34. Serena, Carola e Lola

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Pov's Carlotta
<<Carlotta scusami, posso parlarti?>> domandò Simone, entrando nella stanza delle gradinate.

Mi allontanai dal volto del ricciolino, per sedermi poi di fianco a lui, con un espressione confusa in faccia.

Mi ero allontana molto da Simone in quest'ultimi giorni, ma il motivo non era chiaro neanche a me.

L'avevo legato semplicemente ad un allontanamento casuale, dovuto al mio avvicinamento agli altri compagni nella casetta, essendo che in quella settimana stavo cercando il più possibile di stare accanto a tutti.....tutti tranne che a lui.

<<oh...ehm...ciao Simo>> vacillai un pochino prima di salutarlo. Non avevo tanta voglia di parlarci, soprattutto non oggi dove il mio entusiasmo era alle stelle e stavo passando qualche momento insieme ad Albe.

<<ciao Carlotta, ti ho fatto una domanda potresti gentilmente rispondermi?>> mi chiese.

Rimasi pietrificata da quelle parole.
Era da giorni che non parlavamo e non ci calcolavamo a vicenda, eppure non ci eravamo fatti nulla di male, quindi non capì il motivo del suo tono così duro nei miei confronti.

<<ehy vecchio, sta parlando con me adesso, magari parlerete domani se lei vorrà>> si intromise Albe, vedendomi in difficoltà nel rispondere.

A quelle parole vidi lo sguardo di Simone fulminare il cantante della Pettinelli, per poi guardare me in modo triste e andarsene.

<<grazie>> sussurrai ad Albe.

<<e di che>> replicò.

<<che ne dici se ci vado a preparare dei buonissimi pancakes?>> mi domandò subito dopo.

<<non è che mandi a fuoco la cucina?>> chiesi di rimando.

<<non mi chiamo mica Carlotta>> scherzò lui, alzandosi e avviandosi verso la cucina.

<<aspetta, ti vengo a dare una mano>> dissi prendendo le mie cose, per poi corrergli dietro.

Venerdì. Amavo questo giorno della settimana eppure oggi era una di quelle giornate iniziate in malo modo, che però si andò a migliorare grazie ad alcune persone...

Mi ero svegliata con l'ennesimo incubo, ma sta volta feci un po' di casino in più, svegliando le mie compagne di stanza che subito si affrettarono a venirmi vicino e a cercare di tranquillizzarmi.

Fui poi costretta a raccontargli tutto, ormai avevano il diritto di saperlo. Le avevo svegliate e una spiegazione se la meritavano.

Le loro reazioni furono abbastanza diverse. Carola sembrò sorpresa nel sapere dei miei incubi, ma allo stesso tempo si colpevolizzo di non essersene accorta. Serena, invece, sembrava aver già capito tutto, infatti non mi sembrò particolarmente stupita, ma comunque anche lei si diede delle colpe.

Successivamente le tranquillizzai, dicendo che andava bene così e che non volevo se ne rendessero conto, piuttosto avrei preferito che non lo venissero a sapere per non farle preoccupare.

Infine proposi di andare a fare colazione e loro acconsentirono, dandomi una mano ad alzarmi anche se ne ero in grado.

Non mi fecero fare nulla, fu Serena a prepararmi la mia solita tisana, mentre Carola mi mise i miei biscotti preferiti a tavola, che però stavo cercando di levare data la dieta da seguire.

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