15. Doppio compleanno

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Pov's Carlotta
Siamo agli sgoccioli della quarta puntata e l'ansia inizia a farsi sentire più del dovuto.

Il provvedimento disciplinare preso dalla redazione in settimana è stato abbastanza ingiusto a parer mio, ma ho lasciato scorrere poiché credo nella bravura e nelle potenzialità dei miei amici e sono sicura batteranno i loro sfidanti ad occhi chiusi.

Ma passiamo ad altro. In settimana son successe tante altre cose, che ora vi racconterò pian piano.

Lunedì come sempre Veronica mi ha convocato in sala 6 per assegnarmi le coreografie da portare poi in puntata.

Sono rimasta molto contenta dei pezzi dati e la maestra è stata felicissima nel vedere che le coreografie mi erano uscite molto bene già da subito.

Finite le prove lascio la sala e nei corridoi incontro Luigi in lacrime. Mi racconta ciò che è successo e io istintivamente lo abbraccio. Lui è un ragazzo sincero eppure non fa altro che nascondere le sue emozioni sotto una corazza di strafottenza.

Sembra prendere sempre tutto molto alla leggera, nonostante ciò io l'ho capito fin dall'inizio. Tende a sopprimere le emozioni negative facendosi vedere sempre sorridente e spensierato, ma io sono così simile a lui che non è riuscito ad imbrogliarmi.

So cosa si prova, so cosa si passa prima di diventar così, so come ci si sente a stare in condizioni del genere e quanto brutto sia non essere compreso o aiutato.

Lo accompagno fino in bagno e mentre lui si sciacqua la faccia, io lo aspetto sulla soglia della porta, in tutto ciò chiacchieriamo un po'.

Successivamente torniamo insieme a casa e lui si mette subito a lavoro con le canzoni assegnate. Io, invece, mi vado a fare una doccia veloce e poi dò una mano a Flaza in cucina.

Dopodiché ci ritroviamo tutti a tavola a cenare. Finito io, Sere, Albe, Alex e Betta usciamo nel giardinetto del retro ed io mi ritrovo tra il ricciolino e l'altra ballerina.

Parliamo del più e del meno, finché Giacomo non viene a chiamare Alex.

Qualche istante dopo io, Sere, Carola, Luigi, Albe, Giacomo, Alex e Inder, siamo in camera dell'allievo di Lorella ad ascoltare il suo inedito in radio.

Ovviamente non ci limitiamo ad ascoltarlo essendo che ci mettiamo a cantarlo a squarciagola.

Stanchi, ma comunque felici, ci dirigiamo ognuno nella propria stanza.

Il giorno dopo mi sveglio come il solito con il mio incubo, ma quando mi accorgo che qualcuno mi sta abbracciando mi tranquillizzo sul colpo.

Di solito c'era uno dei miei genitori a tranquillizzarmi, ma sta volta non fu così.

Mi vergognai tantissimo quando riconobbi il profumo di Elisabetta, collegando a lei le braccia che mi stavano stringendo a se.

Nessuno doveva scoprire di questa cosa, ne avevo estremamente paura. Chiunque l'avesse scoperto mi aveva abbandonato subito dopo e non volevo ricapitasse.

Mi staccai da lei e la guardai negli occhi. Essa fece lo stesso e io riuscì a vedere del dolore, ma allo stesso tempo della comprensione in quegli occhi in cui ci rivedevo tanto me stessa.

Cercai di aprire la bocca più volte, per spiegarle, parlarle o anche solo cercare di emettere un suono. Avrei voluto dirle così tanto, ma scoppiai a piangere, incapace di raccontare quell'orrendo passato che mi aveva segnato così tanto e che ancora oggi faceva male.

MerakiWhere stories live. Discover now