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Matthew accosta l'auto davanti casa sua, ma non entra nel vialetto.
«Alfie» lo chiama «dentro credo che siano Andrew e Jacob» gli comunica.
Il ragazzo annuisce ed esce dall'auto.
«Come mai se ne va?» domando al ragazzo al volante guardandolo
«Perché, ora, io e te usciamo» annuncia
Lo guardo stupita:«E quando me lo avresti detto?» lo stuzzico puntigliosa
Matthew sorride:«Ora»
Sospiro sconfitta mentre lui riparte con l'auto:«Alfie lo sapeva già, vero?» domando
«Ovvio» mi conferma
Sorrido abbassando lo sguardo.
«Quindi ti sono piaciuto?» mi domanda riferendosi alla partita
«Hai giocato bene» ammetto «davvero»
Il ragazzo sorride soddisfatto.
«Eri molto cercato dalle tue amate cheerleader» commento amara
«Gelosa?» mi stuzzica lui sorridendomi maliziosamente
«Non credo di avere qualcosa da invidiare a loro» ammetto
«Sono d'accordo con te» mi conferma parcheggiando davanti a L'angolo tranquillo.
Usciamo dalla vettura e, senza commentare la sua scelta, ci dirigiamo verso l'interno del locale.
Il solito cameriere ci accoglie e, dopo aver ordinato due cappuccini, ci dirigiamo al piano di sopra, al nostro solito tavolino.
Io mi siedo rivolta verso la libreria, per godermi la bellissima vista di questo affascinante mobile, e Matthew si siede accanto a me, molto vicino.
Lo guardo stupita: ci siamo sempre seduti uno di fronte all'altra.
Il ragazzo mi sorride mordendosi il labbro.
«Allora» esordisco cercando di non guardare le sue labbra «il motivo per cui hai voluto uscire con me?» cerco di distarmi
Liam, non appena termino la domanda, ci porta le nostre due ordinazioni.
Una volta che il cameriere si dilegua, Matthew si concentra su di me:«Ho voglia di passare del tempo con te, sempre»
Sorrido imbarazzata:«Anche io» gli confido
Lui ricambia il mio sorriso:«Credo che sia normale voler passare del tempo con la propria ragazza»
Lo guardo mentre deglutisco piano:«Mi consideri davvero la tua ragazza?» domando seria
Lui, ad una velocità spropositata, si fionda sulle mie labbra per baciarmi, in un modo che non è del tutto casto, ma nemmeno volgare. Adatto per un luogo pubblico, anche se gli alti schienali delle poltrone in cui siamo seduti ostacolano la vista delle pochissime persone presenti nel locale. La maggior parte delle persone infatti erano sedute al piano terra.
Il bacio continua e questa volta, forse la prima, pone fine lui al bellissimo avvicinamento delle nostre labbra.
Lui sospira con l'affanno sulle mie labbra e, ancora a pochi centimetri da me:«Tu lo baci così un amico?» mi domanda con voce rauca.
Io istintivamente ridacchio, seguita da lui.

Una volta allontanati definitivamente, sorseggio la mia bevanda.
«Haley» richiama la mia attenzione il ragazzo.
Io lo guardo attentamente in attesa di qualche continuazione.
«Sei bellissima» ammette sospirando e mordendosi il labbro.
Io ridacchio abbassando lo sguardo, imbarazzata.
Alzo però subito dopo lo sguardo fisso su di lui:«Non sei il primo che me lo dice» lo stuzzico
Lui si incupisce, credendo alle mie parole.
Io cerco di non ridere.
«Haley» mi chiama nuovamente «lo sai che sono geloso di te»
Sorrido:«Lo so, ma io mi domando, perché essere gelosi quando non ce ne è motivo?»
Lui sorride lievemente:«Fidati, ne ho molti di motivi»
«Beh» sospiro «prima una delle cheerleader è venuta da te e ha cercato un contatto fisico, cosa che mi ha provocato fastidio. Poi però l'hai allontanata, tranquillizzandomi»
Il ragazzo sorride fierissimo:«Solo tu puoi toccarmi, nessun altro»
Io istintivamente mi avvicino a lui e lo bacio velocemente a stampo.
«Quindi hai guardato tutte le mosse che ho fatto» mi stuzzica dopo aver ragionato per un rapido istante
«Ovvio» rispondo sicura «e devo ammettere, felice e orgogliosa, che sei stato bravo. Stai cercando di far capire loro chi sei davvero, per quanto loro possano essere contrari e te lo giuro, ti ammiro tanto. Non tutti sono in grado di farlo, dovresti essere davvero orgoglioso di te»
Lui mi guarda stupito:«Lo sai che è merito tuo, tutto questo?»
Il mio sguardo si fa contrariato:«Non è vero» sancisco «Non sono io che ogni giorno entro in quella scuola e combatto contro uno stupido stereotipo che mi hanno affibbiato»
Lui sospira, sconfitto.
«Sai» continua lui «mi hai reso migliore»
Io lo guardo:«Non è vero nemmeno questo» dichiaro «l'unica cosa che posso aver fatto è farti capire che sei bellissimo così come sei, senza bisogno di nient'altro e nessun altro»
Lui mantiene lo sguardo sul mio:«Sei una delle persone migliori che io abbia mai conosciuto»
Il mio cuore si scalda mentre ripasso le sue parole nella mia mente e deglutisco piano.
Matthew sorride mentre sorseggia la sua bevanda e io, ancora stupita dalle sue parole, faccio lo stesso.
«Sai» sospira Matthew «quando ti ho visto per la prima volta, ho constatato ovviamente la tua bellezza»
Io lo guardo attenta, non credendo molto al suo complimento.
«Ricordo di aver pensato che eri davvero molto affascinante, ma non potevo darti troppa attenzione»
Lo continuo ad ascoltare.
«Così ho cercato di farmi notare cercando di darti l'attenzione tale. Sai... di solito funzionava»
Annuisco e il mio sguardo si fa serio.
«Però tu hai stravolto tutti i miei piani»
Deglutisco mentre credo che il mio cappuccino sia diventato freddo.
«La mia intenzione era quella di stuzzicarti, volevo vedere fin dove saresti arrivata prima di picchiarmi»
Rido leggermente alle sue parole.
«Però più mi rispondevi male, più mi facevi capire che non avrei mai avuto una possibilità di avere un minimo di rispetto da te, più mi rendevo conto che non era questo quello che volevo»
Continuo ad ascoltarlo senza capire dove vuole andare a parare.
«Alfie continuava a parlare bene di te, ti descriveva in modo affascinato. Ero convinto che gli piacessi e gliel'ho chiesto, ma lui ha categoricamente smentito. Così ho deciso che avrei voluto farmi conoscere da te per quel che sono e mi sono detto "Se son rose, fioriranno"»
Annuisco.
«Così, certamente anche grazie al tuo consenso, abbiamo iniziato a conoscerci. O meglio, tu mi hai conosciuto. Io ho conosciuto te attraverso i racconti di tua madre»
Scoppio a ridere.
«In conclusione, ti ringrazio profondamente per avermi dato questa opportunità»
Sorrido a trentadue denti:«Scusa, ma mia madre, cosa ti ha raccontato di così tanto eclatante? Non ho mai avuto il coraggio di chiedertelo...»
Il ragazzo ridacchia mentre io finisco la mia bevanda, fredda.
«Beh... Per esempio che da piccola cantavi le canzoni di natale durate tutto l'anno e che per farti notare di più ti alzavi su una sedia e da lì continuavi a cantare»
Io, istintivamente, mi copro il viso imbarazzata. Non ci credo che mia madre l'abbia davvero fatto!
«Poi» continua Matthew divertito «che non avevi nessun peluche, ma che andavi a dormire con il libro di Pinocchio»
Tolgo lentamente le mani guardando il ragazzo.
«Poi che avevi sempre il sorriso e che avevi una risata coinvolgente»
Sorrido lievemente.
«Poi che, mentre tuo padre guardava i film polizieschi, tu li guardavi con lui e insieme trovavate il colpevole»
Sorrido guardandolo negli occhi, ricordo perfettamente quei tempi. Ho, fortunatamente, bellissimi ricordi.
«Che quando tu e i tuoi cugini giocavate a qualche gioco da tavolo, vincevi sempre con l'aiuto scorretto di tuo padre»
Ridacchio leggermente.
«Che non hai mai avuto tanti amici, ma per scelta tua. Che non volevi un ragazzo, perché avevi altre cose a cui pensare e che le ritenevi più importanti»
Deglutisco piano, molto piano.
«E che sarebbe stata una impresa molto difficile, ma possibile»
Lo guardo non capendo:«Che impresa?»
«Quella di farmi apprezzare da te»
Lo guardo seria cercando di non sembrare irritata dal fatto che mia madre abbia affrontato questo argomento con lui.
«Ma non è grazie a tua madre se ho fatto quel che ho fatto. Una decisione la avevo già presa»
Sospiro.
«Volevo conoscerti e l'ho fatto. Anche se so che ci sono un'altra miriade di sfumature di tuoi aspetti»
Sorrido:«Caro Matthew Harris» esordisco mentre lui mi guarda attento «non commenterò gli argomenti che tu e mia madre avete affrontato»
Il ragazzo ridacchia.
«Ma ti dirò semplicemente una cosa: quando mi sono resa conto che avevo interesse nel conoscerti, dopo aver ovviamente già capito che tu eri interessato a me, mi sono promessa di conoscerti bene e a fondo, in modo tale da capire bene che tipo di persona avessi di fronte e di come agire» gli confido
Respiro profondamente:«Non credo di essere arrivata ad una conoscenza profondissima, ma ho perso il controllo»
Nel ragazzo nasce un sorrisino.
«Ho perso il controllo, caro Matthew Harris. Ma mi va bene così, non vedo in te nulla di cattivo nei miei confronti. Il tuo interesse nel rendermi felice è palese»
Lui si morde il labbro e, prima che possa continuare la mia frase, anche se non avevo alcunché da dire, mi bacia. Io non tardo a ricambiare il gesto e appoggio la mia mano sulla sua guancia.
Nel corso di mezz'ora, io e Matthew ci siamo baciati per ben due volte in un luogo pubblico.

Dopo un periodo di tempo abbastanza lungo, mi stacco delicatamente dal ragazzo.
Mentre io continuo ad accarezzargli la guancia, sussurro sulle sue labbra:«Non dovremmo baciarci qui, non è decoroso»
Lui fa un sorrisino:«Quando sono con te, il decoro non esiste nel mio vocabolario»
Mi allontano lentamente mentre gli sorrido.

Non so minimamente cosa io abbia potuto fare per meritarmi tutto questo.

DUST || [COMPLETA]Where stories live. Discover now