118. C&C: mi servi tu per stare bene

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Pov's Carlotta
Ero nella sala 10 a provare da sola una delle coreografie che mi aveva assegnato quella settimana la Celentano.

Ero parecchio stanca e avevo un forte mal di testa penso a causa dell'unica ora di sonno che avevo fatto quella notte. Questi sintomi mi impedivano di saltare e girare come avrei dovuto fare nella coreografia, causandomi così anche un forte malumore.

Ad una certa fui persino costretta a fermarmi, perché vedevo tutto sfocato e man mano che andavo avanti mi sentivo sempre più debole.

Inoltre mi sembrava che ogni rumore fosse distante, anche se in realtà era causato dalla sottoscritta e quindi era più vicino di quando pensassi.

Mi misi con le spalle al muro, scendendo verso il pavimento, sedendomi. Sapevo fin troppo bene cosa sarebbe accaduto da lì a poco.

Frugai nel mio borsone in cerca delle pillole che prendevo in quei casi, non trovandole.

Mi ricordai di averle lasciate nell'armadietto in bagno, per far sì che nessuno le trovasse casualmente nella borsa.

Iniziai ad andare in panico, non volevo svenire, non lì, non in quel modo.

Provai ad alzarmi, ma purtroppo avvenne quello che temevo: persi conoscenza.

Pov's Alex
Dovevo parlare assolutamente con Carlotta. Avevo trovato in bagno una lametta sporca di sangue e l'avevo subito collegata a lei, lei che si ostinava ad indossare le felpe a maniche lunghe nonostante il caldo che facesse in casetta.

Quello che stava facendo era davvero pericoloso e io non potevo permettergli di continuare. Dovevo fermarla prima che facesse qualche altra cazzata.

Pov's Albe
Alex era uscito di fretta e furia dalla casetta e Serena mi era sembrata molto intenzionata a seguirlo.

In quel momento mi vennero in mente mille paranoie e di certo i post su Twitter dove loro due venivano shippati non mi aiutavano.

Io amavo Serena e lei sembrava amare me, ma era da quando Carlotta e Alex si erano allontanati che anch'io e Serena avevamo smesso di essere un noi.

Pov's Alex
<<Carlotta>> dissi, buttandomi completamente a terra di fianco alla ragazza che avevo appena trovato priva di sensi in sala 10.

<<aiuto>> urlai alzandole leggermente la testa, per poi posarla sulle mie cosce, mentre sentivo gli occhi bruciarmi maledettamente.

<<aiuto>> continuai in preda al panico, guardando fisso il volto angelico della ballerina, cercando di controllare attraverso il suo collo il battito cardiaco.

<<che cazzo succede?>> arrivò di corsa Dario.

<<aiutami, ti prego>> lo supplicai. Non era una cosa da me, ma in quel momento il mio unico pensiero era rivolto alla mia bimba.

<<okay, okay, mantieni la calma>> mi disse avvicinandosi velocemente a noi e alzando all'aria le gambe della ragazza.

<<quando si sviene vuol dire che il sangue non arriva al cervello, così facendo invece il flusso dovrebbe arrivarci e far sì che lei riprenda conoscenza>> cominciò a straparlare. Di certo era una cosa che non accadeva ogni giorno e quando succedeva era un infarto.

<<perché non funziona?>> gridai.

<<ci vuole qualche minuto Alex>> mi rispose con lo stesso tono di voce il ballerino.

<<okay, okay>> sussurai, posando la mano sinistra sulla sua.

<<Alex>> mormorò dopo qualche minuto di silenzio la castana.

MerakiWhere stories live. Discover now