Capitolo 24

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Le mie mani ormai sono diventate rugose e spugnose. La cenere e i mozziconi sono una montagnola a lato della vasca.

Il telefono sopra il lavandino suona. Non mi alzo.

Alzo lo sguardo per vedere le ore. Le quattro.

Sono rimasta qui per tre ore. Solo ora mi rendo conto che l'acqua è fredda. Accendo l'acqua calda e lascio che mi scaldi un po'.

Quando raggiunge la temperatura giusta, mi asciugo le mani sull'accappatoio nella sedia vicino a me e prendo il libro.

'C'è un cadavere in biblioteca'.

Un ottima scelta, non solo perché fuori c'è un tempo di merda e che questo è un thriller, ma perché Agata Cristie scrive troppo bene.

Mi accendo un'altra sigaretta e con l'altra tengo il libro.

Quando butto il mozzicone per terra, il telefono suona ancora.

Non mi alzo.

Rimango lì a leggere il libro.

Suona ancora per cinque o sei volte, ma io rimango lì.

Mi immergo nella lettura e finisco il libro.

Mi accendo un'altra sigaretta.

Quante ne ho fumate? Guardo vicino a me. Una trentina, penso.

La fumo con estrema calma, concentrandomi a fare dei cerchi con il fumo.

Butto il mozzicone e mi decido ad uscire.

Le sei.

Mi avvolgo l'accappatoio e stappo la vasca da bagno, così che l'acqua scenda giù. Accendo l'asciuga capelli e lo appoggio sul piano del bagno.

Mi slego la coda e noto che i miei capelli sono tutti arruffati e bagnati. Prendo l'olio nel mio armadietto e me lo passo su tutti i capelli. Spazzolo decisa e poi mi asciugo i capelli.

Quando sono abbastanza normali e asciutti, mi faccio una treccia.

Decido di mettermi un po' di crema.

Passo la crema su tutto il corpo.

C'è il totale silenzio, solo il rumore rilassante dell'asciuga capelli.

Mi metto la biancheria ed una maglia larga a maniche lunghe. Raccolgo tutta la cenere e i mozziconi e li butto nel cestino. Metto i calzini lunghi fino al ginocchio e corro giù per le scale, prendendo il telefono.

Mi distendo sul divano e mi copro con una coperta.

Il telefono suona.

Automaticamente clicco verde, senza guardare chi è. Decido di non parlare.

"Amanda!" Urla Harry.

"Amanda, cazzo rispondi!" Urla più forte.

Mugolo per far capire della mia presenza.

"Dove sei?" Parla, cercando di calmarsi.

Non rispondo ancora.

"Dove sei!" Urla.

"Smettila.." Mormoro.

"Dove sei?" Chiede ancora.

" A casa mia" Sussurro. Tanto non sa dove abito.

"Arrivo. Dammi il tuo indirizzo" Comanda.

"Ma io non ti voglio" Sputo.

"Dammi questo cazzo di indirizzo!" Urla.

Can we grow up together? •H.S.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora