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«Toglierà la mano dalla tua bocca solo se tu prometti di non urlare, siamo intesi?» disse Jungkook posizionandosi davanti agli occhi intimoriti del minore, aspettando la sua risposta. Quest'ultimo annuì velocemente, non riuscendo a capire quale fosse lo scopo del maggiore in quel momento. Se volesse fargli paura, se volesse fargli del male... Ma una cosa che capì fu da dove provenisse quell'odore nauseante che aveva percepito appena entrato. L'uomo tolse la mano, liberando finalmente la sua bocca e il corvino immediatamente mimò un 'stai zitto, non fiatare!'.

Jungkook avvicinò una specie di tavolo con rotelle, mettendosi dietro, sopra quella superficie si trovavano delle foglie verdi posizionate su un lenzuolo giallo scuro. Sembrava essere canapa.

«Vedi? Perché hai deciso di interessarti a me? Non è stata una buona idea e io ti avevo avvertito. Tu non sei fatto per il mio mondo ed io stanotte te lo dimostrerò» prese un machete dalla lama decisamente affilata e iniziò a sminuzzare con così tanta agilità quelle foglie da sembrare un vero e proprio professionista.

Gli uomini di quel casolare stettero fermi a guardare la fatidica scena a cui stavano presenziando con dei sorrisi cinici nei loro volti «Cosa credi che siano queste foglie... Menta? Basilico?» rise «Sono foglie di coca pura direttamente dalla Colombia, suo paese d'origine. Verdad, Juanito?» vero, Juanito? L'uomo in questione rise annuendo «Non tremare, non ti farò nulla. Ti farò vedere solo la bella persona che sono...»

«P-perché continui a disprezzarti in questo m-modo?» Jimin si mosse irrequieto sulla sedia.

«Non lo faccio, ti sto solo mostrando una parte del mio mondo»

«Solo la parte n-negativa»

«Devi apprezzare sia i pregi sia i difetti quindi la parte negativa di una persona, piccolo»

«T-tu»

«Silenzio, devo farti vedere il tutto» Jungkook lasciò il machete ad un lato dopo aver visto che le foglie erano perfettamente sminuzzate. Prese un secchio con all'interno del materiale grigio, riversandolo su quelle «Questo è cemento, serve da sigillante per le foglie di coca. Sai cosa ricaveremo da tutto questo processo? Una bella quantità di cocaina» Jimin tremò nuovamente per quel suo strano tono di voce. Il maggiore impastò quella combinazione di materiali con le sue mani che lavó appena terminato il passaggio.

Jimin morse il suo labbro nervosamente, Jungkook si era avvicinato a lui con una bacinella riempita da un liquido trasparente «Respira, piccolo» il corvino avvicinò il contenuto alle sue narici e il più piccolo cercò di non vomitare proprio in quell'istante. Era molto sensibile e quell'odore era tanto forte «Ammoniaca. Questa è ammoniaca» affermò con un sorriso per poi riportare quello che aveva fra le mani sopra il tavolo. Prese poi la canapa con l'impasto e immerse questa nell'acido liquido «Sai... Una volta un anziano colombiano, vedendomi lavorare la coca, mi disse che ero davvero portato per fare questo mestiere, che avevo le mani d'oro» prese quella che sembrava essere una tanica di benzina e riversò questa dentro il contenitore «Mi insegnò i suoi trucchi, mi rivelò i suoi segreti come quello di modellare la cocaina con una quantità di benzina, rendendo così il tutto più forte, più efficace, più veloce. Se dovessero pormi davanti diversi tipi di cocaina, saprei riconoscere e dirti quale sarebbe la più pura, la più scadente o addirittura quella contraffatta. Ahi, Jimin... Perché non vuoi vedere l'evidenza?»

Aggiunse altre due due sostanze al composto e la magia avvenne. Alcune piccole pietre bianche, lucenti apparvero dentro quella bacinella, sopra la canapa che Jungkook uscì e pose sopra il tavolo. Prese della carta stagnola e mise in quella le pietre ricavate «Vedi queste? È cocaina, Jimin» accese una fiamma e riscaldò il contenuto attraverso l'alluminio che le ricopriva. Quello fu l'ultimo passaggio. Jungkook spense quel calore e pose sul tavolo la carta stagnola, aprendola. Tirò fuori dalla sua tasca un coltellino ed iniziò a tagliuzzare minuziosamente quelle pietre fino a quando queste non diventarono polvere e il gioco fu finalmente concluso.

«Juanito llevame una silla» Juanito portami una sedia chiamò Jungkook. L'uomo obbedì al richiamo e il maggiore si sedette davanti al corpo statico di Jimin «Ti chiederò di fare una cosa e tu la farai, non puoi tirarti indietro» Jungkook prese un po' di quella polvere, meno di un grammo, e la diluì con un po' di acqua in un bicchiere «Prendila» porse una siringa verso Jimin.

«No, no, no» il più piccolo era tremendamente nervoso e la sua paura iniziava a crescere sempre di più.

«Calmo, piccolo! Non ti drogherò a te, non sono poi così crudele. Tu lo farai con me» sorrise Jungkook aspirando l'ormai liquida cocaina con la siringa «Ti ho già detto che non ho molta pazienza, prendila» Jimin la prese con le sue mani che non smettevano di tremare mentre attorno quegli uomini guardavano quella scena come se davanti ai loro occhi ci fosse uno spettacolo davvero divertente. Jungkook tolse la sua mascherina, il suo giacchetto di pelle e la sua maglia, lasciando completamente a nudo il suo petto. Il più piccolo infocò il suo sguardo su quell'estensione, cicatrici, tatuaggi, era un caos come d'altronde interamente quel ragazzo era un caos. Indecifrabile, enigmatico.

«Ti farà male, è p-pericoloso...»

«Pensi che io non l'abbia mai fatto? No perché se pensi questo hai sbagliato di grosso. Ti ho avvertito, Jimin. Non siamo fatti della stessa pasta» Jungkook chiamò due uomini e ordinò loro di slegare il corpo di Jimin ma quelli non si allontanarono, stettero al suo fianco «Non mi fido di te, potresti scappare e non è il momento per farlo»

«Non scapperò, ho detto che voglio conoscerti e lo farò»

«Sei così testardo ma non me ne frega un cazzo. Stategli accanto...» si rivolse agli uomini e poi di nuovo al minore «Avanti! Impugnala per bene e premila contro la vena del mio braccio» Jimin ingoiò il groppo che si era formato nella sua gola «Fallo e non farmelo ripetere...»

«Non ce la faccio...» lasciò andare una lacrima e Jungkook rise «Ti farò m-male»

«Smettila di dire minchiate e fa quello che dico. Infila questa siringa sul mia vena e premila fortemente, non mi farai alcun male» Jimin con lacrime agli occhi, infilzò la siringa, iniettando quella sostanza all'interno del corpo del maggiore che in quegli attimi non tolse neanche per un secondo lo sguardo dal viso del più piccolo mentre le sue labbra si curvavano in un sorriso «Non è ancora finita, Jimin» rise e gli uomini tennero fortemente le braccia del biondo.

𝑪𝒊𝒄𝒂𝒕𝒓𝒊𝒄𝒆𝒔 | 국민 Where stories live. Discover now