44. Non mi perderai.

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Un'aria gelida mi investì quando aprii la portiera dell'auto. Il cielo era già diventato scuro e quello che avevo davanti a me non era un paesaggio molto confortevole. Era un edificio imponente, vecchio e lercio, metteva i brividi. La facciata principale era in pietra scura, ai lati c'erano prati verdi, scuri e mal ridotti anche'essi. Il cancello era arrugginito e ricoperto di foglie morte e si intravedevano le finestre scure e scheggiate. Chissà come potevano farci crescere dei bambini in quel postaccio. Non c'era nulla di attinente allo stato d'animo che un bambino doveva avere. Quel posto sapeva di tristezza, odio e morte. Sembrava il set di un film dell'orrore, quelli con la casa maledetta e i fantasmi all'interno. Mi strinsi nelle spalle e mi avvicinai a Jace. Colsi subito la tristezza nei suoi occhi..immaginare il proprio fratello in un posto del genere doveva essere orrendo.

"Stai bene?" era una domanda stupida ma non sapevo come altro rapportarmi con lui in quel momento, era distante e gelido e non potevo biasimarlo.

"No." rispose senza staccare gli occhi dall'edificio.

"Non sei obbligato a farlo Jace..."

"Voglio farlo. È mio fratello." affermò sicuro.

"Va bene. Dai, andiamo." lo esortai ad avanzare. Arrivammo in silenzio al cancello e vidi Jace bloccarsi di colpo una volta giunto il momento di bussare. In un secondo, senza nemmeno pensarci, posai una mano sulla sua e la strinsi. Non ero la persona migliore nell'infondere coraggio, ma volevo aiutarlo e stavo tentando di riuscirci.  Dopo qualche istante rivolse lo sguardo verso di me come per chiedermi conferma di ciò che stava facendo e io assentii sommessamente. Trovò il coraggio di bussare e aspettammo per qualche secondo finché una voce femminile ci aprì il cancello, invitandoci ad entrare. La figura della donna era alta e snella, era bionda e teneva i capelli legati in uno chignon ordinato. Aveva gli occhi azzurri contornati da leggere rughe, doveva aver avuto all'incirca quarant'anni.  Avanzammo verso di lei e sentii Jace irrigidirsi ancora una volta prima di proferire parola.

"Buonasera" ci accolse la donna. "Sono la direttrice della casa, posso esservi utile?" aveva un sorriso in volto distaccato e finto. L'atmosfera all'interno era anche peggiore di quella esterna. Eravamo in una grandissima sala spoglia, c'era solo un piccolo divano che quasi scompariva nella grandezza della stanza e una scala che portava in due direzioni, una rivolta a destra e una a sinistra. Tutto contornato dal deprimente colore grigio delle pareti e le finestre che somigliavano a quelle di un carcere.

"Noi..ecco..." cercò di parlare Jace. "Vorremmo avere delle informazioni sul funzionamento della struttura." recuperò sicurezza e lo sguardai stranita. Non poteva semplicemente chiedere del ragazzino? Probabilmente non poteva e doveva metter su un teatrino. Ma perché non dirmelo prima? Avrei sicuramente finto meglio se solo non fossi stata colta così alla sprovvista.

"Certo!" squittì la donna con un sorriso ancora più falso. Sembrava avesse la mandibola serrata a causa di un incidente stradale. "Avete intenzione di mandare da noi vostro figlio? Perché possiamo accettare solo il consenso dei genitori e non da altri parenti." a quelle parole sentii lo stomaco rivoltarsi. Un figlio? Ma non ci vedeva? Al massimo potevamo avere diciotto anni ciascuno e sembravamo tutto tranne che genitori! Anche se molti erano i casi di ragazze che rimanevano incinte giovanissime, non avevo mai e poi mai considerato quell'idea e non sapevo neanche fingere il contrario. Sperai non si fosse letta troppo la sorpresa sul mio volto. Se quello era il piano di Jace, io con la mia espressione schifata, l'avevo mandato a rotoli. Mi accorsi però, che anche Jace era sobbalzato a quelle parole perché notai che aveva ritirato la mano dalla mia e aveva quasi la mia stessa espressione dipinta in volto.

"Mm, si in realtà si." tentò di rimediare lui.

"Va bene non preoccupatevi ragazzi, non siete i primi ad essere così giovani. Ma posso dirvi che siete due dei pochi ancora innamorati dopo un evento del genere." Rimasi immobile a quelle parole. Io e Jace sembravano innamorati? Con un figlio? Io? Jace? Se a dircelo era una donna che a prima vista sembrava la rappresentate del cinismo in persona allora eravamo in una bella merda.

La ragazza di vetro (DISPONIBILE CARTACEO!)Tempat cerita menjadi hidup. Temukan sekarang