14

463 15 0
                                    

Quando esco dalla porta di casa la figura di Matthew sta camminando avanti e indietro davanti la sua auto.
Si accorge solo dopo qualche secondo che mi sto avvicinando a lui.

«Buonasera» esordisco.
Il ragazzo mi sorride:«Buonasera»
Matthew si avvicina a me e sta per abbracciarmi, ma poi si blocca e fa finta di niente.
«Hai paura che ti mangi?» domando stupita
«Lo sai che non mi faccio problemi, ma diciamo che abbracciarti con lo sguardo severo di tuo padre non è molto confortante»
Io mi giro all'istante: gli occhi di mio padre ci guardano duramente dalla finestra della cucina.
Quando torno a casa se le sente.

«Andiamo?» imploro Matthew
Lui mi sorride di nuovo e mi apre la portiera dell'auto per farmi salire.
«Da quando sei così galante?» gli domando una volta partiti
«Da quando devo dimostrare a tuo padre che tengo a sua figlia»
«Non sarebbe meglio se prima lo dimostrassi alla figlia?» dico tagliente
Lui mi guarda mentre il semaforo è rosso:«Tu lo sai già che ci tengo a te»
Mi sforzo di non sorridere.
«Non è che se continui a essere dolce con me mi dimentico dell'imboscata che hai fatto oggi a casa mia» gli ricordo
«Te l'ho detto: mi dispiace»
Non gli rispondo.
«Senti, non lo so cosa mi è preso, mi sono agitato un sacco e non ho visto più niente»
«Matthew non va bene che tu ti preoccupi così per me»
Lui mi guarda duro:«Allora, sono d'accordo sul fatto che non sarei dovuto venire a casa tua, insomma, non ne avevo il diritto, ma non mi puoi dire che non devo preoccuparmi per te»
Lo guardo dolcemente.
«Haley, cazzo, come faccio a non preoccuparmi per te? Sei la prima persona che mi ha spronato ad essere me stesso e soprattutto a cui piaccio come sono realmente»
Lo guardo stranita:«Chi ti ha detto che mi piaci come sei realmente?»
Matthew ridacchia:«Non riesci a nascondere le tue emozioni. Sei un libro aperto»
Sospiro sonoramente.
«Non ti farò più imboscate a casa tua o almeno non fino a quando sarai tu a chiamarmi in piena notte per venire a casa tua di nascosto. È giusto che tu passi del tempo con i tuoi amici e io non ho il diritto di intromettermi così tanto nella tua vita»
Lo guardo, facendo finta di non aver sentito la prima parte:«Grazie per esserti preoccupato per me, nessuno l'ha mai fatto» gli confido
Lui mi sorride sinceramente:«Quindi non sei arrabbiata con me?»
«Certo che sono arrabbiata, ma se questo è il vero Matthew lo accetto, difetti compresi»
«Sei proprio bella quando fingi di essere arrabbiata» mi complimenta
Gli faccio il dito medio e mi concentro sulla strada.
«Dove stiamo andando?» chiedo dopo qualche istante
«Al Luna Park» mi risponde sicuro
«Come credi di raccontami dei tuoi amici ad un Luna Park?» domando non capendo la scelta della location.
Lui sorride continuando a guardare la strada:«In realtà, ti racconterò anche delle mie ragazze»
«Come farai a parlarmi decentemente in un luogo in cui c'è così tanto casino?» continuo a domandare
«Tu non ti preoccupare» mi rassicura
«Non è un appuntamento» chiarisco
Il ragazzo sorride di nuovo:«Non ho bisogno di un appuntamento per farti innamorare di me»
Lo guardo male, convinta che lui possa vedere il mio sguardo omicida con la coda dell'occhio e ne ho la conferma dal momento che il ragazzo ride divertito.
«Lo sai che se mi fai innervosire divento insopportabile» lo avviso
«Lo so eccome» conferma lui «Mica hai paura delle altezze?» mi domanda subito dopo
«Se ti dicessi di sì?» ipotizzo
«Nah» risponde mentre parcheggia la vettura «Sei troppo intelligente per avere paura delle altezze»
«Quindi non avere paura è intelligente?» domando stupita dalla sua affermazione
«Secondo me sì. Implica che non hai paura della morte»
Lo guardo.
«Mi spiego meglio: avere paura è normale e fin qui tutto okay. La questione della morte entra nel punto in cui tu cessi di avere paura della morte»
Mi tolgo la cintura e lo guardo attento, lui si gira verso di me.
«Quando una persona è al decimo piano di un palazzo e ha paura dell'altezza, non è l'altezza la sua vera e propria paura. Ha paura di cadere, di farsi male, di morire»
«Ma questo ha a che fare anche con il coraggio, non credi?» ragiono
«Certo. Ma credo anche che ci siano due tipi di coraggio: il coraggio incosciente e il coraggio intelligente. Il primo io non lo considero tale: alcune persone sono semplicemente troppo stupide per capire che vanno incontro alla morte e non gli frega nulla della morte, perché semplicemente non sanno cos'è, o perché sono troppo materialisti e compiono delle azioni solo per mantenere alta loro reputazione. Quelli intelligenti invece sanno che stanno affrontando la morte e soprattutto sanno che la morte non è un gigante. Quelli intelligenti non hanno paura della morte perché l'hanno accettata e soprattutto sanno l'enorme potere che ha»
«Intendi il grande potere di porre fine alle nostre vite?» cerco di capire
«Esattamente»
«E riguardo alle persone che vogliono porre fine alla loro esistenza? Come descrivi il loro rapporto con la morte?» domando curiosa
«Loro cercano un riparo, la salvezza nella morte. È un rapporto che non è accettabile. Sono d'accordo che ognuno possa fare quello che meglio crede, ma credo anche che le persone che cercano la salvezza nella morte debbano essere aiutate, assolutamente»
Lo guardo, forse un po' troppo affascinata. Il secondogenito Harris ha una bella testa.
«Quindi credi che io sia una persona appartenente alla parte del coraggio intelligente?» chiedo
«Sì. Credi il contrario?»
«Credo di essere arrivata ad una maturità tale da accettare la morte come parte della vita»
Matthew sorride:«Esattamente»
«Tu da che parte ti poni?» domando
Sospira:«Non lo so»
Sorrido:«Tu sei troppo intelligente per avere paura» ripeto le sue parole
«Ne sei così sicura?»
«Non si può essere sicuri di niente» ribatto
«Ne sei sicura?» mi chiede nuovamente
«Cerchi di farmi essere incoerente?»
Lui sorride.
«Ne sono sicura» rispondo dura.
Matthew continua a sorridere mordendosi il labbro.
«Andiamo?» gli chiedo «Sono curiosa di sapere cosa mi racconti»
«Questo significa che sai già dove lo farò?»
Sorrido:«Certo che l'ho capito. Mi hai chiesto se ho paura dell'altezza e sostiene che riuscirai a parlarmi normalmente. La ruota panoramica è un'opzione molto papabile»
Matthew sospira.
«Voglio farmi un giro sulla ruota panoramica» mi lamento mentre siamo ancora in auto «È da un sacco che non ci vado!»
Matthew finalmente si decide ad accontentarmi e ci dirigiamo verso l'entrata del parco.

DUST || [COMPLETA]Where stories live. Discover now