Capitolo 84

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Harry's Pov

Cammino avanti e indietro per tutti i corridoi di questo ospedale. Quando ho visto Amanda andarsene, qualcosa dentro di me diceva di seguirla. Mi sono detto 'andrà tutto bene, te l'ha promesso Lei'.

Ma quando sono arrivato al parcheggio, non ce l'ho fatta. Sono corso dentro l'aeroporto, ma il volo di Amanda era già decollato. Per mia fortuna, ho trovato un biglietto verso New York, ma che sarebbe partito in due ore.

Senza pensarci due volte, l'ho comprato e sono tornato a casa per sistemare due cose e prendermi su almeno un cambio. Ma di me, in quel momento e in questo, non me ne fregava un bel niente. Ho preso il minimo indispensabile perché so che torneremo a casa insieme.

Io e Amanda torneremo a casa insieme.


Ormai è da più di tre ore che Amanda è dentro quella sala operatoria. Ed io, non so nemmeno dove si trovi il suo tumore.

Ammetto, è stata davvero brava a nasconderlo; di solito traspare tutto dai i suoi occhi a mandorla. Ma si vede che questa volta, voleva farla franca. Io sapevo, perché avevo parlato con quella signora riguardo questo intervento. Ero incredulo, confesso, sul fatto che Amanda fosse così forte nonostante un altro tumore stesse prendendo il sopravvento su di lei.

Ma sentire pronunciare la sua condanna di morte da Lei stessa, ha fatto scattare qualcosa in me. Io l'ho sempre considerata un divertimento e forse era una scusa per mentire più a me stesso che a Lei. Ma quando ho scoperto che Lei era di più, sentire quelle parole mi hanno spezzato il cuore.

Mi sono innamorato, e me ne sono reso conto solo ora. Ora, che Lei potrebbe non farcela.


Tiro fuori, dalla mia borsa improvvisata, il mio diario ormai sgualcito. Scrivo qui sopra, da quando ero adolescente, tutti i miei pensieri. Tutto è iniziato con delle poesie e dei testi di canzoni che sentivo e me le riportavo su quelle pagine per non dimenticarle mai.

Ho scritto tanto per Amanda, dalla prima volta che l'ho vista. Ho scritto pezzi di canzoni che mi facevano ricordare quel carattere cocciuto.

L'infermiera che mi ha fatto anestetizzare Amanda mi passa davanti, camminando come un fulmine.

"Ehi!" Mi alzo e la raggiungo.

"Che cosa c'è, ragazzo?" Chiede dirigendosi al suo bancone e cercando delle carte.

"V-volevo sapere di Amanda. Amanda Clarks, la ragazza che mi avete portato via più di tre ore fa" La voce mi trema. Forse è paura?

"Non so niente sull'intervento" Si mette gli occhiali sul ponte nel naso.

"Pretendo di sapere qualcosa, cazzo!" Alzo la voce, disperato.

"Ragazzo, non farmi chiamare la sicurezza" Sputa.

"Mi scusi, so che esagero. Ma deve capire che non sono tranquillo finche lei non mi dice che il cuore di Amanda batte ancora. La prego" Supplico.

Vorrei piangere e tirarmi i capelli. Vorrei ripetermi a me stesso che sono stato un idiota. Vorrei rivedere Amanda e portarla a casa. Vorrei che lei lasciasse il dormitorio. Vorrei che lei si trasferisse nella mia casa. Vorrei finire la scuola con Lei. Vorrei laurearmi con Lei. Vorrei dirle che so che cosa provo, ora. Vorrei dirle che, anche se le circostanze non ce lo permettono, io ci sarò sempre per Lei.

Ma ora.. ora è troppo tardi.

"Vieni, non posso parlarne qui" Mi fa cenno con capo di seguirla.

La seguo, come un cucciolo abbandonato. Non sto nella pelle, ma allo stesso tempo ho la tremenda paura che mi possa dire qualcosa di orribile.

Ci fermiamo davanti ad una porta scorrevole con scritto 'Chirurgia' a caratteri cubitali.

Can we grow up together? •H.S.Where stories live. Discover now