102. C&C: l'aiuto di Carlotta

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Pov's Carlotta
Era passato solo un giorno da quando io e Lollo avevamo cambiato prof e in quell'arco di tempo avevamo avuto l'opportunità di parlare con Veronica, che ci siete ulteriori spiegazioni.

Era molto dispiaciuta, ma credeva fosse quella la cosa migliore e noi l'appoggiavamo, essendo che dopo quelle due settimane in sala con la Cele ci avevano seriamente aiutato caratterialmente. Perciò decidemmo di restare nella squadra in cui attualmente eravamo collocati e ci stavamo concentrando molto su questa prima puntata.

Lo stavano facendo tutti, ma purtroppo c'era anche chi tutta quella pressione non la reggeva a causa della stanchezza e del cuore spezzato.

<<Caro, oh, ma che stai facendo?>> gli domandai correndo vicino a lei, che era seduta sul divano del salotto, per poi bloccargli il polso, impedendogli così di tirarsi uno schiaffo da sola. La osservai, aveva gli occhi spenti, i capelli castani erano raccolti in una coda e il viso era interamente bagnato dalle lacrime.

Non dissi altro. L'abbracciai. Non aveva bisogno di conforto, aveva solo la necessità di sentire che qualcuno era lì per lei.

Eravamo molto simili per molti aspetti e questo era uno di quelli.

Ricambiò scoppiando totalmente a piangere sulla mia spalla. La lasciai sfogare.

Era giusto così. C'era una quantità eccessiva di pressione per lei, ed essa era troppo sensibile per sopportarla tutta.

<<è stata una giornataccia Lola>> piagnucolò la ballerina di classica.

<<non vedo l'ora che finisca>> continuò.

<<manca poco Caro, stai tranquilla. È solo una giornata no, domani sarà tutto diverso>> affermai accarezzandogli la schiena.

<<hai solo bisogno di riposarti un pochino>> proseguì, cercando di rassicurarla il più possibile con altre parole di conforto.

<<manca ancora tutto il pomeriggio, io ho ancora altre lezioni Lola>> si lamentò disperata.

<<vabbè allora vengo con te>> commentai.

<<posso aiutarti no?>> chiesi.

Lei si staccò un attimo, mi guardò per capire se stessi facendo per davvero e poi mi sorrise, ributtandosi tra le mie braccia.

Oh Carolina Carolina, quando capirai che quando ci stai di mezzo tu, io farei di tutto?

Ero per l'appunto in sala 10 con Carola e il maestro Montesso che aveva approvato felicissimo la mia proposta.

Le prove erano ormai iniziate da un pezzo, ma era tutto inutile. Carola aveva solo l'esigenza di dormire un po' e tuto questo lavoro la spezzava.

Alla fine quella lezione si concluse pure prima, essendo che il maestro si stufò delle imperfezioni enormi che Carola eseguiva nella coreografia, perciò lasciò quella sala persino mezz'ora prima della fine effettiva di quella lezione.

Io non mi scoraggiai. Era vero, la mia migliore amica aveva bisogno di riposo, ma io gli leggevo negli occhi anche qualcos'altro.

Decisi quindi di mettere della musica a caso e di prenderla per mano.

<<lasciati andare>> mormorai prima di iniziare a ballare totalmente a caso insieme a lei.

Ci divertimmo, ed essendo quello lo scopo di quella mia azione ne fui abbastanza bsoddisfatta.

Alla fine ci abbracciammo e lei mi sussurrò un flebile "grazie" al quale io risposi "le amiche, quelle vere, fanno questo e altro, Carolina". Dopodiché le scioccai un bacio sulla guancia e la lasciai rivestire, così da tornarcene un po' più leggere dentro in casetta.

MerakiWhere stories live. Discover now