Capitolo 17

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Io e Jos siamo tornate a casa ed io mi sono cambiata. Non volevo sembrare troppo elegante, ma nemmeno proprio una che andava via con il pigiama. Così, Jos mi ha consigliato di mettere i vestiti che avevamo comprato insieme. Ma mi ha "costretto" di indossare i leggins, che io di solito uso per fare sport. Per fortuna, ci avevo abbinato una maglia abbastanza lunga e colorata e le mie Vans.

Vado verso il negozio, ma ci vado a piedi. Devo fermarmi a comprare le sigarette al distributore. Noto con piacere che la macchinetta si trova a due metri esatti dal negozio e che quindi, dopo aver preso non uno ma ben due pacchetti, mi dirigo verso il negozio.

Apro la porta e mi ritrovo la mia vita davanti. Scaffali pieni di libri e tavoli pieni di dischi dagli anni '20 agli ultimi appena usciti.

"Come posso aiutarla?" Mi chiede una ragazza con i capelli ricci.

"Sono Amanda, vi ho contattato questa mattina per il posto di lavoro.." Mormoro.

"Oh, Amanda! Sono Diana" Mi dice lei venendomi in contro e stringendomi la mano.

"Piacere" Diana è una ragazza semplice, non una bellezza grandiosa, ma comunque ha il suo perché.

"Se vuoi seguirmi, andiamo nel mio ufficio" Gira il cartellino da 'aperto' a 'torno subito' e ci dirigiamo verso un corridoio. Tutto il negozio, di per se, è bellissimo. C'è un sacco di luce, la musica di sottofondo e le citazioni di libri famosi sugli scaffali lo rendono un posto unico.

Quando ci sediamo, Diana tira fuori un computer.

"Allora, parlami un po' di te. Da dove vieni e tutto il resto. Sai, sono le procedure. Dobbiamo assicurarci di non assumere un serial killer" Ride lei.

"Beh, sono nata in Virginia. Mia madre era americana e mio padre aveva origini nordiche. Ho girato molto per l'Europa e l'America da piccola, ed ho imparato il tedesco, il francese e il russo. Il tedesco è molto simile alla lingua madre di mio padre, quindi quando la sentivo parlare in casa capivo la maggior parte dei discorsi. Per me è stato facile imparare il tedesco. Mi sono trasferita da pochi anni a Seattle e sono, anche da poco, morti i miei genitori" Deglutisco rumorosamente, ma continuo "Ho vinto una borsa di studio alla Seattle University e quindi adesso sto cercando un lavoro per mantenermi da sola, al posto di far sborsare soldi ai pochi parenti rimasti"

Diana mi ascolta attentamente e intanto scrive qualcosa sul computer. Immagino la mia 'storia'.

"E parlami del tuo cancro" Mi chiede lei.

Cominciano a sudarmi le mani. Adesso, mi guarderà con la faccia da medico che non può fare nulla per salvare la bimba senza capelli con il cancro.

"I-io.. Ho avuto un cancro alla tiroide quando avevo undici anni. Il mio dodicesimo compleanno l'ho passato in coma per eccesso di farmaci. Sono guarita, ed ora sono pulita. Ma comunque il cancro mi perseguita" Dico cominciando a guardare le mie gambe.

"Lo so.." Mormora lei.

"Cosa?" Chiedo.

"Che il cancro non ti lascia più" Mi dice lei.

"E come?" Chiedo. Cosa ne sa lei?

"Ho avuto un cancro al braccio destro, sul tricipite. Mi avevano detto che avrei perso il braccio e che non potevano fare niente. Mi hanno dato un farmaco sperimentale e stranamente, il mio braccio ha cominciato a tornare normale. La massa si è rimpicciolita sempre di più fino a scomparire. Anche se sono pulita da tredici anni, ho ancora paura di perdere il braccio.." Mi dice lei chiudendo il computer e sistemandosi meglio sulla sedia.

"Come dice la mia amica, siamo state solo meno fortunate nella vita, ma che ora siamo pronte per fare vedere al mondo chi siamo davvero. Non è giusto?" Chiedo cercando di alleggerire la tensione.

"Hai ragione" Mi sorride.

**

Dopo avermi fatto vedere tutto il negozio e il magazzino, Diana mi saluta e mi dice di tornare lunedì per cominciare. Avrei fatto l'orario dalle tre e mezzo fino alle sette e mezza. Quindi, avrei dovuto correre dal campus fino a qui e poi, quando sarei tornata, avrei dovuto fare i compiti. Nella mia testa stavo già programmando la mia vita.

Jos è stata presa come truccatrice alla profumeria del centro commerciale e iniziava subito oggi con una prova.

Devo andare a prenderla tra quaranta minuti, così ne approfitto per andare fino al parco vicino al campus.

Mi siedo su una panchina e mi metto ad ascoltare il suono degli animali e dei bambini che giocano.

Sono immersa nei miei pensieri.

Comincio a pensare a mamma, a papà e all'incidente. La casa era così bella quando c'erano loro. Era accogliente e profumava di cannella. La mamma adorava quei tipi di profumi, me li spruzzava pure sui vestiti. Papà mi raccontava sempre le sue leggende tradizionali e faceva le imitazioni del suo capo. Anche mamma prendeva in giro i suoi datori di lavoro, solo per fare ridere me. Avrei tanto voluto avere un fratellino o una sorellina, almeno ora avrei dovuto prendermi cura di qualcuno. Pensare che i miei genitori hanno dedicato la loro vita per salvare la mia, e che l'hanno persa come un bambino perde la palla quando gioca, mi fa stare male. Mi sento ogni giorno più in colpa per vivere, per respirare e per ridere. Loro dovrebbero stare qui, non io. Io avevo già la fine segnata, loro no. Ma Dio ha deciso di prendere loro, perché come dice nonno 'Dio si prende sempre i fiori più belli dal suo immenso campo'. Loro erano due fiori bellissimi e profumati che facevano sembrare tutti i fiori brutti e insignificanti. Dio non poteva permettere di non avere due fiori così nel suo vaso.

Il telefono che suona mi distoglie dai miei pensieri su una specie di paradiso dove mamma e papà corrono tenendosi per mano.

"Pronto?" Rispondo.

"Amanda Clarks?" Chiede una voce maschile.

"Si?" Non l'ho mai sentita questa voce.

"Sappi che tu e il tuo amico Styles siete finiti" Risponde serio.

"Ma che dici?" Chiedo.

"Lo scoprirai" Attacca.

"Pronto? Pronto!" Urlo.

L'ansia comincia a impossessarsi di me. La fitta torna e sono costretta ad accasciarmi a terra.

Così chiamo la prima persona a cui penso.

"Devi aiutarmi.." Supplico appena risponde.

E poi, vedo tutto sfocato e cado a terra senza sensi.





-P.s. Buona sera lettori di questa storia. Oggi ho fatto accadere molte cose, quindi mi prendo la mia bella notte per dormire ed elaborare qualche altra avventura. Spero piaccia.

Baci.

Can we grow up together? •H.S.Where stories live. Discover now