#176

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Quando Scott apre la porta, Stiles crede di vederlo svenire. Lo sa, è colpa sua, non l'ha avvisato che sarebbe andato lì con Derek, ma non voleva perdersi questa opportunità.

Dopo il momento di shock, Scott sorride luminoso, spostandosi per lasciarli entrare, senza spostare gli occhi da Derek. Stiles si rende conto che non l'amico non sa cosa dire e soprattutto cosa fare, per questo dà una spintarella a Derek che avanza e, inaspettatamente, abbraccia Scott (non inaspettatamente per Stiles, che conosce bene il nuovo Derek, quello che ha fatto i conti col suo passato). Scott, dopo un attimo di immobilità, ricambia l'abbraccio, strignendo le spalle di Derek.

"Sei mancato, fratello" dice, commovendo Stiles.

"Mi sei mancato anche tu" risponde Derek, per poi schiogliere la stretta, sorridendo. "Dov'è?" chiede, poi.

"In salotto, io vado di sopra, vi lascio soli. Qualsiasi problema, corro giù."

Stiles gli fa un occhiolino, mentre Scott si avvia sulle scale, poi prende la mano di Derek e intreccia di nuovo le dita alle sue.

"Pronto?" chiede. Derek annuisce, semplicemente, poi vanno nel salotto di casa McCall.

Eli è seduto sul divano e scatta in piedi appena li vede entrare, ma non si muove. Non fa nessun moviemento, nemmeno minimo, forse per non essere percepito come una minaccia, per dimostrare che è innocuo. Stiles stringe forte la mano di Derek, per dirgli che è lì, che va tutto bene e che non se ne andrà, mentre lo raggiungono.

"ciao, Eli" rompe il silenzio Stiles, con tono cordiale.

"Ciao, Stiles" risponde, poi si gira verso Derek, il sorriso trema un po'. "Ciao, Derek" dice, timoroso. A Stiles fa tenerezza.

"Ciao, Eli" ricambia il mannaro. "Ci sediamo?"

Prendono posto sul divano, mentre Eli si sposta, sedendosi di fronte a loro, su una poltrona, mentre si tortura le mani. Stile slo vede prendere un respiro profondo.

"Innanzitutto voglio scusarmi anche con te" dice. "Sono piombato qui all'improvviso, ma non sapevo ti avrei trovato, anche se ci speravo, e soprattutto non avevo nessun modo per contattarti prima."

Derek annuisce. "Non preoccuparti. Stiles mi ha detto quello che gli hai raccontato, ma vorrei i dettagli, tutti, se vuoi."

Eli abbassa lo sguardo, Stiles forse riesce a capire perché. Ricordare quello che gli ha fatto sua madre non dev'essere facile, non quando sei solo, senza nessuno e l'unica persona che avrebbe dovuto amarti incondizionatamente è proprio quella che ti ha fatto più male. Però, capisce anche la richiesta di Derek, il suo bisogno di sapere tutto, per filo e per segno, della vita di quel ragazzo, di Kate e del perché lei glielo abbia tenuto nascosto per quindici anni. E anche sapere come ci sia riuscita.

"Io..." risponde il ragazzo, tentennando, "io voglio raccontarti tutto, però...ecco, non l'ho mai fatto."

"E non sai come potresti reagire facendolo?" gli va in aiuto Stiles. Lui annuisce. "Eli, Derek ed io non vogliamo essere tuoi nemici, vogliamo solo conoscerti. E sicuramente non ti giudicheremo. Abbiamo conosciuto tua madre, sappiamo cosa è capace di fare e immaginiamo cosa abbia potuto farti. Stai tranquillo, sei al sicuro, okay?"

Il ragazzo annuisce, mentre Derek appoggia una mano sulla gamba di Stiles, stringendola appena. Stiles lo guarda, sorridendogli, incoraggiante.

"Stiles ha ragione, voglio solo capire, capirti. Kate ha fatto cose inimmaginabili a me, al mio branco, e ho bisogno di sapere cosa abbia fatto anche a te, per capire come muovermi."

"La ucciderai?" chiede il ragazzo, lo sguardo allarmato.

"Voglio conoscere te e parlare con te, al momento non mi interessa di cosa fare con lei nel prossimo futuro. Okay?"

Eli annuisce, poi comincia il racconto. Questa volta senza risparmiare nessun dettaglio cruento.

Stiles si ritrova a piangere, ad imprecare, ad essere livido di rabbia in più punti del racconto. Non riesce a capire come una madre abbia potuto trattare il figlio così e vedere Eli tremare mentre racconta gli fa seriamente del male all'anima. E per Derek dev'essere anche peggio. Da quando Eli ha iniziato il racconto dei suoi tre anni e di quando si erano manifestati i primi segnali del suo essere mannaro, ha illuminato gli occhi di rosso e il colore non è più mutato.

"...e quella notte quindi mi ha tenuto a testa in giù su questa specie di ruota, che mi tirava tantissimo, mentre mi dava scosse elettriche. Era il mio decimo compleanno."

"Basta così" lo interrompe Derek. "Scusa se ti ho fatto tornare alla mente tutto questo, non volevo" aggiunge, alzandosi e abbassandosi davanti al ragazzo. Stiles lo vede prendere qualcosa dalla tasca, un fazzoletto, e passarlo ad Eli, che si asciuga le lacrime.

"Non è colpa tua" dice. "A volte" dice, con uno sbuffo di risata, "quando ero più piccolo, immaginavo che il mio papà venisse a salvarmi portandomi via, sai? Anche se lei diceva tutte quelle cose orribili su di te, dentro di me ho sempre saputo che erano tutte inventate, che se non eri lì, era solo perché sei...diverso da lei. Se tu fossi stato cattivo, saresti rimasto al suo fianco, no? Quindi immaginavo questo uomo senza volto che spalancava la porta di casa di notte e mi portava via correndo" conclude con un sorriso.

Stiles nemmeno prova più a trattenere i singhiozzi. Tira rumorosamente su col naso, mentre Derek risponde.

"Mi dispiace non essere stato lì, di non essere venuto a portarti via da quel posto."

"Non è colpa tua, non sapevi nemmeno della mia esistenza, come avresti potuto? Non assumerti colpe non tue, è solo colpa di mamma."

Stiles vede entrambi girarsi di scatto verso di lui e si porta le mani alla bocca.

"Scu-scusate, no-non riesco a trattenermi" dice, singhiozzando ancora più forte.

Derek alza gli occhi al cielo, tornando a sedersi sul divano. Stiles nota subito che i suoi occhi sono di nuovo verdi.

"Okay, Eli, ti credo" dice.

"Davvero?!" esclama il ragazzo, "cioè, è tutto vero, eh, ma davvero già mi credi? Non devo dimostrare nulla? Non...cioè, voi mi credete e basta?"

"Sì, ti credo e basta. Però c'è un'altra domanda che vorrei farti."

Eli annuisce "Sì, dimmi, dimmi tutto."

"Sei venuto qui, mi hai trovato, ci hai trovati" dice, prendendo la mano di Stiles, "ora, cosa speri succeda? Cosa ti aspettavi, nel caso noi ti avessimo creduto?"

Eli sembra rifletterci.

"Io non mi aspettavo nemmeno di trovarti, in realtà, ma...quando immaginavo di farlo, e se immaginavo andasse tutto bene, io...immaginavo anche di conoscerti, di passare delle giornate con te, di sapere come fossi, cosa ti piacesse fare, mangiare. A volte mi chiedevo anche quale fosse il tuo colore preferito" dice, sghignazzando. "Ci vedevo a cena fuori, o a fare una passeggiata. Qualche volta immaginavo tu avessi una moglie, magari qualche altro figlio" dice, poi si rivolge a Stiles, "scusa, non intendo che non mi piaccia ci sia tu, anzi. Semplicemente era la mia immaginazione di bambino".

Stiles gli sorride, per nulla offeso.

"Anche tu mi stai simpatico" dice.

"Immaginavo anche di raccontarti tutto di me, dei miei zii, di quello che c'è stato di bello nella mia vita, perché non c'è stata solo mamma, ma tanto altro."

Derek lo guarda, poi guarda Stiles che gli sorride, annuendo impercettibilemente. Stiles sa che sta facendo la cosa giusta, sa che quel ragazzo porterà solo del buono nella vita di Derek. Nonostante Kate, nonostante sa che dovranno affrontarla. Sa che Derek si merita di conoscere Eli e che Eli si merita di conoscere Derek. Di conoscere suo padre. Ed è così felice per loro.

Derek rivolge lo sguardo al ragazzo.

"Il mio colore preferito è il verde" dice. "E domani sera sono libero per cena, così come è libera una stanza a casa mia. Così Scott è contento."

Stiles sa già che non dimenticherà mai l'espressione di felicità sul volto di Eli, i suoi lacrimoni di gioia e l'impatto col suo corpo dopo che il ragazzo si alza e li abbraccia entrambi, inginocchiandosi ai loro piedi.





La parola era "INNOCUO".

365 Sterek (2021) vol.1Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora