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Nuove immagini e nuovi mostri del suo passato riaffiorarono all'immagine di quella donna dinanzi a sé, quel volto tormentato di cui non potrà mai scordarsi.

Un piccolo ed innocuo Jungkook di circa 11 anni camminava per casa con il suo pigiama e le sue ciabattine blu cielo. Forse non si sarebbe dovuto alzare quella notte per prendere un semplice bicchiere d'acqua, forse non sarebbe dovuto passare difronte la camera dei suoi genitori.

Senso di sgomento e di rabbia improvvisa si impossessarono del corpo del minore a quella brutale vista.

Un'altra donna giaceva nuda sopra suo padre mentre sua mamma era fuori per il suo turno di notte al lavoro.

Lo facevano morbosamente, spudoratamente difronte ai suoi poveri occhi, in casa sua, nel letto che fino alla mattina pensava fosse il nido d'amore dei suoi genitori.

Quando tornò in camera sua, la sete che aveva era di colpo sparita. Si addormentò con le sue forti ed incessanti lacrime agli occhi e con il volto di quella donna stampato nella sua mente.

Dovette nascondere il segreto per tanto tempo ed il suo essere era così lacerato già a quel tempo.

Passò molteplici notti insonni per quel volto e per tradimento visto.

Era lei.

Era lei la donna che aveva difronte, era lei con il viso un po' più invecchiato ma gli occhi erano quelli. Azzurri, profondi e oscuri come quella notte in cui li vide per la prima volta pieni di desiderio e peccato verso suo padre.

«Madlen ti stanno facendo qualcosa? Che fate con mia figlia? Perché è su una moto?» continuò a chiedere la donna.

La stessa voce di quei gemiti insopportabili e orribili di quella notte.

«Mamma sono i miei nuovi amici» Jungkook la osservò per un momento e poi corse via, Jimin le consegnò la bimba e seguì il suo compagno.

Il corvino corse dietro la scuola dove nessuno l'avrebbe visto. Conati di vomito passarono dal suo stomaco alla sua gola e dalla sua gola alla sua bocca con velocità, svuotandolo totalmente.

Quegli schifosi ricordi sapevano come abbatterlo in pochi secondi.

«Kook! Che succede? Che hai? Mi stai facendo preoccupare! Ti prego rispondimi» parlò totalmente in panico sul punto di piangere, prese dei fazzoletti dalla sua tasca per pulirgli la bocca ma un altro conato lo attaccò brutalmente tanto che dovette sedersi sul marciapiede per le forze che gli vennero a mancare «Kook... Che ti succede? Mi stai spaventando!» asciugò la sua bocca sedendosi accanto a lui, il corvino toccò le sue tempie con feroci lacrime a percorrere le sue guance.

«Ieri... Q-Quando eravamo sul ciglio dell'uscita, sul punto di andarcene... M-Mi è parso di sentire una frase... "Sono tuo padre, Jungkook"» Jimin aprì i suoi occhi velocemente insieme alla sua bocca «La donna, la mamma di quella b-bimba era lei... L'amante di mio p-padre, ne sono sicuro. Gli stessi o-occhi, lo stesso viso solo con qualche ruga in più» il minore si strinse a lui completamente scioccato «Non potrò mai scordarmi il suo volto perché è quello che mi ha tenuto sveglio per un sacco di notti per i sensi di colpa. Li ho visti giacere a casa mia. Mi è venuto il voltastomaco quando l'ho riconosciuta. Che s-schifo. Sembrava così tranquilla, così felice mentre io così tormentato» unì la sua fronte con quella del suo ragazzo «Non voglio c-credere a tutto questo. Voglio che tutto sparisca di n-nuovo. Stammi vicino, ti prego» Jimin lo baciò per trasmettergli tutto il suo amore e la sua vicinanza «Ho paura di questi mostri che adesso sono ricomparsi...»

«Non ti lascerò mai, Kook. Ti aiuterò e lo affronteremo insieme perché ti amo troppo e non potrei mai lasciarti andare» si baciarono nuovamente.

«La mia mente è un caos, le immagini e i ricordi di quel momento sì ripetono continuamente. Mi sento così strano» chiuse i suoi occhi fortemente e Jimin con i suoi totalmente rossi e ardenti lo abbracciò «È stato come un trauma quella notte. Non ricordo neanche il viso di quel bastardo, è solo un'immagine sfocata... Il preside f-forse» provò a dire.

«Non pensarci, pensa a me, a noi. Tranquillo, Kook ci sono io con te» sussurrò baciando le sue mani ma ad un tratto Jungkook si alzò in piedi di scatto, asciugando e strofinando i suoi occhi mentre schiariva la sua gola «Amo-»

«Non avrà scampo stavolta, gli rovinerò la vita come lui ha fatto con la mia e con quella della mia famiglia» sentenziò d'improvviso respirando a fondo mentre guardava Jimin alzarsi.

La sue mente era riuscita finalmente a collegare il tutto e l'immagine di suo padre sembrava essere sempre più vivida, chiara e trasparente fino ad arrivare ad una nuova consapevolezza che suo padre era proprio a pochi metri da lui ma nel vero senso della frase.

Era veramente a pochi metri da lui.
Il preside "Choi" guardando la scena attraverso le telecamere del suo ufficio decise che era arrivato il momento di affrontare il suo passato e la furia di suo figlio.

Jimin corse da Madlen e sua mamma che arrivarono anch'esse in quel preciso istante quando Jungkook afferrò l'uomo dalla camicia facendo sbattere la sua schiena contro il grigio e solido muro. Il biondo le allontanò da lì. Alla fine era arrivato il momento che i due affrontassero il loro passato, solo loro due.

«Sarai anche quel fottuto bastardo e pezzo di merda di mio padre ma sappi che ti odierò per tutto il resto della mia vita dopo tutto quello che ci hai fatto...» urlò con rabbia riferendosi anche a Hyun-San «Ti odio da morire per aver reso la mia vita e quella di mio fratello una totale miseria e per aver reso mia madre un mostro senz'anima. Ti odio» lo strattonò mentre lo guardava con ira.

𝑪𝒊𝒄𝒂𝒕𝒓𝒊𝒄𝒆𝒔 | 국민 Where stories live. Discover now