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«Perché stiamo andando a teatro?» mi domanda Matthew mentre, con la sua mano destra sopra la mia coscia, guida attendo tra il traffico del sabato sera
«Perché ho trovato una super offerta per uno spettacolo russo» gli spiego, per l'ennesima volta
«Potevamo stare a casa a guardare qualcosa su Netflix» si lamenta
«Dobbiamo pur uscire qualche volta» argomento la mia tesi «sennò che fidanzati siamo»
Matthew sbuffa leggermente.
«Matthew» sussurro «vedrai che sarà carino»
Lui mi sorride:«Sai che verrei ovunque con te»
Sbuffo:«Ruffiano»
Il ragazzo ridacchia.

So che è sincero, ne sono certa.

Dopo aver parcheggiato, nonostante l'estenuante ricerca del posto auto, ci avviamo verso l'entrata del teatro, mano nella mano.
«Ci siamo vestiti eleganti per stare in mezzo ai vecchi?» continua il lamento Matthew.
Lo guardo male:«Matthew!» lo rimprovero
Lui sorride:«Però sei davvero bella vestita così» mi sussurra guardando il mio vestito verde acqua.
Sorrido:«Me l'hai già detto prima!» gli ricordo
Fa spallucce:«Rimani bella»
«Anche tu» gli confido facendo riferimento ai suoi pantaloni e camicia bianca.
Matthew sorride e mi guarda:«Falsa»
Io fingo di offendermi:«Ehi!»
Lui finge di non sentirmi mentre cerca i nostri posti in platea.

«Nell'angolo proprio!» continua il lamento Matthew dopo aver scoperto che i nostri posti sono gli ultimi dell'ultima fila.
Sorrido mentre mi siedo:«Almeno siamo vicini all'uscita di emergenza»
Il ragazzo si siede:«Le poltrone sono abbastanza comode»
Sorrido di nuovo.
«Siamo i più giovani di tutto il teatro» mi dice
Lo guardo:«Così non ho ragazze di cui preoccuparmi»
Il ragazzo sorride contento:«Gelosina, eh?»
Faccio spallucce.
«Sai che amo solo te» mi sussurra sull'orecchio destro
Lo guardo male:«Ci mancherebbe!» esclamo leggermente.
Lui ridacchia alle mie parole e si appoggia comodamente allo schienale della poltrona.
Lo guardo con sfida:«Matthew Harris» gli dico «stai attento»
Lui si morde il labbro ridacchiando.

È davvero bello.

Io distolgo lo sguardo da lui e mi concentro sul palco, sentendo bruciare il suo sguardo sul mio corpo.
Una coppia di anziani si siede sui posti accanto a me e sorrido di ricambio.
«Haley» mi chiama Matthew. Mi giro per guardarlo:«Posso guardare te?» mi domanda.
Non capisco:«Cosa intendi dire?»
«L'ultima volta siamo andati al cinema e ho guardato te, posso farlo anche questa volta?»
Lo guardo male:«Matthew!» lo rimprovero «Vedrai che sarà bello!»
Lui fa spallucce:«Può anche essere» inizia «ma sono certo che tu lo sei di più»
Sospiro mentre ripeto le sue parole nella mia testa concentrandomi nuovamente sul palco, che è ancora vuoto.

«Scusa» sento dirmi dalla mia sinistra.
Mi giro e vedo la faccia della signora anziana. Non credo che abbia oltre i settant'anni, capelli corti e di tinta bionda.
Le sorrido gentilmente:«Mi dica»
«State insieme da tanto?» mi domanda
Le sorrido:«Da qualche mese»
Quello che presumo sia suo marito, con i pochi capelli bianchi e decisamente più anni di lei, dal posto accanto, si sporge in avanti per guardarmi meglio e, dopo ben poco, Matthew fa lo stesso per seguire la nostra conversazione.
«Venite spesso a teatro?» mi domanda la signora
«Questa è la prima volta» le spiego «E probabilmente anche l'ultima» ironizzo
La signora mi sorride:«Pensa» incomincia «che questo qui» dice riferita al marito «odiava il teatro e il cinema» guardo l'uomo e sorrido «quando poi ha capito che era un modo per stare con me, perché i miei genitori non ci lasciavano stare in casa e nei bar non c'era molta cultura, l'ha apprezzato»
Sorrido alle sue parole.
«E l'ho amato» esordisce il signore.
«Da quando state insieme?» domanda, stupendomi, Matthew
«Da ben 54 anni» risponde l'uomo
«Sai quanto l'ho dovuto sopportare?» mi dice lei.
Io ridacchio alle sue parole.
«Ma ne è valsa la pena» continua lei
«Pensate» inizia il racconto lui «che sono andato a casa sua la prima volta quando aveva 17 anni»
La donna ridacchia.
«E sua madre mi ha cacciato di casa, perché lei era troppo piccola e io troppo grande» continua.
Matthew appoggia la sua mano dietro la mia schiena e l'accarezza delicatamente.
«Quanti anni di differenza avete?» domando
«Nove anni» risponde sicura lei «Per quel tempo erano davvero tanti»
Annuisco.
«Poi ognuno ha preso la sua strada. Lei è andata a lavorare lontano» continua l'uomo
«Ma è tornata» dice «dopo cinque anni»
Mi mordo internamente il labbro mentre aspetto il proseguo, anche se è abbastanza evidente.
«E l'ho sposata»
Sorrido alle sue parole.
«Sono stati tempi difficili» racconta la donna «ma ne è valsa la pena» ripete la frase
«Ragazzi» riprende parola l'uomo «Se vi amate davvero, insieme, potete andare ovunque»
Sorrido di nuovo alle sue parole.
«E mi raccomando» continua lei «Ascoltate i consigli degli altri, ma seguite sempre il vostro cuore»
Sto per rispondere alla signora quando le luci si chiudono per l'inizio imminente dello spettacolo. Mentre i due uomini ritornano alla loro posizione iniziale e Matthew toglie la sua mano dalla mia schiena, io mi sposto verso la signora e le sussurro:«Grazie, davvero»
Lei mi sorride:«Grazie a voi» mi risponde «siete belli e giovani e mi piace raccontare la nostra lunga storia a coppie come voi, forse lo faccio fin troppo spesso»
Sorrido in senso di gratitudine e mi concentro sul palcoscenico.

Lo spettacolo tutto sommato è stato bello. Parlava di una famiglia, che dopo aver perso uno dei due figli, sta per perdere anche la figlia, di malattia, che dopo tanti ostacoli, riesce a guarire parzialmente, potendo vivere una vita dignitosa.

«Sono soddisfatto» ammette Matthew mentre ci dirigiamo verso il parcheggio.
Sorrido: lo sono anche io.
Entriamo in auto e io mantengo il silenzio. Lui vede che c'è qualcosa in me e si gira nella mia direzione, attendendo in silenzio.
Lo guardo seria:«Volevo solo ringraziarti» inizio «per aver visto tu prima il buono in me» prendo un respiro «Mi sono sentita dire più volte che io ti ho fatto capire di amare te stesso per come sei» spiego «ma in realtà non è così» sancisco e prendo una pausa.
«Se siamo arrivati dove siamo arrivati, è perché tu hai deciso di farti conoscere da me per come sei»
Matthew mi sorride e mi accarezza la coscia.
«Sei stato tu l'inizio di tutto» gli dico.
Il ragazzo si morde il labbro.
«E con il senno di poi» concludo «Dovevamo trovarci, io e te, e lo abbiamo fatto»
«Amore» inizia lui «grazie»
Sorrido e lo bacio.
«Andiamo a mangiare adesso?» domando «Basta essere dolci»
Matthew sorride:«Ti porto dove vuoi, Haley»
«Anche al mare?» domando
«Sì» risponde sicuro «ma ci andiamo quando fa un po' più caldo, senno ti ammali»
Sorrido.
In qualsiasi situazione, si preoccupa per me.
Lo amo, profondamente.

DUST || [COMPLETA]Wo Geschichten leben. Entdecke jetzt