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«Allora» esordisce Matthew «parto dal presupposto che non ho mai raccontato questa cosa a nessuno e che quindi sarà molto difficile parlarne»
Annuisco, stacco la schiena dalla testiera, incrocio le gambe e mi giro verso di lui, in modo tale da avere la sua faccia di fronte alla mia.
Matthew mi sorride e inizia il racconto:«Dato che tra poco conoscerai mia madre, ti racconto delle cose che credo che tu debba sapere e soprattutto perché voglio dirtele»
Annuisco.
«Non ti ho mai parlato di mio padre e, da come hai potuto notare la prima volta che sei venuta qui, foto con lui non ce ne sono»
Respiro profondamente.
«Due anni fa, mio padre se ne è andato di casa» fa una pausa e io istintivamente appoggio la mia mano sulla sua coscia e la accarezzo «Il motivo esatto non te lo so dire: non lo so. Credo che abbia trovato un'altra donna con cui condividere la sua vita o forse era semplicemente stufo di avere una famiglia, non lo so»
Lo guardo attentamente.
«Il fatto è che mia madre è stata molto male, per un anno e mezzo non l'ho riconosciuta. Da circa sei mesi è tornata normale: sta bene» prende un gran respiro e lo vedo, per un piccolo istante, tremare:«Mia madre non mi ha trattato bene in questi due anni, ma non per colpa mia. Jacob e Alfie si assomigliano molto e, come potrai contastatare questa sera, hanno preso entrambi da mia madre. Io sono il figlio che assomiglia di più al padre e vedere ogni giorno il viso che ricorda quella specie di persona non credo che sia facile. Anche perché, oltre alla somiglianza fisica, ho preso da lui anche le passioni: è grazie a lui se mi piace così tanto leggere e anche se mi piace molto il basket»
Accarezzo accuratamente la gamba del ragazzo.
«Da sei mesi, forse grazie alla terapista che la segue, mia madre mi guarda con occhi diversi: mi guarda come faceva due anni fa. Io e lei ne abbiamo parlato e mi ha chiesto scusa una miriade di volte, ma io l'ho perdonata ancora un anno e mezzo fa»
Sorrido alle sue parole.
«Questo per dirti che mia madre si è molto legata a me e che è molto gelosa di me. Quindi, questa sera ti tratterà come una figlia, perché dopo quello che le ho raccontato di te, ti considera già una di famiglia»
Non sorridere mi è impossibile.
«Haley Harris non è bello» cerco di ironizzare
Il ragazzo ride di gusto:«È il nome più bello che io abbia mai sentito»
Sorrido continuando ad accarezzare la gamba.
Mi schiarisco la voce:«Ti va di parlarmi di più di tuo padre?» domando gentilmente
Il ragazzo mi sorride e, dopo aver appoggiato la sua mano sulla mia, incomincia:«È sempre stato un uomo molto presente nella nostra vita, soprattutto nella mia. Il nostro posto preferito era L'angolo tranquillo: ci andavamo ogni sabato mattina e passavamo l'intera mattinata a leggere ognuno il proprio libro. E così sono passati tutti gli anni della mia infanzia, alternando le mattinate a leggere con i pomeriggi a giocare a basket. D'altronde, mentre i miei fratelli andavano a fare un giro in bici con mia madre, io passavo tutto il tempo a cercare di fare canestri con mio padre»
Matthew sospira e stringe di più la mia mano:«Quando quella sera se ne è andato, io non ero a casa» i suoi occhi sono lucidi «Ero ad allenamento e quando sono tornato, la casa era tutta un casino»
Le sue labbra tremano mentre prende un gran respiro:«C'erano i bicchieri e i piatti della cena per terra, in mille pezzi. Mia madre era seduta a terra, disperata, affiancata da Jacob» una lacrima scende dal suo occhio destro «quando mi sono avvicinato per aiutarla e starle accanto, mi ha cacciato via. Ha detto che ero uguale a mio padre» un'altra lacrima gli scende «Quindi Alfie mi ha obbligato ad andarmene in camera e sono rimasto seduto a terra per tutta la notte»
Ha il respiro tremolante e irregolare.
«Mia madre non mi ha guardato in faccia per settimane» ammette non preoccupandosi minimante di asciugarsi le lacrime «Le rare volte che mia madre mangiava, io mangiavo in camera» le lacrime continuano a scendere dei suoi occhi «E mi sono sempre sentito il figlio sbagliato, forse per troppo tempo»
«Quando mia madre mi ha chiesto scusa, abbiamo parlato per tutta la notte. Voleva sapere tutte le cose che mi sono successe nell'ultimo anno» il ragazzo sorride debolmente e lo faccio anche io «Mi ė mancata tantissimo in quel periodo»
Matthew scoppia a piangere e io mi avvicino all'istante a lui e lo abbraccio. Lui non tarda a ricambiare il mio gesto e rimaniamo in questa situazione fino a quando il suo respiro non si fa regolare.

I suoi singhiozzi, oltre a spezzare il suo regolare respiro, devo ammettere che spezzanno anche un po' la mia anima e il mio cuore.
Qualsiasi parola esistente, in questo momento, sarebbe fuoriluogo: quindi rimango in silenzio.

Mi allontano di poco dal suo corpo in modo tale da poterlo guardare negli occhi. Prendo il suo viso tra le mie mani e gli sorrido sinceramente. Mi avvicino poi al suo viso per baciargli la parte del viso sotto l'occhio destro, proprio sopra una lacrima. Dopodiché mi allontano e lui istintivamente mi fa accoccolare tra le sue braccia, in modo tale che io possa sentire il battito del suo cuore. Lui con una mano mi accarezza la gamba sinistra, tenendosi comunque ben lontano dal mio fondoschiena, e con il braccio sinistro mi circonda le spalle spingendoli verso il suo petto. Dopo aver definitivamente riacquistato la regolare respirazione, Matthew mi bacia delicatamente, alternando i baci sulla fronte con quelli sui capelli.
Stupendomi delle mie sensazioni, mi rendo conto che in questo momento non vorrei essere in nessun altro posto.

Dopo alcuni minuti, la schiena mi fa molto male, quindi cerco di cambiare posizione per diminuire il mio dolore. Nel momento in cui mi alzo dalla mia posizione, Matthew stacca la sua schiena dalla testiera e, automaticamente, si distende comodamente sul letto. Non capendo cosa fare, Matthew, senza dire una parola, mi indica di distendermi accanto a lui e io, un po' titubante, eseguo il suo desiderio. Nello stesso istante in cui appoggio la mia testa sul cuscino, il braccio possente di Matthew mi circonda e fa aderire il suo petto con la mia schiena: azione che non solo mi provoca dei brividi in tutto il corpo, ma rende irregolare il mio respiro. Cerco comunque di non farglielo notare, ma quando Matthew appoggia la sua testa dietro la mia mentre mi bacia delicatamente il collo, mi lascio prendere dalla situazione, anche perché non avrei le forze per spostare il ragazzo.

Non so cosa mi sta facendo questo ragazzo, l'unica cosa di cui sono certa è che sto per perdere il controllo.

Dopo ben pochi minuti, mi addormento tra le braccia del ragazzo che all'apparenza ho odiato, ma che ora non so più. Non so più niente.

DUST || [COMPLETA]Where stories live. Discover now