. Derek era lì, in piedi e aveva solo aperto le braccia per accoglierlo. Stiles gli era corso in contro ed erano caduti sul manto verde. Si erano baciati, abbracciati e avevano fatto l'amore sotto la luce del tramonto e con solo il rumore della natura e dei propri gemiti a fare da sottofondo. Di verde Stiles  ricorda anche di una maglietta di Derek che ancora oggi conserva in fondo ad un cassetto. Era la sua preferita e l'unica cosa che aveva tenuto, prima di chiudere tutto in scatoloni in fondo alla cantina. Ogni tanto la prende e la annusa, sperando di trovarci su ancora un po' di quel profumo che tanto ama. Purtroppo sono mesi che non c'è più. 

Il blu? Quello era il colore dell'oceano. Delle onde alte che avevano affrontato quando Stiles, durante il viaggio di nozze, aveva voluto per forza prendere lezioni di surf, nonostante Derek continuasse a dirgli che era troppo scoordinato. Infatti, era finito ripetutamente giù dalla tavola, con Derek che lo aveva tirato su ogni volta e ogni volta gli aveva baciato le labbra salate e gli occhi bagnati dal mare. Il blu scuro del mare in tempesta, quando avevano parlato per ore e ore seduti in spiaggia, prima ancora di avere il coraggio di definirsi una coppia, perché entrambi troppo ammaccati per permettersi di credere nella felicità. E ancora una volta il blu, quello di un fiore tatuato dietro il collo, solo pochi giorni prima, con Lydia che gli teneva la mano e gli asciugava le lacrime di dolore. Non per gli aghi, ma per un'assenza, un vuoto incolmabile e sempre più asfissiante. 

"Se dovesse tornare, cosa faresti, Stiles?" chiede Lydia. 

Stiles sbuffa una risata amara. 

"Gli correrei in contro e lo perdonerei come ogni volta. Non ho nessun dubbio a riguardo. Lo accetterei di nuovo nella mia vita, lentamente e poi tutto di un botto, come sempre. Gli chiederei come sta, se sta bene, se posso fare qualcosa per lui. Non gli chiederei se ancora mi ama, perché sono terrorizzato dalla risposta. Non credo possa amarmi qualcuno che va sempre via con così tanta facilità, ma sono troppo codardo per accettarlo e andare avanti. Quindi sì, lo accetterei di nuovo nella mia vita." 



"Ma come aveva potuto smettere di amare me? Non essere amati è una sofferenza grande, però non la più grande. La più grande è non essere amati più. Nelle infatuazioni a senso unico l'oggetto del nostro amore si limita a negarci il suo. Ci toglie qualcosa che ci aveva dato soltanto nella nostra immaginazione.

Ma quando un sentimento ricambiato cessa di esserlo, si interrompe brutalmente il flusso di un'energia condivisa. Chi è stato abbandonato si considera assaggiato e sputato come una caramella cattiva. Colpevole di qualcosa di indefinito. Così mi sentivo io. Non avevo saputo trattenerla. [...] Eppure sentivo che sarebbe riapparsa. Pazienza. Avrei accettato qualsiasi umiliazione, purché tornasse da me."

(Fai bei sogni - M. Gramellini)





La parola era "GIN". 

365 Sterek (2021) vol.1Where stories live. Discover now