Hard out here

2.5K 94 8
                                    



Zelda




Quando raggiungiamo la mensa, gli altri hanno già pranzato e si stanno contendendo le ultime fette di dolce.

Quattro ed io ci sediamo vicini, davanti a Leslie, che fa sparire in fretta la torta non appena mi vede arrivare.

Le sorrido mentre prendo posto e Xavier, che se ne sta appollaiato sopra al tavolo, ci passa un vassoio pieno di panini. – Li abbiamo sgraffignati apposta per voi – sussurra con fare cospiratorio.

Io ne prendo due e passo il resto al mio istruttore.
Non so perché continua a sedersi al nostro tavolo, forse non ha molti amici all'interno della fazione.

Felix mi lancia un'occhiata desolata. – Giornata dura, eh? –.

- Così sembra – borbotto, dando un piccolo morso al pane.
La scena a cui ho appena assistito sembra avermi fatto passare del tutto l'appetito.

- Ed è appena cominciata – esclama Quattro, in tono stranamente allegro.
È la prima volta che lo vedo così rilassato.
Forse non è severo e tenebroso come me lo sono immaginato.
Con me finora è stato gentile, un adorabile cucciolo rispetto a quel serpente di Eric.

Mastico il boccone, fantasticando di gettare il Capofazione dagli occhi grigi nel baratro in dieci modi diversi.
Non capisco perché ce l'abbia a morte con noi iniziati. Ha soltanto un anno in più e pure lui era un esterno.

Chissà da che fazione proviene: a giudicare dai suoi modi pratici e calcolati, direi gli Eruditi, eppure non mi sembra di averlo mai incrociato nel quartiere.

Di certo non era un Abnegante.

Al solo pensiero di Eric vestito di grigio, in atteggiamento umile e altruista, comincio a ridacchiare.
Gli altri mi fissano incuriositi.

- Mi sa che tutte quelle armi ti hanno dato alla testa – commenta Xavier, alzando gli occhi al cielo.

- Armi? Oh, qui sì che si ragiona! – esclama una voce entusiasta sopra la mia testa.

Mi volto per vedere a chi appartiene e incrocio lo sguardo di un Intrepido più grande, dalla pelle scura, decisamente carino.

Lui mi rivolge un sorriso abbagliante. – Vi spiace se mi siedo con voi? Agli altri tavoli fanno solo discorsi noiosi! -.

- Ehi, Zeke! – fa Quattro, scostandosi per concedergli di sedersi sulla panca.
L'altro gli dà il cinque e prende posto. Mi è praticamente appiccicato, ma non mi lamento.

È solare, simpatico, irradia la sua gioia di vivere a metri di distanza come un calorifero.
Non lo conosco, ma lo adoro già.

- Loro sono gli iniziati di quest'anno – spiega Quattro, presentandoci uno ad uno.

Zeke ci fa un cenno, senza smettere di sorridere. – Ah, carne fresca, dunque. E cosa ne pensate del vostro istruttore? Avete già voglia di strozzarlo? – chiede, ammiccando.

Quattro rotea gli occhi e noi scoppiamo a ridere.

Zeke intavola un'accesa conversazione su armi e caricatori con Xavier, mentre Felix spara una raffica di domande sull'iniziazione a Quattro, che gli risponde a monosillabi mentre mastica il panino.

Leslie ne approfitta per parlarmi all'orecchio. – Grazie per prima – sussurra. – Mi dispiace tanto di averti fatto passare un guaio con Eric. Lui è così...terrificante -.

- Già – annuisco, dandole un pugno per scherzo. – Ma almeno ho imparato a pulire una pistola. Sospetto che mi tornerà utile in futuro -.

Leslie fa un piccolo sorriso tentennante. – A proposito di armi... volevo chiederti un favore -.
Sospira e continua in tono timido. – Io sono una frana in tutto, ma tu sei brava, ti viene naturale, non potresti...darmi una mano? -.
Pronuncia le ultime tre parole in tono talmente fievole che devo chinarmi verso di lei per udirle.

Mollo di scatto il panino, che cade sul piatto con un tonfo sordo.
Mi allungo sul tavolo, le prendo il viso tra le mani e la fisso dritto negli occhi. – Ascoltami bene – esordisco, in tono autoritario. – La devi smettere di sminuirti. Ho sempre creduto che i Pacifici fossero dei rammolliti, ma poi ho conosciuto te e mi sono dovuta ricredere. Non osare mai più darti della 'frana', perché, se lo fossi davvero, non saresti mia amica. A me non piacciono le persone deboli -.

Leslie ha le labbra spalancate. – Quindi...siamo amiche? Veramente? –.
Quando mi vede annuire, il suo volto si riempie di felicità.
Mi abbraccia di slancio e io le accarezzo i capelli.

I ragazzi si sono voltati a guardarci, perplessi e incuriositi.

Una voce sarcastica, alle mie spalle, interrompe la gioia del momento.

- Che quadretto toccante -.

Sento il sangue ribollire al suono di quel tono ironico e sprezzante.
Mi volto lentamente per non cedere alla tentazione di alzarmi in piedi e lanciarmi su di lui.

Eric è appoggiato con la schiena alla parete e mi sta guardando.
I piercing sul suo labbro inferiore catturano la luce quando sorride. – Ho esaminato il tuo lavoro, iniziata –.

Anche io ho notato gli effetti del tuo, vorrei rispondere, ripensando agli abiti spiegazzati della ragazza dai capelli rossi.

– Accettabile – aggiunge lui. – Ma la prossima volta che tenti di colpirmi non sarò così generoso con la punizione -.

Fa un cenno a Quattro e Zeke e si volta per uscire dalla mensa.

Oh no, non così in fretta, caro mio.

- Mi chiamo Zelda – replico, in tono educato.

Mi dà fastidio essere apostrofata con il nome di 'iniziata' in continuazione.
Non mi importa se lui è un Capofazione.
Potrebbe anche essere il Re degli Intrepidi: farà meglio a tenere a mente il mio nome, perché sarò la sua spina nel fianco per tutto il tempo in cui resteremo in contatto.
Qualcuno dovrà pur tenerlo con i piedi per terra e fargli perdere un po' di quel suo atteggiamento da megalomane.

– E, tanto per la cronaca, se avessi davvero voluto colpirti, ora saresti morto – concludo, con un sorriso per sminuire l'effetto delle mie parole.
Non ho usato un tono offensivo, per cui non ha motivo di prendersela.

I gemelli si girano a fissarmi con la bocca aperta e così fa anche Zeke.
Quattro, invece, continua a mangiare il panino come se niente fosse, ma gli angoli delle sue labbra tradiscono un ghigno.

Eric riporta i suoi occhi su di me con studiata lentezza.
Le lunghe ciglia bionde che fanno da contorno alle iridi grigie lo fanno assomigliare ad una lince arrabbiata. – Ti prendi gioco di me, mocciosa? –.

- Chi, io? No, non mi permetterei mai – rispondo, sbattendo le palpebre con aria innocente.

Corruga la fronte davanti al mio sorriso, sembra incerto.

Eric, incerto? Impossibile.
Forse sta solo meditando l'ennesimo piano diabolico per farmi pagare la mia sfacciataggine.

- Sarà meglio – sibila alla fine. – E ora sbrigatevi, non ammetto ritardatari agli allenamenti -.

Senza aggiungere altro, si allontana ed esce dalla mensa come un fulmine.

- Wow -.
Zeke scandisce l'esclamazione lettera per lettera, mentre rimane a fissarmi, gli occhi color nocciola spalancati.
– Ragazza, sei una forza della natura. Non ho mai incontrato nessuno che osasse ribattere in quel modo ad Eric -.

Quattro parla con la bocca piena. – C'è sempre una prima volta – dice, inclinando il capo da un lato.
Mi guarda con un'espressione orgogliosa, da fratello maggiore.

Zeke si sposta più vicino a me, praticamente mi abbraccia. – Ti prego, dimmi che sei single! Noi due siamo fatti l'uno per l'altra -.

Io e Leslie ci guardiamo e scoppiamo a ridere.
Il suo modo di fare è troppo simile a quello di qualcuno di nostra conoscenza.

E infatti, - Mettiti in coda, amico, l'ho vista prima io! – esclama Xavier, dandogli una gomitata.

L'unica cosa che posso fare è imitare Felix e alzare gli occhi al cielo.

Burn in my frozen heart like a dancing flameDove le storie prendono vita. Scoprilo ora