60. L'amore che ci salverà.

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I capelli grigi brizzolati, i solchi scuri sotto gli occhi verde-azzurro, le spalle larghe e il portamento fiero, mi fecero dubitare che quell'uomo potesse essere la persona che stavamo cercando. Indossava una giacca nera sopra una camicia un po' sgualcita e mezza aperta e un pantalone elegante, nero anch'esso, niente a che vedere con i jeans strappati e le canotte bucate degli uomini che avevo visto nel locale, niente a che vedere con il putrido odore che si respirava alla presenza di quel Din. Ma nonostante il suo aspetto ingannasse, capii subito che era lui dallo sguardo di Derek: un misto di sollievo, rabbia e senso di vittoria. 

"Freddie." il tono calmo e tenebroso di Derek mi fece rabbrividire tanto che pensai di fare un passo indietro per allontanarmi da entrambi e scappare, ma dopo un secondo il mio cervello riprese a funzionare e mi sforzai per restare ferma dov'ero.

"E' da un bel po' che non ti si vede da queste parti piccolo Reed eh?" il suo tono era falso e derisorio, quel tipo di strafottenza che poteva farti saltare tutti i nervi in un secondo. "Qual buon vento?" in quel momento spostò lo sguardo dalla faccia di Derek per posarlo su di me, e io mi costrinsi con tutta la mia forza mentale a sostenere quello sguardo provocatorio, sperando non mi rivolgesse la parola.

"Ho bisogno di informazioni, Freddie." Derek fece un mezzo passo in avanti, forse per incutere più timore all'uomo (anche se mi sembrava alquanto impossibile riuscire a far provare a quell'uomo qualcosa di simile alla paura), oppure per interporre più distanza tra me e Freddie, e in quel caso significava che il mio nervosismo era fin troppo palpabile, ma gli sarei stata grata per sempre. "E solo tu puoi darmele."

"E cosa avrei in cambio di queste informazioni?" il suo sorriso si era triplicato, sempre più infido.

"Il mio silenzio." 

"Quello ce l'ho comunque da un moccioso come te. Te la fai sotto Reed e io dovrei avere paura di te?" sogghignò il vecchio.

"Lo so che di me non hai niente da temere. Ma da lui, si. Quindi è meglio per te se mi dici ciò che voglio sapere e dopo dimenticheremo la conversazione per sempre." questa volta era il sorriso di Derek a diventare più tenebroso.

"Stai diventando un bastardo proprio come lui, te lo hanno mai detto moccioso?." Freddie scoppiò in una risata diabolica che mi fece rabbrividire ancor di più, non capivo a chi si stessero riferendo, ma qualcosa dentro di me mi suggerì che forse era meglio non immischiarsi.

"Dimmi tutto quello che sai sulla morte di Desteny Morgan, Freddie." a suono di quel nome le pupille verdi-azzurre di Freddie si rimpicciolirono, cercò di mantenere nascosto il senso di sorpresa ma riuscii a scorgere che aveva cominciato ad avere il respiro più accellerato e il timore era scritto a caratteri cubitali sulla sua fronte aggrottata, e io mi chiesi perchè il nome della madre di Jace gli faceva quell'effetto così eccessivo. Sapeva sicuramente qualcosa, o ben più di qualcosa.

"N-no" spostò il peso da un piede all'altro passandosi la mano sulla fronte in modo agitato. "Non ci casco ragazzino, vattene via." fece per girarsi ma in un nanosecondo Derek lo bloccò agganciandogli il braccio con una mano.

"Freddie, non ti conviene." per qualche secondo i due si fissarono, Derek cominciava ad incutere timore all'uomo, visto che a quanto pareva, bastava nominare quel lui che Freddie cominciava a farsela sotto come un bambino e io sperai che ciò bastasse a farlo parlare.

"Non ho intenzione di finire male per te ragazzino" Freddie si liberò dalla presa di Derek con uno strattone ma la voce di quest'ultimo lo bloccò nuovamente.

"Hai due possibilità Freddie." annunciò con la massima sicurezza. "Se mi dici ciò che voglio sapere, tutto quello che sai, io non gli dirò niente, come se questa conversazione non fosse mai esistita, noi non ci siamo mai visti e io non sono mai stato qui. Se non fai quello che ti dico gli riferirò tutto, gli dirò che hai spiattellato tutti i suoi segreti, e sai che a me crederà e che finirai molto, ma molto male per questo." Derek fece un passo indietro, con il senso di vittoria che aleggiava sul suo viso. "A te la scelta."  passarono lunghi istanti prima di ricevere una risposta, gli istanti più lunghi della mia vita.

La ragazza di vetro (DISPONIBILE CARTACEO!)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora