The rise and the fall

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Zelda


L'ufficio di William è un po' più grande di quello di Eric, ma molto meno ordinato. Sopra la scrivania, in equilibrio precario, ci sono pile di fogli e cartellette e, praticamente nascosto dietro tutte quelle scartoffie, noto lo schermo di un computer. Osservo quel caos con un sorrisetto.

Beh, un difetto William doveva pur averlo, dopotutto.

Il Capofazione mi invita ad accomodarmi sulla poltroncina davanti al tavolo ingombro, poi prende posto a sua volta. Si massaggia la nuca e fissa il disordine davanti a sé con un'espressione colpevole. - Mi ripeto sempre di dare una sistemata qui dentro, ma non trovo mai il tempo -. Sposta alcuni moduli scritti fittamente e una decina di plichi legati da robuste graffette, riuscendo a liberare la tastiera del computer. Digita qualche tasto, probabilmente la password, e lo schermo si illumina. Vedo i suoi occhi socchiudersi e la sua espressione farsi scura per un momento, finché non riporta lo sguardo su di me.

Accenna un sorriso e prende di nuovo a rovistare tra i fogli che ha davanti a sé. - Allora, Zelda, parlami di te -.

Mi mordo un labbro. - Non credo ci sia molto da dire - confesso, a disagio.

William alza gli occhi dalla cartelletta su cui stava scribacchiando e mi scruta attentamente. - Non avere paura, non ci sono risposte sbagliate. Non è un test, sto solo cercando di conoscerti per capire quali mansioni farebbero al caso tuo -. Vedendomi tentennante, si passa una mano tra i capelli e fa una smorfia. - Ti ho intimidita? Ti chiedo scusa, mia moglie mi ripete sempre di essere meno diretto -.

La sua espressione si fa più dolce non appena nomina la compagna: deve amarla molto. Non so perché, ma a quel pensiero sento la tensione sciogliersi un po'. - No, è che non mi piace parlare di me stessa. Ogni volta che qualcuno me lo chiede, mi chiudo come un riccio -. Faccio spallucce. - Ma davvero non saprei cosa dire, a parte che ho deciso di lasciare la mia vecchia vita perché mi stava stretta e mi faceva soffrire. Ho scelto gli Intrepidi perché era la fazione che più si adattava al mio carattere e non me ne sono pentita: ho trovato una famiglia che mi accetta per quella che sono, che mi vuole bene e di cui mi fido. L'unica cosa che desideravo era superare l'iniziazione e ora non potrei essere più felice -.

William annuisce, sempre con un sorriso sulle labbra. - Sei una ragazza straordinaria, Zelda, ma tendi a sottovalutarti. Ho visto le tue simulazioni e assistito al tuo test finale di persona, quindi posso dirti in tutta sincerità che la fazione è fortunata ad averti tra i suoi nuovi membri -.

Il complimento mi fa arrossire, ma William non pare farci caso perché i suoi occhi sono tornati allo schermo del computer. - Hai raggiunto il quinto posto nella classifica. Questo significa che hai libera scelta sul lavoro che svolgerai da oggi in poi -. Mi porge un pacco di fogli. - Qui ci sono i vari posti disponibili. Leggi pure con calma e poi ne discuteremo assieme. Se hai dubbi, chiedimi pure. Sarò felice di aiutarti -.

Il suo tono gentile e il suo atteggiamento disponibile, che tanto contrastano con i modi spicci e bruschi della maggior parte degli Intrepidi, mi colpiscono talmente che non riesco a spiccicare parola. Abbasso lo sguardo sui fogli, mentre lui torna a digitare sulla tastiera. Fisso le parole scritte, ma non ne comprendo il significato. In mente ho solo quel cartello, quello che ho visto appeso alla porta dell'infermeria il primo giorno che vi ho messo piede. C'è ancora, ho controllato questa mattina prima di dirigermi in mensa. Inizio a scorrere le varie pagine, finché non trovo quello che cerco. Appoggio il resto del plico sulla scrivania e mi schiarisco la voce per richiamare l'attenzione di William. Il Capofazione distoglie gli occhi dal computer per fissare prima me, poi il foglio che gli sto porgendo. Lo prende e legge le poche righe stampate, per poi tornare a guardarmi. Ha le sopracciglia corrucciate. - Ne sei sicura? -.

Burn in my frozen heart like a dancing flameWhere stories live. Discover now