Are you still having fun?

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Eric



Questa mattina mi sono svegliato stranamente di buon umore.

Non so come interpretare questo cambiamento radicale, rispetto al giorno precedente, ma di certo ha a che fare con gli scontri in programma.

Sento un ghigno perfido salirmi alle labbra e non faccio nulla per trattenerlo.

Oggi si comincia a fare sul serio, finalmente.
Ho già stabilito le coppie che dovranno sfidarsi e non vedo l'ora di gustarmi lo spettacolo.

Zelda avrà una bella sorpresa, chissà che non l'aiuti a sopprimere, o quanto meno a tenere a freno, quella sua insopportabile lingua biforcuta.

Ho riflettuto a lungo su tutto quello successo fino ad ora e ho concluso che devo darci un taglio: basta pensare a lei, basta continuare a cercarla, ma, specialmente, basta trovare ogni minimo pretesto per toccarla.

La scena di ieri non dovrà più ripetersi in futuro, mi sono già esposto a sufficienza.
Sono un Capofazione e, in quanto tale, non posso lasciarmi incantare dalla bellezza, o dal carisma, di una ragazzina che ancora non ha superato l'iniziazione.

Quando – e se – diventerà un'Intrepida a tutti gli effetti, potrò riprendere a prestarle attenzione.
Nel frattempo il mio unico scopo sarà assicurarmi di seguire attentamente ogni sua mossa, tanto per curiosità.

Ti contraddici da solo, Eric.

Non do retta alla voce subdola della mente, finirei per perdere la calma duramente conquistata.
Quando arrivo in palestra, gli iniziati sono già in riga, in attesa di ordini.
Splendido.

Faccio il mio ingresso, certo che basti la mia sola vista a spaventarli e non vengo deluso dalla loro reazione.
L'unica che sembra non notarmi affatto è – ovviamente – Zelda: ha gli occhi persi nel vuoto e continua a disegnare linee immaginarie sul proprio polso con il pollice.

Faccio una smorfia.
Sono costretto ad ammettere che la preferivo quando mi guardava in faccia.

Quattro – quel cretino – fa finta di nulla ed inizia a spiegare il meccanismo dei combattimenti.
Io mi siedo sulla solita sedia e guardo distrattamente i nomi scritti alla lavagna.

Ho proposto io le coppie, ma Quattro non ha sollevato obiezioni.
Forse si aspettava quelle combinazioni, alla fine i trasfazione sono solo cinque per cui le scelte erano limitate.

Uno dei ragazzi – Paul - oggi non combatterà, mentre le due ragazze avranno la possibilità di mostrarci quanto è alta la loro soglia del dolore.

Nessuna di loro vincerà l'incontro, questo è certo.

Quello che mi interessa scoprire è quanto tempo resisteranno, prima di iniziare a supplicare di far terminare il combattimento.
C'è sempre qualcuno che spera di indurmi a compassione. Poveri illusi.

Non ammetto rese.
O si vince o si soccombe.
L'incontro termina quando uno dei due viene messo al tappeto e ci resta.

Quattro ha terminato il suo discorsetto e si è voltato verso di me per la prima volta da quando sono entrato nella stanza.
Sta aspettando che lo raggiunga e annunci la fortunata coppia che avrà l'onore di aprire la fase delle lotte.

Mi alzo e mi piazzo accanto alla lavagna.
Squadro gli iniziati uno ad uno e mi compiaccio di vederli tremare.
Punto gli occhi su Zelda come se fossi un avvoltoio affamato che ha appena avvistato la propria preda. – Prima le signore – dico, ovvero la frase che lei ha sussurrato prima di tuffarsi dal tetto il primo giorno.

Mi rivolge uno sguardo stupito, anziché provare a fulminarmi.
Probabilmente si sta chiedendo come mai io abbia citato le sue esatte parole.

Ricordo ogni singola sillaba pronunciata dalle tue labbra, vorrei aggiungere. Come se le avessi incise a fuoco nella mia mente. Non chiedermi il perché, non me lo so spiegare nemmeno io.

Visto che voglio sembrare sicuro di me, come un Capofazione dovrebbe essere, e non comportarmi come un ragazzino alla prima cotta, assumo la mia consueta maschera dai tratti crudeli e continuo. – Zelda e Ian saranno i primi. Cominciate! – ordino, facendo loro cenno di piazzarsi al centro del cerchio tracciato col gesso.

Mi ubbidiscono quasi all'istante.
Lei non sembra spaventata, ma è decisamente pallida.
Ian è molto alto, praticamente la sovrasta, come se fosse una gigantesca montagna e lei solamente un'esile collinetta.

Forse ho esagerato.
Avrei dovuto lasciarla combattere contro la sua amica, almeno avrebbe avuto qualche speranza di vincere.
Questa lotta, invece, sembra persa in partenza e non posso che provare pena per lei.

Non essere ridicolo, Eric. Prima o dopo sarebbe toccato anche a Zelda.
Non può scappare all'infinito, dopotutto sapeva bene a cosa andava incontro quando ha Scelto.


Questo pensiero, anziché rassicurarmi, o quanto meno calmarmi, sempre far crescere l'ansia che si sta gonfiando come un'onda alla vista della differenza di stazza tra i due avversari.

Da quando ti preoccupi per qualcuno?, chiede la parte più malvagia della mia mente in tono sarcastico.

La risposta giusta sarebbe 'mai', perché l'unica persona di cui mi curo sono io stesso ed è sempre stato così.
Non i pochi amici che ho avuto, né dei membri della famiglia che ho lasciato.

Tuttavia l'inquietudine che sento è maledettamente reale ed è indirizzata verso quella ragazza, che, mentre io combatto contro me stesso, si è spostata esattamente di fronte all'altro iniziato.
Ha le braccia magre alzate davanti al volto, l'unica sua difesa contro i colpi che Ian sta per infliggerle.

Forse questo timore è dovuto alla consapevolezza.
So perfettamente che Zelda non è in grado di difendersi, né abbastanza forte da sferrare il primo attacco.

Potresti rimanere sorpreso, non sottovalutarla come hai già fatto. Lei è l'Eccezione, no?

Ci sto sperando con tutte le mie forze.
Non voglio vederla soccombere sotto ai miei occhi, senza poter muovere un dito per aiutarla.

Avresti dovuto pensarci prima di metterle contro quel Candido.

Burn in my frozen heart like a dancing flameWhere stories live. Discover now