Capitolo 20

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Amanda's POV

Esco dal bagno e sto letteralmente avvampando. Harry mi ha baciato, di nuovo. Questa volta è stato più dolce. L'altra volta è stato più violento (?). Invece, adesso, è stato talmente dolce che mi si è sciolto il cuore.

Cerco dei vestiti per Harry. Dei pantaloncini da basket, dei quali ho comprato la taglia sbagliata, e una maglia a maniche lunghe e larga con cui di solito vado a dormire.

Mentre sto tirando fuori i vestiti dall'armadio, il telefono squilla. Non mi preoccupo nemmeno di controllare chi sia.

"Pronto?" Rispondo abbastanza allegra, dato che Harry Styles si sta facendo la doccia nel mio bagno.

"Amanda, ma che piacere" Risponde una voce.

Quella voce.

Mi immobilizzo in mezzo alla stanza. Non sono capace di dire o fare qualcosa. Vorrei urlare a questa persona di andare a farsi fottere e di correre da Harry, ma sono bloccata. Il cemento immaginario che ho sui piedi mi tiene ferma.

"Sai, Amanda, è un peccato che il mio amico Harry non ti abbia già portato a letto. Di solito lo fa con tutte, ma con te no. Che cosa c'è? Sei speciale?" Ride.

"Non penso di essere speciale" Sputo.

"Oh, ma per me lo sei. Sai, il tuo amichetto mi deve delle cose. Mi deve la mia dignità. Mi ha picchiato come una femminuccia davanti a tutte quelle persone e ho perso un sacco di soldi!" Urla.

"Non sono affari miei" Cerco di finire questa conversazione.

"Si che sono affari tuoi, Amanda" Ghigna.

"Smettila di chiamarmi per nome, se io non so nemmeno il tuo!" Urlo.

Le lacrime minacciano di uscire, ma io glielo impedisco.

"Mi conoscerai presto, anzi mi conosci già. Harry tiene molto a te. Non capisco cosa ci trovi in una puttanella del primo anno come te" Mi dice.

"Non ci tiene a me" Cerco di difendere entrambi.

La porta del bagno si apre, ma non riesco a guardare Harry. Si avvicina a me. Ma io ho come le orecchie tappate.

 Gli passo il telefono e a quel punto metto in muto il mondo.

Cosa vogliono da me?

Cosa vogliono da Harry?

Perché mi trovo in questa situazione?

Non potevo rimanere la sfigata con il cancro per tutta la vita?

Ad un certo punto crollo. Metto le mani sulle orecchie e mi accascio per terra, appoggiando la schiena contro il muro.

Chiudo gli occhi e cerco di calmarmi. Me lo aveva insegnato mamma.

Comincio a ripetere ad alta voce la solita frase che dicevo quando iniziavo a piangere.

"Se non mi vedono, non mi parlano.. Se non mi vedono, non mi parlano.. Se non mi vedono, non mi parlano.."

Qualcosa mi tocca il braccio. Apro gli occhi di colpo e tolgo le mani dalle orecchie.

"Cosa vogliono da me?" Chiedo.

"Carl.." Mormora.

A quel nome rabbrividisco.

"Carl?" Ripeto.

Annuisce.

"Ho fatto un incontro con lui Lunedì sera ed ha perso un sacco di soldi. Non lo vuole accettare e se la vuole anche prendere con te" Mormora.

Can we grow up together? •H.S.Where stories live. Discover now