27. Tutta la verità.

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Jace aveva parlato per tutta la sera della sua vita, aveva risposto alle mie domande e aveva messo a tacere la maggior parte dei miei dubbi. Mi aveva già raccontato della sua infanzia in passato ma questa volta non aveva omesso particolari e tutto sembrava filare alla perfezione.

Mi aveva raccontato che oltre al passato con il padre di Derek, sua madre aveva avuto un'altra relazione con un uomo tutt'altro che affidabile, e il figlio che pensavano l'avesse uccisa in realtà era vivo. Probabilmente la donna era stata uccisa delle compagnie o dall'uomo stesso, il tutto era stato infangato dagli stessi responsabili anche agli occhi del padre di Derek, il quale si era praticamente rovinato la vita a causa di quella storia, che in realtà era tutta una farsa. Jace l'aveva scoperto da circa un anno tramite alcune conoscenze a cui era arrivato proprio grazie alle persone orribili che aveva frequentato gli anni precedenti. Mi aveva confessato di essere arrabbiato con sua madre per tutto quel casino ma che non riusciva ad odiarla perchè per lui c'era sempre stata ed era stata un'ottimo genitore. Ne parlava con malinconia, e il piccolo sorriso che aveva in volto mentre pronunciava il suo nome esprimeva tutto l'amore che in realtà provava per lei. Scoprii che sua madre si chiamava proprio come me. "Il suo nome era Desteny...divertente vero? " mi aveva detto con un mezzo sorriso. "Ho saputo dal primo momento in cui ti ho vista che eri speciale, ma quando ho sentito il tuo nome non...non volevo crederci. Sembrava davvero, non so, destino?" non credevo al destino, non credevo che potesse anche solo interessarsi a me il destino, ma quella era un'altra storia. Le sue parole mi avevano come illuminata, mi avevano fatta sentire davvero speciale.. mi aveva appena detto che a qualcuno interessava davvero di me, ed era quello che desideravo sentirmi dire da una vita intera. Erano quelle parole che desideri sentire da piccolo sulle ginocchia di mamma e papà; io non le avevo mai avute e sentirle finalmente da una persona per me, solo per me, era davvero strano e...bellissimo.

Mi aveva raccontato di sua madre, e anche del suo bambino che era probabilmente vivo. Voleva vederlo, trovarlo e ne aveva parlato anche con Derek, il quale lo aveva saputo solo poche settimane prima e non aveva reagito al meglio, non gli interessava di niente, perchè quelle persone gli avevano rovinato la vita, e avevano distrutto quella di suo padre per sempre, e non potevo biasimarlo. Ma Jace sembrava ancora provare rancore verso di lui e ancora una volta mi ero chiesta il perchè, ma quella volta avevo deciso di dar voce ai miei pensieri. Lui mi aveva risposto che erano vecchie storie, tutte accumulate agli anni di insofferenza reciproca, ad aver provocato quel rapporto come risultato. Avendo intuito che non era il caso approfondire la faccenda in quel momento mi ero limitata ad annuire e restare in silenzio affinchè continuasse il suo discorso. Gli chiesi in che guai si fosse cacciato in quel periodo e lui mi raccontò della ricerca sul ragazzino che doveva essere suo fratello. Lo stava cercando e lo aveva anche trovato ma la storia non era andata a buon fine a causa del padre di lui, che a quanto avevo potuto capire era un drogato e uno spacciatore molto abile. Aveva cercato di avvicinarsi per chiedergli del figlio ma senza alcun risultato. Jace pensava che lo avessero rinchiuso in un orfanotrofio o qualcosa di simile. Aveva intenzione di trovarlo e io lo avevo subito appoggiato per quella decisione. "Lui è l'unica cosa più vicina ad un famiglia che ho...devo trovarlo Desteny." i miei occhi quasi si erano riempiti di lacrime al sentire il tono intenso e disperato che aveva espresso con quelle parole. Sarebbe potuto essere un fratello maggiore meraviglioso, pensai.  Il suo sguardo si era nuovamente rabbuiato quando mi aveva rivelato che era stato arrestato una volta, per possesso di sostanze stupefacenti e quell'evento aveva sporcato la sua fedina penale, al chè non era ritenuto affidabile e doveva avere a che fare con la giustizia il meno possibile.

A quella confessione pensavo di aver capito finalmente la maggior parte di lui; era stato lasciato da sua madre da piccolo, ed era cresciuto da solo. Come me, non aveva mai avuto qualcuno con cui ridere, piangere o sfogarsi per la maggior parte della propria vita. Anche se lui era stato in qualche modo "fortunato" ad aver avuto una madre, anche se per poco tempo...infatti ne parlava con affetto e dolore, mentre io, che una madre vera non l'avevo mai avuta, ne avevo sempre parlato con indifferenza e rabbia. Non aveva mai conosciuto suo padre, era morto prima che lui ne potesse avere memoria e pensai che nemmeno io avevo mai conosciuto il mio, non per davvero. Lo ricordavo sin da piccola sempre ubriaco, l'avevo visto sobrio qualche volta, ma per lo più faceva finta di esserlo.

Avevamo parlato per tutta la sera, avevo completamento dimenticato il resto del mondo. C'eravamo solo io, Jace e le nostre parole. Mi aveva promesso che mi avrebbe detto tutto riguardante suo fratello da quel momento in poi e che non si sarebbe cacciato nei guai, anche se la seconda affermazione era stata accompagnata da un leggero sorriso furbo. Dopo un po' avevamo abbandonato quelli che erano i "discorsi seri" e iniziato a ridere e scherzare. Non ricordavo di essermi mai sentita tanto libera, tanto leggera e in pace con me stessa. Ma capii che era tutto merito di Jace, che lo ero solo quando c'era lui; con lui la mia vita era più luminosa ed era quella luce che cercavo da tutta una vita. Speravo davvero non si spegnesse più, speravo di far parte della sua vita e che lui facesse parte della mia più di ogni altra cosa. Anche se questo, avrebbe comportato delle conseguenze, che sperai saremmo riusciti sempre a superare.

Avevo finalmente capito che le cose che ci legavano andavano ben oltre il carattere o la famiglia, eravamo ugualmente tormentati dal passato e spaventati dal futuro. Da qualche parte avevo letto "Trova qualcuno che abbia i demoni compatibili ai tuoi." e noi ne avevamo di demoni a cui dar conto, dei quali non ci saremmo liberati facilmente. Eravamo entrambi sul filo del rasoio, in bilico, ma eravamo insieme. E cosa poteva esserci di più bello che affrontare insieme le nostre battaglie? Forse avevo capito, avevo aperto gli occhi ed ero riuscita a vedere quanto poteva essere meno dura la vita con una persona vicino; perchè in due i problemi pesavano di meno. Anche se riuscire a dividere la propria vita con un'altra persona, soprattutto se parlavamo della mia vita, non sarebbe stato per niente facile. 



La ragazza di vetro (DISPONIBILE CARTACEO!)Where stories live. Discover now