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Jimin e Jungkook uscirono in silenzio dall'ufficio del preside, quest'ultimo neanche si ripose la mascherina. Uscì libero. Camminarono fino all'uscita dell'edificio visto che erano stati sospesi e allora il minore dei due iniziò a parlare.

«Ma quindi siamo stati sospesi? Ma come è potuto capitare, dannazione!» disse Jimin fermandosi improvvisamente mentre il maggiore sembrava star pensando a qualcosa «Ma chi può aver fatto una cosa del genere? Che idioti seriamente... Per un bacio... Che stupidi» il biondo guardò il suo compagno ma questo sembrava tuttavia nel suo mondo «Jungkook! Mi stai ascoltando o cosa? Che ne pensi tu di questo? Jungkook!»

«Penso che non me ne fotte un cazzo! Andiamo, Jimin!» lo prese per un braccio e lo trascinò con sé.

«Come non te ne frega un cazzo? Che vuoi fare?» domandò quando arrivarono davanti alla moto del maggiore.

«Si, non me ne frega. Andiamo via da questa merda. Facciamo qualcosa prima che i tuoi genitori scoprano la sospensione!» Jungkook prese il suo casco «Dai, su. Prendi tu il casco, io sono già abituato»

«Che hai in mente spericolato?» chiese Jimin con intrigo.

«Niente in particolare. Ci svagheremo un po'. Togliamo un po' di monotonia alla tua vita» rise e gli porse il casco, il più piccolo lo guardò preoccupato «Tranquillo, non ha niente a che fare con droghe e quant'altro»

«Mi fiderò...» prese il casco «Sei sicuro che vuoi darlo a me? Non è meglio che lo usi tu?»

«No, usalo tu» lo tolse dalle sue mani e glielo mise al posto suo, poi il maggiore salì in sella «Ora sali e basta con queste domande. Abbiamo poco tempo prima che tutto se ne vada a puttane» sorrise e Jimin lo fece attraverso il casco, in seguito salì anche lui «Puoi tenerti a me se vuoi perché sai perfettamente che con queste moto non si va mica piano!»

«Lo so, stronzo. Sono vergine non stupido!» esclamò facendo ridere il contrario che in risposta mise in moto.

«Tieniti forte mi raccomando!» disse Jungkook per poi sfrecciare via sotto l'intrigato sguardo del preside che  osservò la scena dalla grande finestra del suo ufficio senza perdersi nessun dettaglio.

...

I due viaggiarono serenamente su quella moto durante il tratto di strada che Jungkook volle percorrere per arrivare al suo 'svago,' nel frattempo Jimin osservava intorno a sé e stringeva fortemente le sue braccia attorno alla vita del maggiore. Dopo circa una mezz'oretta, il più grande parcheggiò la moto e insieme scesero. Il più piccolo tolse il casco con confusione.

«Una casa? Ma che posto è questo?» chiese Jimin ad un Jungkook sorridente.

«Non è una casa qualunque, Jimin. È una villa! In cui i proprietari vengono solo il fine settimana. Entriamo!» lo prese per mano mentre si avviavano sul retro.

«Ma sei matto? Se qualcuno ci scopre siamo nella merda ma poi perché proprio qui?» continuò a chiedere.

«Hai detto che ti fidi di me... Quindi tranquillo!» affermò.

La struttura era molto raffinata si notava perfettamente, era grande e a più piani. In poche parole una casa di ricchi. Era totalmente bianca all'esterno e aveva come decoro qualche fiore qua e là di vari colori.

Scendendo lungo un piccolo sentiero i due arrivarono davanti ad un portone a sbarre colore argento e quello che c'era oltre questo stupì il minore.

«Cazzo, i proprietari saranno e sfondati per avere tutto questo ben di Dio!» esclamò il biondo vedendo quella grandissima piscina in muratura adornata da sdraie e ombrelloni di paglia.

«Molto ricchi ma un po' stupidi» rispose Jungkook prendendo la chiave che i proprietari nascondevano dietro un mattone «Ti rendi conto quanto possono essere stupidi? Chi lascerebbe mai una chiave dietro un mattone? Ma comunque meglio per noi!» sorrise e aprì il portone.

«Non mi dire che...»

«Già e non fare storie. Abbiamo poco tempo per svuotare le nostre menti da questa giornata del cazzo!» tirò Jimin dal braccio e insieme si diressero a bordo piscina. Jungkook iniziò a spogliarsi difronte lo sguardo imbarazzato del minore.

«Che f-fai?»

«Mi faccio un bagno, non è ovvio?» rimase in boxer e dopo qualche secondo si gettò di colpo in acqua, schizzando anche il povero Jimin. Poi riemerse portando indietro i suoi capelli con le mani e poggiandosi al bordo «Vieni pure tu, dai. Sentirai l'adrenalina e la calma passare per il tuo corpo. Fammi vedere come trasgredisci le regole...!» provocò.

«Mi stai portando sulla cattiva strada, Jungkook» iniziò a spogliarsi anche lui «Ma è dannatamente bello sentirsi senza pressioni o cazzi vari intorno» dicendo questo anche lui si gettò e il corvino rise, osservandolo poi con attenzione quando il suo capo uscì fuori dall'acqua.

«Come ti senti?»

«Bene! Sto un po' meglio!» rispose Jimin avvicinandosi al bordo al fianco del maggiore.

«Quindi i tuoi amici ti hanno abbandonato per colpa mia?» domandò fissando i suoi occhi.

«Si ma non è colpa tua. Sono degli idioti e penso che tu lo abbia notato oggi soprattutto quando Taehyung mi ha offeso» il corvino annuì «Ci sto un po' male, sì ma se si sono comportati in questo modo si vede che non erano veri amici... Solo perché non ho seguito i loro consigli mi hanno abbandonato alla prima occasione. Capita purtroppo!»

«Magari avresti dovuto seguirli...»

«E stare lontano da te? Ma se vuoi me ne vado, eh» si allontanò e Jungkook lo afferrò avvicinandolo a sé.

«No, no, non volevo dire questo... Ormai sai tutta la mia vita, mio fratello è con te, ti ho dato la mia fiducia. Non posso permettere che tu ti allontani malgrado i nostri caratteri si scontrino molte volte» ammise il più grande.

«Sei cambiato un po' forse...»

«Non credo. Ho solo aperto gli occhi su determinate cose... Tipo il fatto che tu non hai cattive intenzioni con me ma che vuoi solo starmi vicino» rispose.

«Sono contento che tu lo abbia capito. Non ne ho mai avute e mai le avrò...» fece un sorriso «È rilassante stare qui, lontano da ogni cosa»

«Per questo mi piace. Sai di chi è la villa?» il piccolo negò «È di Namjoon! Se lo sa mi uccide ma non mi interessa»

«Ucciderà anche me allora!» risero.

«Non farà nulla...»

𝑪𝒊𝒄𝒂𝒕𝒓𝒊𝒄𝒆𝒔 | 국민 Tempat cerita menjadi hidup. Temukan sekarang