115. Quinta puntata del serale

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Pov's Carlotta
Era sempre la stessa routine. Mi sveglio, mi vado a fare una bella doccia cercando di ignorare quella strana sensazione nello stomaco, che molti identificherebbero come una bruttissima sensazione, ma che io ho ormai fatto coincidere con la fame.

Per questo motivo, una volta fuori dalla doccia e dopo aver asciugato i capelli, vado in cucina e mi preparo una bella tisana accompagnata dai soliti biscotti.

<<è bello vedere che in tutti questi mesi la tua colazione sia sempre rimasta la stessa. È una specie di certezza>> commentò Albe.

<<eh si>> dissi guardandolo confusa. Erano settimane che ci scambiavamo al massimo due parole contate.

<<perché mi guardi così?>> domandò.

<<perché tu parli con me?>> chiesi di rimando.

<<ahhh ho capito. Pensi che dato che io stia con Serena non debba rivolgerti la parola per via del vostro conflitto>>

<<lei il conflitto c'è l'ha con se stessa. Ha praticamente fatto tutto lei e sta continuando così>> affermai rivolgendo nuovamente l'attenzione ai miei biscotti.

<<beh io credo che sia tu il problema>> replicò.

<<come scusa?>> in ben che non si dica il mio sguardo tornò su di lui per fulminarlo.

<<si. Hai praticamente litigato con mezza casetta>>

<<ed è qui che ti sbagli, mio caro Albe. Io non ho litigato proprio con nessuno, semplicemente rivolgo la parola solo a chi io ritengo importante e si, ammetto che si possono contare sulle dita e ho smesso di parlare con la maggior parte della casetta, ma fatti loro. A me non frega più nulla>> risposi.

<<sono stata dietro a fin troppe persone cattive come la tua ragazza, credendo ci fosse del buono e magari c'è, gli do pure il beneficio del dubbio nonostante lei da me si meriti solo uno sputo in un occhio>> continuai.

<<ma ora non sono più ingenua. Non correrò più dietro a nessuno, se qualcuno vuole uscire dalla mia vita è libero di farlo, io non lo rincorrerò. Ma non ti credere che dopo avermi abbandonata la porta sia sempre aperta, perché non lo sarà mai. Penso piuttosto che sarà blindata e impossibile d'aprire>>

<<ma tanto chi se ne frega. Chiunque se ne sia andato non merita il mio perdono, ma tante bellissime parole che non ho timore di dire>> conclusi, prima di alzarmi, dare l'ultimo morso a un biscotto e rimettere tutto a posto.

<<bye Alberto>> lo salutai con tanto di mano.

Tornai in stanza trovandola già vuota. Da lì capii che era stata Serena ad aver mandato Albe da me, utilizzandolo come un burattino da comandare a proprio piacimento, ma non c'è da sorprendersi dopotutto lo ha fatto fin dall'inizio.

Alzai gli occhi al cielo, stanca di quei compagni che inizialmente adoravo così tanto e che consideravo tutti speciali, per poi cominciare a prepararmi.

Misi un top e una culotte nere, più la seguente maglia:

Misi un top e una culotte nere, più la seguente maglia:

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MerakiOù les histoires vivent. Découvrez maintenant