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La mattina dopo, non avendo ricevuto alcuna lettera di espulsione o sospensione, lui e Jimin si trovavano nuovamente a scuola, erano appena scesi dalla moto e stavano sistemando i loro caschi, fra un po' sarebbero dovuti entrare.

«Cazzo, Kook. Oggi hai i capelli più ribelli del solito. Dovresti tagliarli!» ridacchiò Jimin quando con le sue mani cercò di sistemarli.

«Non è colpa mia se al mio ragazzo piace toccarli e scompigliarli insistentemente ad ogni ora del giorno e della notte!» sbottò sarcasticamente per poi poggiare il suo fondoschiena alla moto e circondare la vita di Jimin con le sue braccia.

Quella tenera scena rubò l'attenzione di molti e molti studenti che iniziarono ad osservarli alcuni con ammirazione, altri con un sorriso e altri ancora con il solito sguardo di disprezzo e superiorità.

«Mi piace la morbidezza e il profumo che emanano» rispose aggrappandosi al collo del più grande «È così dolce...»

«Grazie al cazzo, amore! Da quando vivo a casa tua, mi lavo con bagnoschiuma e shampoo per bambini!» esclamò ridendo.

Era vero quello che diceva.
Jimin avendo purtroppo la cute e la pelle molto sensibili non poteva usare prodotti troppo forti che potessero danneggiarle e per questo utilizzava quelli delicati per bambini.

«Sei buonissimo anche così, tranquillo!» replicò il biondo che annusò il suo collo «E poi ammetti che ti piace lavarti con questi prodotti, tutte le bolle e la schiuma che fanno. Ogni volta ci giochi!» disse teneramente e il corvino provò vergogna per un momento.

«Oh, sono i miei segreti questi! Shh!» lo strinse a sé baciando il suo capo più volte.

«Sono anche i miei adesso» Jungkook annuì con una comica smorfia.

«Anche a me piacciono le bolle e la schiuma!» parlò animatamente una dolce e femminile vicino a loro. I due si voltarono con confusione, vedendo così una bambina che all'incirca poteva avere sette-otto anni. Guardava la moto con le sue mani incrociate dietro la schiena.

«E tu da dove sbuchi fuori?» domandò il corvino con una risata seguita da quella di Jimin.

«Mi piace la tua moto e anche lui è molto carino!» esclamò felicemente segnalando Jimin ed entrambi si guardarono straniti ma divertiti da quella tenera bambina.

«Grazie, piccolina. Come ti chiami e che ci fai in una scuola per grandi?» chiese Jimin avvicinandosi insieme a Jungkook.

«Mi chiamo Madlen e sono qui con mia mamma e mio papà» replicò sorridente.

«Oh, che bello e ti piace qui?» domandò ancora il biondo.

«Uhm... Non molto. Preferisco la sua moto!» il più grande rise e si abbassò alla sua altezza.

«Dammi il cinque!» la piccola glielo diede e poi risero tutti insieme «Vuoi salirci con il nostro aiuto o i tuoi si arrabbieranno?» propose e la bambina fece un salto di gioia.

«Non si arrabbieranno! Sanno che mi piacciono tanto tanto le moto!» parlò totalmente innamorata.

«Strano... Di solito a quest'età si gioca con le bambole soprattutto per una bambina» spiegò per poi prendere la sua mano e approssimarsi verso la moto insieme a Jimin.

«Beh in realtà... Potrò sembrare una stramba però mi piace tantissimo guardare le moto da corsa in tv con il mio papi. Sono bellissime!» raccontò Madlen con un sorriso che svanì subito dopo «I miei compagni mi prendono in giro per questo...» Jimin e Jungkook collegarono i loro sguardi sorridendo con tristezza.

«Non ascoltarli, si? Tu sei forte e non devi vergognarti di te stessa solo perché ti piacciono le moto e non le bambole. Va bene? Sai quante me ne hanno dette a me per la cicatrice che ho sul viso o per il mio aspetto? Tante ma proprio tante ma devi avere il coraggio di andare avanti contro tutto e tutti» il corvino la prese in braccio e la pose sulla sella della sua moto «Un consiglio ti do. Mai e dico mai diventare quello che gli altri vogliono perché altrimenti non sarai nessuno in questa vita. Sii te stessa e fai quello che più ti piace perché la vita è una e non puoi sprecarla. È un discorsetto un po' complesso ma quando crescerai capirai meglio di quello che sto parlando» scompigliò i capelli della bimba che sorrise emozionata sussurrando un timido "grazie".

«Amore oggi sei in vena di discorsi, eh? Mi farai piangere» Jimin lo abbracciò e baciò la sua guancia «Com'è stare su una moto, piccolina?»

«È stupenda! È un po' grandina ma un giorno ne avrò una tutta per me!» affermò con una felicità estrema.

«Ma mi raccomando, Madlen dovrai essere una donna responsabile e con la testa sulle spalle se vorrai guidare una moto del genere un giorno. È bella si ma ha anche i suoi rischi» il minore lo guardò con confusione «Amore non voglio spaventarla ma deve sapere che non è un giocattolino inoffensivo. Giusto?» chiese alla più piccola.

«Si! So già tutto ma la voglio ugualmente!» rispose.

«Mi piace il tuo carattere, brava!» un altro batti cinque avvenne fra i due.

«Io vi ho detto il mio nome. Come vi chiamate?» domandò curiosa.

«Io mi chiamo Jungkook ma puoi anche dirmi Kook, piacere» strinse la sua mano e la minore rise.

«Io sono Jimin, piacere» ripeterono la stessa azione.

«Piacere mio! Jimin ti chiama "amore", state insieme? Vi amate come la mia mamma e il mio papi?» la domanda li colse di sorpresa, era strano detto da una bambina di quell'età.

«Si, ci amiamo» dissero insieme.

«Che belli che siete!» esclamò con un applauso.

«Madlen, figlia che fai sopra una moto e chi sono loro?» chiese una donna alle loro spalle con una voce decisamente seria e critica.

Jimin e Jungkook si voltarono ma a quest'ultimo era come se gli fosse caduto una vasca di acqua ghiacciata addosso. Rabbrividì diventando notoriamente pallido.

Non poteva essere vero,
impossibile.

𝑪𝒊𝒄𝒂𝒕𝒓𝒊𝒄𝒆𝒔 | 국민 Where stories live. Discover now