15. Fuori controllo.

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"Dai Kat non puoi evitarlo per sempre. Devi venire a scuola. Devi andare avanti con la tua vita, Tyler è in un brutto casino e sono sicura che non gli sia permesso di venire a scuola,l'ha detto anche Jace, ricordi?." le ripetei quelle parole per quella che mi sembrava la millesima volta. Kat non voleva saperne di venire a scuola quel lunedì mattina e stavo al telefono con lei da una vita per cercare di convincerla. Aveva paura che qualcuno a scuola sapesse di ciò che era successo con Tyler, se ne vergognava...come se fosse stata sua la colpa.

"Desteny non mi và." continuava a piagnucolare.

"Dovrai comunque venire prima o poi. Meglio affrontare la situazione subito." continuai imperterrita. Improvvisamente i ruoli si erano invertiti, pensai. Lei era quella che non voleva affrontare i problemi e chiudersi in se stessa e io quella che la spronava a non farlo: un enorme paradosso. Sapevo come si sentiva Kat, ma io avevo trovato la forza per lei e volevo aiutarla a farle trovare la sua. Sapevo ci sarebbe riuscita, era la sua anima ad aver bisogno di luce, era la sua natura...non sarebbe potuta rimanere chiusa in se stessa molto a lungo.

"Devi trovare la forza Kat, so che è difficile. Ma tu puoi farlo. Se c'è una persona tanto forte, quella sei tu." continuai a supplicarla. Non volevo si arrendesse così, non era da lei e non le avrei permesso di cambiare.

"Va bene..." rispose a stento, con un filo di voce.

"Ti passo a prendere tra dieci minuti, preparati."  sospirai, sollevata.

"Ti voglio bene Dè." dichiarò, prima di riattaccare.

"Anch'io." le volevo bene davvero, nemmeno si misurava il bene che nutrivo per lei. Era più di una sorella per me, nonostante le cose che a volte non le dicevo. C'era sempre stata per me e speravo davvero che il nostro rapporto non cambiasse col tempo. Speravo, un giorno, di avere il coraggio di parlarle, di tutto...perché i silenzi erano pietre e le pietre diventavano muri dopo un po'. E i muri dividevano.

Finii di prepararmi e l'andai a prendere, volevo farle compagnia e stare con lei più tempo possibile.  Arrivammo a scuola e ci dividemmo; la incoraggiai, ma lei sembrava stare meglio, sicuramente non era vero, ma aveva anche un mezzo sorriso sul volto. Le prime ore le passai dividendo i miei pensieri tra Kat, Jace e mi sforzai di prestare una minima attenzione alle lezioni. Per fortuna quel giorno non avevo nessun test, altrimenti, studiato o meno, sarebbe stato un disastro con le idee confuse che mi ritrovavo. A pranzo Kat decise di voler mangiare in mensa con me, non voleva parlare con nessun altro...e come biasimarla. Prendemmo il vassoio con il nostro pranzo e ci sedemmo al mio solito tavolo.

"Forse hai ragione...è come ha detto Jace, non può venire a scuola." disse lei all'improvviso, guardandosi intorno.

"Kat non preoccuparti. Non si avvicinerà mai più." la rassicurai, senza molto successo.

"Tu come stai?.." mi chiese, prendendomi un po' alla sprovvista.

"Io? Bene." le sorrisi. Vidi Jace da lontano e il mio battito cardiaco prese ad accellerare , ma lui non mi notò, sembrava impegnato in una conversazione con dei ragazzi, quindi mi costrinsi a non preoccuparmene. Ogni volta che quel ragazzo era nei paraggi mi sentivo strana, e dovevo ancora decidere se considerarla una cosa positiva o negativa, ma ci stavo lavorando.

"Desteny, non ti vedo mangiare da giorni, sembri nervosa, sicura di stare bene?" mi chiese Kat, strappandomi dai miei pensieri su Jace.

"Non è vero, e poi in questa situazione dovrei essere io a preoccuparmi per te." risposi parlando troppo velocemente. Non potevo lasciare che i miei problemi mi distogliessero dallo stare accanto alla mia migliore amica in quel momento difficile per lei, non potevo essere così egoista.

La ragazza di vetro (DISPONIBILE CARTACEO!)Where stories live. Discover now