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Io e Matthew ci siamo messi d'accordo sul fatto che sarei andata a casa sua e che poi saremo andati a farci una passeggiata. Non credo che lui debba raccontarmi niente, ma che voglia trascorrere solo un po' di tempo con me e io voglio lo stesso.

Ieri sera, distesa sul letto, ho pensato molto a questo ragazzo e ho capito i miei sentimenti. Di certo non è facile da descrivere come io mi sento quando sono con lui, ma la parola confortevole è quella che forse si avvicina di più. Il che ė strano, dato la partenza del nostro rapporto, ma non mi capacito ancora di come io possa averlo giudicato dall'apparenza senza conoscerlo almeno un minimo. Resto comunque molto decisa sul fatto che voglio conoscerlo a fondo.

Busso alla porta di casa Harris e mi viene ad aprire Alfie con sguardo severo.
«Dobbiamo parlare» esordisce secco.
Io annuisco e sto per entrare, ma la figura di Matthew mi precede:«Parlerete quando saremo tornati» annuncia.
Alfie si lamenta e poi chiude la porta.
«Buongiorno» mi dice una volta ottenuta tutta la sua attenzione
Sorrido:«Ciao Matthew»
Incominciamo la passeggiata senza decidere la nostra meta.
«Che cosa credi che mi dirà Alfie?» gli domando
Il ragazzo ridacchia:«Ti farà una ramanzina»
«Lo credo anche io»
«Ieri sono stato bene, davvero» ammette
«Anche io» confermo
«Spero che tuo padre capirà presto che a te ci tengo, molto»
Sospiro:«Lo spero anche io»
«Posso prenderti la mano?» mi domanda
«Perché?» chiedo sulla difensiva
«Perché voglio camminare tenendoti per mano»
Sorrido:«Scordatelo»
Il ragazzo da una smorfia.
«Ti va un gelato?» mi domanda una volta davanti ad una gelateria.
Annuisco ed entriamo: prendiamo entrambi il gusto limone.
«Non pensavo avessimo gli stessi gusti anche nel gelato» commenta
«Nemmeno io» ammetto.
«Harris!» sentiamo chiamare dalle nostre spalle
Ci giriamo all'unisono e un ragazzo alto, occhi azzurri e biondo viene velocemente verso la nostra direzione.
Sento Matthew borbottare qualcosa, ma non capisco cosa di preciso.

I due ragazzi si abbracciano, anche se Matthew è visibilmente contrario.
«Ė da un sacco che non ci si vede» esclama il ragazzo e, notando la mia presenza, continua:«È lei il motivo della tua scomparsa?»
Matthew, che non sa come comportarsi, annuisce.
«Piacere» mi tende la mano il ragazzo «io sono Nathan, il migliore amico di Matthew»
Fingo un sorriso e gli dico semplicemente il mio nome.
«Te la sei scelta bene» commenta Nathan rivolto verso Matthew
Il ragazzo sorride debolmente.
«C'è qualcosa che non va?» domanda preoccupato il ragazzo
Matthew scuote la testa:«No, semplicemente non ho voglia di tante cazzate»
Nathan fa spallucce e inizia il suo monologo:«Ieri sera è stata una festa fantastica. Sai qual era la sorpresa per noi senior della squadra di basket? Uno spogliarello privato per ciascuno di noi da parte delle cheerleader!»
Matthew annuisce disinteressato mentre sul mio viso nasce una smorfia disgustata.
Dopo aver raccontato qualche aneddoto stupido della serata, Nathan ci tiene a ricordare una cosa a Matthew:«Alle cheerleader sei mancato molto e hanno detto che puoi avere la tua sorpresa in qualunque momento»
Il ragazzo ride:«Fidati, non mi serve»
Nathan lo guarda contrariato:«Sicuro?»
«Sicurissimo» conferma Matthew «Ho già tutto quello di cui ho bisogno»
Lo guardo stupita mentre mi rendo conto di quanto si stia impegnando per far capire al suo amico, se si può definire tale, che non è come lui ha creduto per tutto questo tempo. Si sta veramente impegnando a sfatare lo stereotipo.
Nathan di certo è stupito quanto me della sua affermazione, tanto che preferisce chiudere la conversazione:«Ci vediamo domani a scuola, allora»
Matthew lo congeda con un gesto della mano e mi guarda.
Gli sorrido e poi continuiamo la nostra passeggiata.

«Così lui era il tuo migliore amico» lo stuzzico
«Così dice» mi risponde in tono un po' duro, ancora turbato dal nostro incontro
«Lo è davvero?» domando secca
Matthew ridacchia:«Fidati, non ho una così bassa considerazione dell'amicizia»
Dopo qualche istante di titubanza, decido di far intrecciare la mia mano con la sua.
Lui istintivamente guarda le due mani e poi me:«Cambiato idea?»
Sorrido:«Hai combattuto contro lo stereotipo che ti hanno dato, ti meriti almeno questo» ammetto
Lui mi sorride a trentadue denti, poi alza le nostre mani e bacia la mia delicatamente.

«Meglio che me ne vada a casa» ammetto una volta davanti casa Harris
«Non ti va di entrare?» mi domanda speranzoso
«Sì, ma se entro non esco da questa casa prima di questa sera»
«Ti prometto che ti porto a casa prima di cena: ti accompagno io» dice con tono sicuro
Sospiro sconfitta mentre il ragazzo apre la porta di casa.

«Siamo a casa» urla il ragazzo una volta chiuso il portone
Jenny, la madre, e Alfie si precipitano verso la nostra direzione.
Quando la donna mi abbraccia amorevolmente, posso notare lo sguardo a dir poco stupito di Alfie.
«Noi andiamo in camera» annuncia Matthew
«Scordatelo» commenta Alfie
«La porta sarà spalancata» promette il maggiore
«Ti conviene» risponde duro il minore
La donna, in tutto questo, scuote la testa contrariata dalla durezza di Alfie.
Matthew incomincia a salire le scale e io lo seguo.

Entro per la terza volta in tre giorni nella sua camera: rimane sempre ordinata.
«Che vuoi fare?» mi domanda Matthew
Sorrido ingenuamente:«Voglio vedere tutti i tuoi libri»
«Sono tantissimi!» si lamenta il ragazzo
Sorrido e mi faccio spazio verso la mia destinazione:«Fidati di me»
Così incomincio a scannerizzare nella mia mente tutti i libri, ma dopo ben poco necessito di una sedia per vederli tutti. La maggior parte dei libri li ho letti, così mi limito a lamentarmi della scarsa qualità della loro edizione, mentre Matthew ride divertito dal letto, con le gambe distesa e le braccia appoggiate dietro di lui.
«Posso dirti una cosa?» mi domanda dopo un po'
Annuisco.
«Non mi tirare quel grosso libro che hai in mano, ma tu lì, in quella posizione, in piedi su una sedia mentre giudichi i libri che ti capitano davanti» prende un gran respiro «sei la cosa più bella che io abbia mai visto»
Sorrido ampiamente:«Do troppa importanza ai libri per tirarteli addosso» ironizzo
Sebbene io cerchi di far vedere che quelle parole non mi hanno minimante toccato, lo hanno fatto. Forse fin troppo.

DUST || [COMPLETA]Where stories live. Discover now