50. La mia cicatrice.

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"Chiodi nel petto, veleno nel cuore, vuoti nell'anima."

Derek era di fronte a noi con un'espressione indecifrabile in volto, con le mani posate sul banco di Jace e quest'ultimo sembrava aver perso colorito,entrambi avevano occhi iniettati di fastidio, mi chiesi cosa diavolo stesse succedendo.

"Cosa diavolo fai Derek?" Jace accanto a me si alzò con fare quasi minaccioso. Dannazione Derek! Non sarebbe finita indolore per nessuno la conversazione, lo sapevo.

"Hai sbagliato sedia Morgan, la tua è vicino a quella troia laggiù." indicò Crystal, e la cosa non era stata presa per niente bene a giudicare dallo sguardo furioso che aveva assunto Jace.

"Non credo proprio." rispose lui a denti stretti.

"E perchè? Ah, giusto sei un santo adesso, non bevi,non fai a botte,sei gentile e disponibile. Vai anche a messa la domenica giusto?" lo schernì l'altro con evidente cattiveria. 

"Vattene da qui Derek, te lo ripeto una sola volta. Và a sederti." lo minacciò Jace, la stanza intorno era ancora immersa nel caos degli studenti che aspettavano il professore, che per fortuna non era ancora arrivato.

"Sei tu che sei al mio posto." lo squadrò con aria di sfida, non sapevo se intervenire avrebbe peggiorato solo le cose oppure le avrebbe salvate, ma resta il fatto che non feci nulla, non mi intromisi, anzi sperai di non essere tirata in ballo. Avevo sempre odiato quelle scene dei film in cui c'erano i due ragazzi che litigavano per la ragazza, e quella, sembrava proprio una scena del genere. Non ero certo io l'elemento di contesa però, c'erano state delle situazioni strane con Derek ma era acqua passata, almeno per me, quindi, forse quella era anche peggiore delle scene steriotipo dei film; loro litigavano per qualcosa di molto più importante di una ragazza, qualcosa di molto più profondo e doloroso. Loro una volta erano come fratelli, e non riuscivo ad immaginare come si potesse passare da un livello così elevato d'affetto a un odio simile. Forse era vero ciò che dicevano, forse davvero c'era una sottile linea che divideva odio ed amore, ma attraversarla è davvero così facile? 

"Smettila con le stronzate Derek, io mi siedo dove voglio." scandì Jace stizzito.

"Togliti di lì Morgan, altrimenti la prossima volta non te lo chiederò gentilmente." Derek avanzò di un passo, e al diavolo tutto, non avrei lasciato che cominciassero un'altra rissa, mi alzai e posai lo sguardo negli occhi color nocciola davanti a me.

"Derek smettila, ma che ti prende?" cercai di mantenere un tono calmo per stemperare la tensione, ma ormai era alle stelle, sentivo Jace accanto a me perdere la pazienza.

"Giusto, scusa, ora siete una coppia di ferro da circa dodici ore wow. Sono davvero felice per te Desteny, mi dispiace solo ammaccarti il giocattolino nuovo." si rivolse a me con sarcasmo e un attimo dopo stava spintonando Jace. La stanza intorno iniziò a prestarci attenzione quando Derek sferrò un pugno a Jace alla mandibola, tanto forte che sussultai.

"Non le farai quello che hai fatto ad Isabelle. Non so come tu abbia fatto a conquistarti la sua fiducia, ma ti giuro che farò di tutto per non farti essere felice Jace." Derek teneva Jace per il colletto, lo aveva sbattuto al muro,Jace era diventato bianco come un lenzuolo ed ero sicura non fosse per il pugno, ma per le sue parole. Maggiormente quella parola, quel nome. Quello che io avevo sentito solo un'altra volta, da Jace, mentre era ubriaco. Isabelle. La conosceva anche Derek...forse era lei la ragazza che si 'contendevano' e che aveva ulteriormente aggravato la loro relazione. Alcuni ragazzi accorsero per dividere i due, io ero rimasta stordita da quelle parole, e dal pugno, ma riuscii comunque a raggiungerli un attimo dopo, quando, all'improvviso tuonò la voce del signor Klaris. 

La ragazza di vetro (DISPONIBILE CARTACEO!)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora