Bend the rules

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Era una bella casa, quella in mezzo al boschetto di tigli.
Spaziosa, all'apparenza confortevole, la tipica abitazione della gente ricca.

Il bambino dai capelli biondi non ci aveva mai fatto caso perché non passava spesso da quelle parti.
Prendeva quella strada solo quando i pochi amici che aveva lo invitavano a giocare al parco, il che accadeva assai raramente.

Quel pomeriggio Jack, il suo vicino di casa, l'aveva costretto a seguirlo perché aveva bisogno di un altro componente per formare una squadra di calcio e lui non aveva potuto rifiutare.
Mentre camminavano fianco a fianco, in silenzio, il bambino dagli occhi grigi si divertiva a gettare rapide occhiate alle belle villette a schiera che si stagliavano fiere contro il cielo limpido d'estate. Quello era 'l'angolo dei ricchi', come lo chiamava sua madre: ci vivevano tutte le persone più famose del quartiere degli Eruditi.

Il bambino avrebbe dato qualsiasi cosa per poter anche solo varcare una di quelle soglie e vedere con i propri occhi tutte quelle stanze grandi e lussuose.
Non sarebbe mai successo, lo sapeva: lui era solo uno dei tanti abitanti della periferia, frequentava la scuola pubblica, non apparteneva a quel mondo.

Ma quella casa rossa, che si scorgeva appena a causa della fitta siepe che la circondava, lo attraeva come una calamita.
Non riusciva a distogliere lo sguardo dalle alte finestre che brillavano sotto i raggi del sole come centinaia di prismi.

- Sai chi ci abita? – chiese ad alta voce, indicando la villa con un cenno del capo.

Jack la guardò e fece una smorfia. – Perché lo vuoi sapere? -.

- Semplice curiosità – disse il bambino, con un'alzata di spalle.

L'amico distolse lo sguardo dalla casa e sussurrò solo due parole. – Alfred Blackburn -.




* * *




Eric


Di nuovo quel sogno.

Credevo di essermene liberato già da tempo, invece è tornato a perseguitarmi.

Mi passo una mano sugli occhi. Sapevo che quella ragazza portava guai, il mio istinto non sbagliava a suggerirmi di starle lontano.

Avrei dovuto capirlo, dannazione! Perché non ho dato retta al mio cervello?
Mi sarei risparmiato tutti questi ricordi indesiderati che sopraggiungono nella mia mente con prepotenza, come se venissi investito a ripetizione da una pioggia violenta e gelata.

Riuscirò mai a lasciarmi il passato alle spalle? Abbandonare la mia vecchia fazione non è servito a molto, a quanto pare.

Con un grugnito di fastidio, mi alzo dal letto. Se non altro, questa notte ho dormito meglio del solito: credevo non sarei mai riuscito ad addormentarmi dopo tutti quei fatti inspiegabili accaduti in città.

Ogni volta che apre bocca, Zelda mi sconvolge. Per quanto lotti con me stesso, non riesco più a togliermela dalla testa. La penso in continuazione, è una battaglia persa.

Quel racconto...come si può fare una cosa del genere ad una bambina? Nemmeno io saprei essere così crudele. Un conto è punire per correggere dei comportamenti che non mi vanno a genio, un altro è infliggere ferite psicologiche che non si rimargineranno mai.

Io e lei abbiamo molto in comune: gli stessi mostri che ci inseguono dal passato, lo stesso carattere duro e ribelle, la voglia di dimostrare che valiamo qualcosa e che non siamo inferiori agli altri.

Nonostante tutto il lusso di cui era circondata, lei non era felice.

Ripenso alla nostra conversazione nell'ascensore: il mio cervello ha registrato ogni singola parola, ma non posso dire di esserne sorpreso. Ricordo ogni minimo particolare che la riguardi, sin da quando è scesa su quel tetto.

Potrei essere più patetico? Ne dubito seriamente.

E il modo in cui mi guardava...come se non fossi un Capofazione, un leader temuto da tutti, a cui nessuno osa avvicinarsi, ma semplicemente un ragazzo incontrato per caso.

Sapevo già di non aver alcun potere su di lei, ma sono rimasto comunque sorpreso dalla familiarità che si è instaurata mentre eravamo prigionieri di quella gabbia infernale.
Come se con lei potessi abbandonare la maschera di crudeltà che mi contraddistingue, senza aver timore di essere deriso o umiliato.

Mi fa piacere essere imprigionata in questo ascensore con te.

Come se Zelda avesse la chiave per abbattere le barriere che ho eretto per difendermi dai sentimenti e dalle persone che mi circondano. Come se, assieme a lei, potessi essere semplicemente me stesso, Eric e basta.

Sei bello da guardare, tutto qui. Non c'è bisogno di arrabbiarsi.

Mi prendo la testa tra le mani.

C'è mancato poco, davvero poco. Toccarla è stato uno dei tanti errori che non mi sarei dovuto permettere, specialmente in quello spazio così ridotto.

Tutta quella pelle scoperta a pochi centimetri da me, le sue labbra piene leggermente socchiuse...dannazione, ero a tanto così dal baciarla!

Grazie al cielo quell'ascensore ha interrotto i miei pensieri fuori controllo con un tempismo a dir poco perfetto. Se avessi seguito i miei desideri, mi sarei spinto troppo oltre, fino al punto di non ritorno.

Ogni volta che la tocco sento l'elettricità scorrermi nelle vene come fuoco liquido, è una sensazione che da assuefazione. Come se stessi precipitando nel vuoto e lei fosse una specie di ancora a cui aggrapparmi. Lasciarla andare diventa sempre più difficile: vorrei solo seguire l'istinto e abbandonarmi a queste emozioni così nuove per me.

Invece non devo cedere, non posso. Non dopo aver scoperto chi è veramente!

Sento i miei tratti indurirsi: ho la mascella serrata come se stessi lottando per mantenere la concentrazione. È così, devo far ricorso a tutto il mio autocontrollo per non pensare a Zelda.

Non devo pensare a quanto fosse piacevole abbracciarla.
Non devo pensare a quanto il suo tocco mi abbia segnato profondamente.
Non devo pensare a quanto preferirei averla ancora vicino a me, per scorgere nei suoi occhi di fuoco lo stesso sguardo sincero e affascinato di poche ore fa.

Al diavolo! Lei è quella Blackburn, non devo dimenticarlo.

Voglio che il mio cuore si spezzi di nuovo?
Certo che no. Il passato è passato, non posso cancellarlo, ma posso far sì che non si ripeta mai più.

Lotterò con tutte le mie forze per impedire che quella ragazza rovini ciò che ho costruito in questi ultimi anni.



Burn in my frozen heart like a dancing flameHikayelerin yaşadığı yer. Şimdi keşfedin