5. La festa.

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Quella settimana passò in fretta, era sabato e a breve sarei dovuta andare alla partita di football della scuola, la prima del campionato regionale a cui la squadra partecipava ogni anno. Dopo la partita ci sarebbe stata la solita festa che serviva per festeggiare in caso di vittoria, o consolarsi in caso di sconfitta. In altre parole, era una perdita di tempo per ubriacarsi e sballarsi. La maggior parte degli adolescenti si divertiva solo così ormai. Ad essere sincera, ci avevo provato anch'io per un periodo, pensando che una sbronza mi avrebbe potuta portare lontano dai problemi, dai casini, ma scappare non serviva assolutamente a nulla, ormai l'avevo capito, ma nonostante ciò non riuscivo ancora ad affrontare tutti i casini che avevo in testa. Avevo troppe domande, troppe cose da risolvere e assolutamente nessuna soluzione. Avrei solo voluto avere una vita diversa, ma mi era toccata quella... Comunque, avevo deciso di andare alla partita con Kat, lei ci teneva e io volevo vederla felice.

Il giovedì pomeriggio dopo la scuola eravamo andate a fare shopping per la festa e Kat mi aveva costretta, nel vero senso della parola, a prendere un vestito, che io avevo rigorosamente preso nero, scendendo a patti con lei, la quale prediligeva colori leggermente differenti. Lei aveva preso un vestito azzurro bellissimo, aveva un fisico perfetto e le stava tutto benissimo. Avevamo la stessa taglia ma io non avevo certo il suo portamento quindi, a differenza sua, io sembravo sempre e comunque un sacco di patate ambulante; per questo preferivo rintanarmi nelle mie felpe.

Erano quasi le sei, Kat sarebbe passata a prendermi alle sette quindi iniziai a vestirmi. Lasciai i miei capelli lunghi e ondulati sciolti e misi un pò di matita nera sugli occhi; inutile dire che non era per niente un trucco nemmeno paragonabile al 'carino', non era nemmeno definibile tale in realtà,visto che i miei cosmetici lasciavano parecchio, ma parecchio a desiderare. La mia gamma di trucchi si limitava ad una matita nera, mascara, correttore e lucidalabbra, probabilmente scaduto visto che era lì dall'Era dei tempi più antichi. Quella sera non avevo sicuramente intenzione di attirare l'attenzione, in realtà anche mettendoci tutto l'impegno del mondo non ci sarei mai riuscita, ma non volevo nemmeno che qualcuno guardandomi si spaventasse perchè sembravo uno spaventapasseri. Kat passò alle sette in punto da me e arrivammo alla partita dieci minuti prima dell'inizio, ci sedemmo col gruppo degli amici di Tyler e Derek. C'erano due ragazze e un ragazzo di cui non conoscevo nemmeno il nome, nè avevo mai visto la loro faccia prima di allora, non che me ne importasse qualcosa, ovviamente. Sembravano tipi apposto ma questo non impedì alla mia asocialità di mostrarsi ancora una volta. Derek era sempre gentile con me, anche Tyler lo era ma lui era molto preso da Kat, quindi non sempre mi notava.

"Hei Desteny, sei bellissima stasera." mi disse Derek all'orecchio ,con un sorriso affascinante. Odiavo i complimenti. Mi innervosivo, perchè non erano quasi mai solo complimenti, c'era sempre dell'altro e a me le congetture non piacevano.

"Grazie." risposi, cercando di abbozzare un sorriso.

Pochi minuti dopo Derek e Tyler furono chiamati dall'allenatore perchè a distanza di pochi minuti la squadra sarebbe dovuta entrare in campo. La partita iniziò e sembrava andasse anche parecchio bene all'inizio per la nostra scuola, anche se non capivo molto di football. Dopo un pò notai che sotto una delle "armature", così le chiamavo, in campo c'era anche il ragazzo che avevo conosciuto in terrazzo e che frequentava il mio corso di francese. Non dava per niente l'idea del tipo che faceva parte di una squadra, ma sembrava anche molto bravo in quel che faceva. A pensarci, nemmeno io sembravo il tipo da feste e partite, eppure ero lì. Ma mentre sul mio volto si leggeva disapprovazione e confusione, sul suo appariva solo determinazione e forza. Durante la pausa Kat andò a prendere da bere e io rimasi a guardare i giocatori al bordo del campo. Derek, Tyler e altri ragazzi parlavano tra loro. Alcuni discutevano con l'allenatore, mentre il ragazzo del terrazzo beveva una bevanda energetica da solo e sembrava con la mente altrove. Alla fine della partita capii che avevamo vinto, perchè tutti attorno a me iniziarono ad esultare felici. Non avrei mai capito cosa ci potevano trovare di tanto esaltante. Poco dopo eravamo tutti alla festa a casa di, non avevo idea di chi fosse(?)... Erano le nove e mezzo e probabilmente la festa era iniziata da pochissimo ,ma c'erano già ragazzi ubriachi ovunque. Era la prima vera e propria festa a cui partecipavo, escludendo le feste di compleanno di Kat, e mi sentivo davvero un pesce fuor d'acqua...ero abituata a quella sensazione, non riuscivo a stare bene in mezzo a tanta gente, ma ogni volta era come la prima. In realtà non ci si abituava mai davvero a quel senso di inadeguatezza che provavo. Avevo la sensazione di essere intrappolata in una bolla, non mi sentivo parte di tutto quel...mondo,  mi succedeva di continuo e ormai mi ero convinta di non essere portata per quel genere di cose, la mia anima era fatta per vivere da sola, con gli altri sarei stata sempre fuori posto.

"Allora, sei sempre cosi riservata tu?" mi chiese Derek, strappandomi dai miei pensieri, con un tono quasi timoroso. Non mi ero accorta di essermi distratta e capii che quella che lui aveva chiamato 'la mia riservatezza', lo stava mettendo in imbarazzo. Ma non era riservatezza, era semplicemente distacco, verso chiunque. Perché forse quello era il modo, e se eri abbastanza forte da mostrarti distaccato verso qualsiasi cosa o persona, forse, riuscivi a salvarti da quel dolore. Se non lo mostravi, se lo sentivi solo tu, forse, poteva anche non essere reale. O forse era stata solo la mia vita a farmi diventare così. 

"Diciamo che preferisco restare in silenzio piuttosto che dire cavolate. Molti sottovalutano le parole, non pensano al potere che hanno in realtà." risposi con un mezzo sorriso, sperando avesse inteso ciò che intendevo dire.

"Capisco, sono d'accordo.. non credo di aver mai conosciuto una ragazza come te." disse stupito. Le sue iridi color nocciola erano screziate di un verde luminoso, che io notai solo in quel momento, sotto la luce fioca della luna. 

"E' una cosa negativa?" domandai incuriosita.

"Assolutamente no." rispose sorridendo, continuava a non staccare lo sguardo dai miei occhi, tanto che cominciai a sentirne la pressione. Il peso della sua mente che mi studiava attentamente... come se fossi qualcosa di veramente tanto interessante, come se avesse inteso che per capirmi non bastava guardarmi, bisognava leggermi, e la chiave di lettura era decisamente difficile da trovare. Sorrisi a mia volta, e constatai che mi piaceva il suo sorriso e il suo modo di parlare...anche sei suoi occhi su di me cominciavano ad innervosirmi, come succedeva spesso con chiunque posasse il suo sguardo su di me per più di trenta secondi.

Non ebbi nemmeno il tempo di realizzare, che all'improvviso caddi in avanti, catapultata proprio tra le braccia di Derek. Qualcuno mi aveva spinto e girandomi lentamente capii anche di chi si trattava. Avrei dovuto pensare che fosse strano, che non mi sarei aspettata di vederlo lì, ma una parte di me, non so quale o quanto importante lo sapeva che lui era lì alla festa.

La ragazza di vetro (DISPONIBILE CARTACEO!)Where stories live. Discover now