95. Ennesimo confronto

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Pov's Carlotta
Sbuffai stanca. Erano ormai 10 minuti che ascoltavo Alex e Calma litigare e per quanto fossi d'accordo con il primo, non vedevo l'ora che smettessero per stare un po' con il castano.

<<ne hanno sempre una per giustificare il loro ultimo posto e qui non parlo solo di Calma, ma anche di Gio Montana e se noti alla fine so gli ultimi entrati e già si lamentano; mentre quelli entrati da settembre stanno zitti e faticano il doppio per non arrivare di nuovo in quella posizione>> affermò Lollo, affiancandomi.

<<si, io penso che Alex abbia ragione eh, però dall'altra parte non si può litigare ogni secondo, diventa pesante soprattutto per noi che dopo una settimana pesante vorremmo solo un attimo di pace e relax>> risposi prendendo cinque piatti: uno per me, uno per Luca, uno per Lore, uno per Checco e l'ultimo per Gigi, il quale aveva cucinato insieme al secondo per tutti e cinque noi, mentre noi restanti apparecchiavamo.

Ci mettemmo così a mangiare le piadine calde, durante quella discussione, parlando tra di noi e facendo quasi finta di niente.

Poco dopo finimmo e io sparecchiai insieme a Luca, per poi andare nella stanza verde da Alex, che aveva da poco messo un punto al litigio con Marco.

<<conta che lui ha sbagliato e sta nel torto marcio quando inizia a dire una stronzata del genere, perché questa è una stronzata però, cazzo, sei intelligente, non urlargli addosso, perché così passi nel torto>> disse Luca, mentre Alex si toglieva la maglietta e sistemava i suoi panni, ed io ero seduta sul letto di Chri, di fianco a Lore, ad ammirare il suo corpo, capendo ben poco di quel che aveva detto Luca.

<<ci sei o devo chiamare un dottore?>> mi sussurrò il biondo fragola.

<<è meglio che tu chiami un dottore, fidati>> dissi prestandogli solo un minimo di attenzione, dato che il resto la stavo usando nel osservare gli addominali di Ale.

<<capisco che ti piaccia, però nemmeno a sbavare così eh>> replicò sorridendo beffardo.

<<io non sto sbavando!>> esclamai a voce bassa, rifilandogli un occhiataccia.

<<certo, penso che ti servirebbe una bacinella per contenere tutta quella saliva>> annunciò.

<<smettila>> mormorai dandogli un leggero colpetto sulla nuca.

<<io sono umano. C'è, comunque, se tu continui a parlare e io ti ripeto sempre quello che sto dicendo, continuo, continuo, continuo e non mi fai mai finire una frase dove sto dicendo la mia, in più mi dici pure "non me ne frega nulla di quel che mi devi dire", cioè io che cazzo devo dire?>> cercai di ripristinare la mia attenzione sulle parole del castano, mentre si sfogava, e non su quel che era il suo bellissimo corpo.

<<bravo -battette le mani- vai fuori, cioè che ti devo dire, devi andare fuori a fumare, vai fuori, ciao>> proseguì esso.

<<okay, ma nel senso potevi anche, un attimo, gestirla meglio>> asserì Lda.

<<superiore, che devo stare zitto, che non...c'è che cosa centro, non devo dire un cazzo>> replicò Ale, ignorando le parole dell'alunno di Rudy.

<<ma scusa ma chi sei? Ma chi sei te?>> domandò poi in seguito.

<<e infatti tu hai fatto bene a tornare indietro e a parlare, però quando poi alzi il tono della voce lì. Vai tu nel torto. Io questo solo ti sto dicendo>> gli disse Luca.

<<lo sa pure lui che sta dicendo una minchiata, per me>> rispose il castano, spostandosi verso il bagno.

<<vabbè, però Ale, ora basta dai>> gli feci gli occhietti dolci, a cui lui non sapeva affatto resistere.

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