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Le lunghe 50 miglia da San Diego a Pamont sono più leggere al ritorno. Anche se in realtà devo ammettere che passare del tempo con mio cugino Tom è sempre una leggerezza.

Lui si è offerto di accompagnarmi a San Diego per prendere il regalo di compleanno di Matthew, che è martedì.
Essendo oggi sabato, ho dovuto trovare una scusa per non essere potuta andare a vedere il mio ragazzo alla partita. Avrei preferito andare a ritirare il regalo un altro giorno, ma il venditore era disponibile solo oggi.

Ho detto a Matthew che ero ammalata e mi sento davvero uno schifo ad avergli raccontato una bugia, ma mi consolo con il fatto che è per una buona causa.

Sorrido guardando la borsa di carta tra le mie gambe: sono contentissima del regalo, ma ho ancora dei dubbi.
«Vedrai che gli piacerà» cerca di tranquilizzarmi Tom, mentre tiene ben salde le mani sul volante.

Tom, che è il diminutivo di Thomas, è sempre stato come un fratello per me. Non che sia diverso con Tim, che è il diminutivo di Timothy. Insomma, sono i miei cugini solo di nome. Mi nasce un sorriso ogni volta che penso ai due nomi: credo vivamente che mia zia l'abbia fatto apposta ad avere i diminutivi così simili.
L'unica cosa è che non abitiamo vicini e quindi con la scuola li vedo poco. Solo che mentre Tim è al secondo anno del college, Tom ha la mia età e quindi lo riesco a vedere più spesso.
I due fratelli tutto sommato sono abbastanza simili fisicamente: hanno entrambi i capelli biondi, occhi azzurri e tante, tante lentiggini. Le differenze stanno nel fatto che Tim ha i capelli più corti e indossa degli occhiali che gli danno un aspetto da universitario serio, mentre Tom ha i capelli più lunghetti e uno spirito più libero.

«Speriamo» sospiro riferita al regalo.
Tom parcheggia davanti casa mia e usciamo.
Prendo la borsa e tengo lo sguardo basso, mentre mio cugino ride alla visione di me così agitata.
«Vedrai che andrà tutto bene» mi consola avvolgendomi con un braccio e stampandomi un bacio tra i capelli.

Non sono molto sicura del regalo per Matthew, ma credo che lui abbia ragione: quando ti piace una persona ti nascono un sacco di stupidi dubbi.

Sorrido tenendo basso lo sguardo mentre avvolgo la vita di mio cugino con il mio braccio destro.
«Mal che vada lo picchio» ammette.
Ridacchio alle sue parole alzando lo sguardo.
Mi blocco all'istante e divento seria: Matthew è davanti la porta di casa. Maledetti alberi che non mi fanno vedere l'entrata della casa dal garage!

Merda. Ora come faccio con il regalo? E cosa gli dico?

Tom si gira a guardarmi e capisce: mi prende la borsa dalle mani e si avvicina alla porta di casa, mentre io rimango bloccata.
Mio cugino si posiziona davanti a Matthew:«Piacere, Tom»
Il ragazzo lo guarda molto male e subito dopo si concentra su di me: ha uno sguardo davvero brutto. È un mix di dolore, rabbia e delusione.
Tom fa spallucce ed entra in casa tenendo ben salda la borsa.
Io guardo allarmata Matthew e non so come comportarmi.
Il mio battito cardiaco velocizza e cerco di respirare ampiamente per mantenere la calma.
Il secondogenito degli Harris deglutisce e si avvicina a me lentamente.

Si avvicina a me fino a quando solo pochi centimetri ci dividono.
«Cosa hai combinato, Haley» mi sussurra con il nodo alla gola.
Io lo guardo anche se i miei occhi sono lucidi:«Niente» sussurro a mia volta.
Matthew chiude gli occhi e prende un gran respiro:«Non sei venuta alla mia partita per uscire con un altro ragazzo e ti fai toccare da lui?!» sospira.
Io lo guardo stupita e sorrido: inizio a ridere senza volerlo.
Il mio ragazzo mi guarda con occhi assatanati:«Perché ridi?»
Mi faccio seria:«Hai appena conosciuto mio cugino Tom» sussurro.
Matthew mi guarda senza capire.
Io mi avvicino a lui di più:«E anche se non dovrei dirtelo, sono andata a prendere il tuo regalo di compleanno» sussurro sulle sue labbra mentre gli accarezzo la guancia.
«Mi sono presa tardi per colpa tua, avresti potuto dirmelo che il tuo compleanno è tra tre giorni»
Matthew finalmente rilassa il suo viso e sospira:«Quando ti ha baciato la testa non c'ho visto più» sussurra.
«Mi dispiace averti fatto star male» ammetto continuando ad accarezzargli la guancia.
«Sono io che sono stupido» mi dice ridacchiando.
«Invece sei intelligente, Matthew Harris» gli confido poco prima di baciarlo, io un modo non del tutto casto. Spero solo che mio padre non mi veda.
Matthew non tarda a ricambiare il bacio ed è lui stesso che lo conclude.
«Se tuo padre ci vede siamo finiti» mi dice sulle mie labbra.
Annuisco.
«Ti va di conoscere mio cugino?» gli domando.
Lui mi sorride e annuisce:«Devo farmi perdonare per non essermi presentato»
«Capirà» lo conforto e, prendendolo per mano, ci dirigiamo all'interno della casa.

Dopo aver salutato i miei genitori e i miei zii che sono in sala da pranzo a parlare e dopo aver presentato Matthew ai miei parenti, porto il ragazzo in salotto.
«Ciao Tim» saluto l'altro cugino che è seduto comodamente sul divano.
Lui, vedendomi dopo settimane, si alza e viene ad abbracciarmi.
«Dovresti iniziare a farti meno bella» mi dice sorridendomi
«Sennò se hai il fidanzato non hai più tempo per noi» interviene Tom da dietro le spalle del fratello.
Io li guardo e sbuffo:«Smettetela»
«Guarda come hai conciato Matthew» continua Tom «l'hai reso perso di te. Prima mi avrebbe voluto ammazzare»
Io lo guardo male mentre Matthew ridacchia imbarazzato:«Mi dispiace per prima» ammette «Non sapevo fossi suo cugino»
Tom sorride tranquillo:«Non ti preoccupare, anche noi siamo gelosi di Haley»
Sbuffo leggermente.
«Se non fosse che piaci tanto a nostro zio» riprende parola Tim «Non ti faremmo nemmeno avvicinare a lei»
Matthew ridacchia mentre io alzo gli occhi al cielo.
«Comunque sono Tim» si presenta il maggiore «E lui è Tom» presenta direttamente anche il fratello.
Matthew sta per stringere la mano all'universitario ma lui decide invece di abbracciarlo. La stessa cosa fa il minore.

Una volta seduti tutti sul divano, sorrido alla vista di loro tre parlare di svariati argomenti.

Nonostante tutta la mia famiglia abbia insistito molto per far rimanere Matthew anche a cena, lui aveva promesso di tornare a casa.
Accompagno quindi il mio ragazzo alla sua auto parcheggiata davanti casa mia, che non avevo notato quando siamo arrivati.
«Mi dispiace non essere venuta alla tua partita» gli dico una volta che lui si ferma davanti alla sua auto e, appoggiandosi alla vettura, mi guarda.
«Aspetterò il mio regalo» mi dice sorridendo.
Mi prende poi per i fianchi e mi avvicina a sé.
«Mi dai un indizio?» mi chiede facendo la faccia da cucciolo.
Gli rido in faccia:«Con me non funziona» chiarisco appoggiando le mie mani sul suo petto.
Lui si finge offeso.
«Martedì ti vengo a prendere» lo avverto
«E dove mi porti?» mi chiede
«Non sono fatti tuoi» gli rispondo schietta.
Lo bacio velocemente a stampo e cerco di allontanarmi, ma lui mi avvicina nuovamente.
«Un solo indizio» mi implora
«Beh» cerco di dire in tono seducente avvicinandomi a lui «in realtà i regali sono due»
Lui mi guarda stupito e deglutisce molto, molto lentamente.
Io sorrido soddisfatta e me ne vado con nonchalance.

DUST || [COMPLETA]Where stories live. Discover now