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Zelda






Devo assolutamente spegnere il sorriso ebete che, da quando ho aperto gli occhi questa mattina, si è disegnato sulle mie labbra.

Trattenermi sta diventando arduo: vorrei gridare a squarciagola e saltellare di gioia, tutto in una volta. Magari accompagnando il tutto scuotendo fianchi e capelli a tempo.

È la prima volta che mi accade, non avevo mai provato una così forte sensazione di gioia e benessere. Di certo non per merito di un ragazzo: le uniche interazioni che ho mai avuto con l'altro sesso sono state alquanto burrascose e per nulla piacevoli da ricordare.

Ma Eric ...

- Ah, allora ci siamo! – esclama una voce vivace, riportandomi con i piedi per terra.

Sbatto le palpebre e mi costringo ad accantonare le mie fantasie per prestare attenzione a Melanie, che mi guarda con un sorriso sornione dall'altra parte del tavolo.
La sua espressione curiosa e ironica si accentua quando nota il mio sorriso, che con tutti i buoni propositi del caso non sono riuscita a mascherare.
Mi passa una mano davanti al volto, muovendo le dita avanti e indietro. – Terra chiama Zelda! Pensi di ritornare in questo sistema solare, o devo venirti a prendere io? -.

Sbuffo, infastidita. – Guarda che ti ho sentita, non c'è bisogno di urlare – borbotto, inclinando la tazza per bere l'ultimo sorso di the alla menta, il mio preferito. – E poi dici cose senza senso. Cosa voleva significare quel 'allora ci siamo'? -.

Mel strizza gli occhi, come se stesse esaminando un vetrino al microscopio. – Semplice. Sei già arrivata alla fase due -.

Inarco un sopracciglio. - La che? -.

Lei rotea gli occhi. – Ma cosa vi insegnano in quelle scuole Erudite? – si lamenta, passandosi una mano sulla fronte in modo drammatico. – D'accordo, cominciamo dal principio. Hai presente, quando incontri un ragazzo e ne rimani affascinata, pensi sempre a lui, a quanto è bello, spiritoso ecc ... ecco, quella si chiama cotta . Tutto chiaro fin qui? -.

Ridacchio. – Credo di aver afferrato il concetto -.

Mel annuisce accondiscendente, come se fosse una maestra alle prese con una bambina indisciplinata e testarda. – Bene. La cosiddetta 'cotta' si articola in più fasi -. Si interrompe e alza un dito alla volta, mentre le elenca una per una. – Fase uno: ammissione dei sentimenti. Fase due: occhi a cuoricino e sospiri estatici. Fase tre: primo approccio. Fase quattro ... beh, diciamo che questa fase non ha bisogno di parole, ma di fatti concreti -. Fa un sorrisetto malizioso e non posso fare a meno di scoppiare a ridere.

Perfetto, è venuto il momento di sganciare la bomba.

Rigiro un biscotto tra le dita, sforzandomi di mantenere un'espressione perfettamente innocente. - Se le cose stanno così, allora credo proprio di aver saltato la fase numero tre ... –.
Lascio la frase in sospeso per alcuni istanti, e poi sparo di getto: - ... perché uno dei fatti concreti, come li chiami tu, è accaduto proprio ieri pomeriggio -.

Mel boccheggia. Il muffin che stava per mordere le scivola di mano, andando a spiaccicarsi sul vassoio con un piccolo pluff.

Bomba sganciata. Prevista reazione di tipo isterico, che avverrà tra tre, due, uno ...

– CHE COSA?! – strilla lei, con un volume di voce che dovrebbe essere dichiarato illegale.

Difatti molte teste si girano nella nostra direzione ed io alzo gli occhi al cielo. - Forse dovresti urlare un po' più forte – replico, battendo le dita sul tavolo. Indico il lato più lontano della mensa con un cenno del capo. – Credo che quel ragazzo laggiù non ti abbia sentito -.

Melanie rimane a fissarmi per un istante, come inebetita, poi ingurgita il resto del caffè d'un fiato. Sempre senza parlare, si alza di getto dalla panca, gira attorno al tavolo e mi prende per un braccio. Io emetto un sospiro di sconfitta e mi lascio trascinare fuori dalla sala senza opporre resistenza.

Quando passiamo accanto ad un gruppo di Intrepidi più grandi, che stanno osservando la nostra uscita di scena dandosi di gomito e sghignazzando, Mel affila lo sguardo e scopre i denti. – Che avete da guardare? – abbaia, facendoli ammutolire di colpo.

Loro alzano le mani in segno di resa e si spostano per lasciarci passare: il carattere poco paziente della mia amica è conosciuto e temuto da tutta la Fazione, a quanto pare.

Allungo la mano per aprire la porta, ma vengo preceduta da qualcun altro.
Il sorriso ironico che era spuntato sulle mie labbra dopo l'esclamazione di Mel svanisce e rimango come paralizzata.

Anche Eric si blocca sulla soglia non appena i nostri occhi si incrociano.
Mi fissa con un penetrante sguardo color acciaio e il mio cuore ha un fremito.

È incredibile come un'attività semplice e involontaria come respirare diventi superflua quando lui mi guarda in quel modo!

Eric si schiarisce la voce e interrompe per un istante il contatto visivo. Caspita, sembra teso e impacciato quanto me! Questo pensiero mi infonde un po' di coraggio, per cui gli rivolgo un timido cenno. – Ciao –.

Più che un saluto è un bisbiglio, perché in questo momento non mi fido troppo della mia voce. Sono stanca di balbettare quando mi ritrovo in sua presenza: è già successo troppe volte, devo fare in modo che non diventi un'abitudine.

Il Capofazione risponde con un mezzo sorriso che provoca un aumento esponenziale dei battiti del mio cuore. – Zelda – mormora, inclinando il capo.
Come suona bene il mio nome sulle sue labbra, il suo modo di pronunciarlo mi dà i brividi ...

- Zelda! -.

Ok, anche questa voce mi dà i brividi, ma non in senso positivo!

James spunta alle spalle di Eric e si fa avanti con le braccia spalancate, quasi volesse catturarmi e stringermi contro il suo petto.
Indietreggio involontariamente di un passo, ma lui riesce comunque ad avvinarsi tanto da allungare una mano per sistemarmi una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
– Allora, come sta il tuo amico? – chiede, in tono allegro.

Non so come faccia a non accorgersi dell'occhiata fiammeggiante che gli sta riservando Eric.
Uno sguardo del genere potrebbe provocare un incendio meglio di un accendino caduto accidentalmente in una tanica di benzina.

James continua imperterrito a parlare, mentre io mi aspetto di vedere del fumo alzarsi dalla sua maglietta da un momento all'altro. – E' veramente fortunato. Chi non vorrebbe un'infermiera personale bella e gentile come te? -.

I suoi complimenti mi stordiscono, specialmente perché vengono accompagnati dal solito occhiolino. - Lui sta ... mmm ... decisamente meglio – replico, prima di venire interrotta dalla voce squillante di Mel.

- Ehi, fratellone, togli subito le tue manacce da Zelda, se non vuoi che il suo ragazzo te le stacchi –.

Fratellone?!

James incrocia le braccia muscolose – credo che riuscirebbe a sollevarmi di peso con una mano sola senza il minimo sforzo – e rivolge un ghigno a Mel. – Buongiorno, sorellina -.

Sorellina?!

Mi giro repentinamente verso la mia amica, aspettando delle spiegazioni.
Lei ricambia il mio sguardo e si limita a scrollare le spalle, come se mi stesse dicendo 'non è colpa mia se siamo parenti'.

Mi accorgo solo in quel momento di quanto si somiglino, hanno entrambi gli occhi azzurro cielo e una fossetta sul mento. – Un fratello Capofazione – commento, in tono lievemente ironico. – Potevi almeno accennarmelo -.

- Non è certo una cosa di cui vantarsi – ribatte lei, mordendosi un labbro.

Il cipiglio di James si fa minaccioso. – Attenta a come parli, mocciosa. Potrei casualmente inserire del veleno nel tuo siero di simulazione -.

Alla parola 'veleno', Eric corruga le sopracciglia, come se trovasse la battuta di cattivo gusto.

Melanie, invece, scoppia a ridere. - Ma certo, accomodati – rilancia, sicura di sé. – Ti ricordi cosa ha fatto papà quella volta che mi hai colorato i capelli con la vernice spray? -.

Le guance di James si fanno paonazze. – Azzardati a farne parola ed io ... -.

Cominciano a battibeccare animatamente. Sospiro e mi massaggio la fronte: come ho fatto a non notare la somiglianza in precedenza? Due caratteri così simili non possono che appartenere alla stessa famiglia. Come nel caso dei gemelli, solo che, in confronto a loro, Xavier e Felix sono due agnellini.

Eric sembra pensarla allo stesso modo, perché emette un grugnito di fastidio e si strofina le tempie come se tutte quelle chiacchiere gli avessero provocato un tremendo mal di testa.

Mi chino appena verso di lui, approfittando del fatto che i due fratelli stanno discutendo senza sosta e non badano a noi. – Come va la ferita? – mormoro, sinceramente preoccupata.
Non avrebbe dovuto alzarsi dal letto. Un taglio del genere ha bisogno di alcuni giorni per rimarginarsi completamente, glielo avrò ripetuto almeno una quindicina di volte ieri sera prima di lasciare la sua stanza.
Sapevo in partenza che non mi avrebbe dato ascolto, ma avevo comunque voluto metterlo in guardia. Come si dice, 'uomo avvisato, mezzo salvato'.

Purtroppo, pare che ad Eric non piaccia troppo essere salvato. Perlomeno non da me.

- Decisamente meglio – fa lui, usando le stesse parole che ho pronunciato poco prima.
Devo ammettere che ha una memoria formidabile, ricorda le frasi che dico sillaba per sillaba.

Afferro un ciuffo di capelli che mi solletica la fronte e lo arrotolo attorno ad un dito. – La tua capacità di imitazione lascia molto a desiderare – commento, strappandogli un sorriso. - Ti diverti così tanto a prendermi in giro? -.

- Abbastanza. Anche se, personalmente, credo di preferire il tuo modo di mettere a tacere la gente – replica, con una scintilla nello sguardo.
Quando capisco a cosa si riferisce, le mie guance cominciano a farsi più calde. – O forse dovrei temere quel ragazzo di cui parlava la tua amica? -.

Il tono sarcastico con cui ha evidenziato la parola mi fa ridere. – Tranquillo, non corri alcun pericolo. Per il momento non esiste nessun ragazzo che possa vantare diritti su di me -.

Mi guarda come se stentasse a credere alla mia precedente dichiarazione, ma ne fosse segretamente soddisfatto.

Credo stia per aggiungere qualcosa, ma Mel non glielo permette. – Scusateci, siamo di fretta – cinguetta, rivolgendo un rispettoso cenno del capo a Eric e una linguaccia a suo fratello.

Mi spinge fuori dalla mensa senza troppe cerimonie, ma, mentre lancio un'ultima fuggevole occhiata ai due Capifazione, riesco comunque a scorgere un lampo di delusione in quegli occhi argentati che tanto adoro.





Burn in my frozen heart like a dancing flameTempat cerita menjadi hidup. Temukan sekarang