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«Che poi non capisco una cosa... Ha cambiato nome tuo padre? Cioè è impossibile che si chiami "Choi Hyun-Sik" quando tu sei un "Jeon"» rifletté Jimin mentre aspettavano Madlen fuori scuola.

«Credo proprio di sì ma solo il cognome perché mio padre si chiamava "Jeon Hyun-Sik". Pur di non farsi riconoscere ha cambiato pure identità... Che bastardo, cazzo» sbuffò stanco.

«Stanno arrivando, Kook. Tranquillo ci sono io con te» disse Jimin per rassicurarlo e l'altro sorrise.

«Lo so, amore!» il biondo strinse la sua mano quando li ebbero davanti.

«Salve preside, salve signora!» salutò Jimin, Jungkook invece rimase in silenzio ad osservare il tutto. I due adulti fecero solo un cenno sorridente. Il corvino scrollò la sua testa e salì sulla moto.

«Non ci darà l'indirizzo?» sussurrò la donna al suo compagno ma il corvino l'ascoltò.

«Suo marito sa già qual è l'indirizzo, non si preoccupi» replicò con indifferenza mischiato al nervosismo. L'adulta annuì solamente.

«Kook ho dei giochi in macchina per San spero gli piacciano!» annunciò la piccola con felicità. Il maggiore respirò e finalmente riuscì a sorridere.

«Sicuramente, stai tranquilla!» rassicurò per poi mettersi il casco e passare l'altro a Jimin che contemporaneamente salì in sella.

«Ah e un'altra cosa! Papà mi ha detto che San va goloso per le caramelle alla panne e fragola, le sto portando per lui!» Jungkook a quel punto guardò suo padre attraverso il casco. Con i suoi occhi poté sussurrare un "ti odio" così intenso che Hyun-Sik dovette ingoiare più volte per non sentirsi male in quel momento.

«Ne sarà felice, Mad» disse per ultimo per poi iniziare a fare strada con la sua moto.

Jimin percepì all'istante la tensione che il suo amato provava dentro di sé soprattutto quando questo decise di spegnere la moto e fermarsi su un marciapiede. Jungkook scese e tolse il suo casco con rabbia, il minore imitò la sua azione con preoccupazione. Nel frattempo la macchina di suo padre si accostò a qualche metro di distanza ma i due non se ne accorsero minimamente.

«Non ce la faccio, cazzo!» sbottò totalmente arrabbiato, Jimin si avvicinò a lui «Ho dovuto fermare la moto perché sapevo che guidare in questo stato non avrebbe portato a nulla di buono! Sono troppo ma troppo incazzato! Mi dà così fastidio la loro presenza, li odio profondamente!» camminò avanti e indietro «Vorrei poter essere indifferente! Vorrei poter dire non me ne frega più un cazzo ma invece no... Mi frega ancora, dannazione! Mi fa ancora effetto la sua persona perché è mio padre, cazzo! È mio padre malgrado il male che mi ha fatto! Vorrei poter odiarlo ma solo una parte di me lo fa mentre l'altra che lo ama ancora è in totale conflitto!» Jimin corse ad abbracciarlo con tanta forza e amore.

«Mi fa stare così male vederti così, Kook... Ti prego cerca di pensare a qualcosa di positivo. Lo stiamo affrontando insieme e non ti lascerò, amore mio. Ti prego, lo supereremo» accarezzò la sua schiena e l'altro sembrò calmarsi.

«È più forte di me tutto questo. Non ho mai trovato un attimo di pace in questa vita, solo con te riesco a trovarla» baciò le sue labbra «Sono contento che Madlen sia la nostra "sorella" e che non veda l'ora di incontrare San ma la presenza di quell'uomo mi fa stare così fottutamente male... Non riesce neanche a spiccicarmi una parola, una misera parola!»

«Magari prova vergogna per quello che ha fatto e non sa come deve comportarsi...» provò a dire.

«Non lo so... Io farei di tutto pur di riconquistare mio figlio mentre lui non capisco cosa aspetti» ragionò.

«Magari vuole lasciarti i tuoi spazi...» continuò.

«Credi troppo nella buona fede della persone, fiorellino. Vorrei anch'io poter vedere il lato positivo delle cose ma ora come ora mi sembra molto difficile» il minore annuì solamente «Dai, andiamo prima che mio padre si vada a comprare i popcorn per la scena che sta vedendo» disse sarcasticamente e l'altro rise.

«Ti amo tanto lo sai. Sei tanto forte» ammise sfiorando la sua guancia.

«Se lo dici tu...» entrambi salirono nuovamente sulla moto e ripartirono per casa del minore. Dietro di loro camminava sempre la macchina di suo padre che li seguì fino quando non arrivarono davanti la struttura. Casualmente fuori c'erano sia Hyun-San sia Salom che parlavano con un uomo vicino ad una macchina sportiva color nero.

«Non mi avevi detto che avevi questo gioiellino...» disse il maggiore quando scese e tolse il casco.

«La tengo con cura, amore» gli fece un occhiolino.

«Sai che la porterò io, vero?» fece una smorfia perversa e l'altro sorrise.

«Solo per questa volta!» strinsero le loro mani come in un patto. Nel frattempo Hyun-San correva verso suo fratello più grande che abbracciò teneramente.

«San! Come stai, cuoricino?» domandò Jungkook.

«B-Bene, Kookie!» rispose accucciandosi contro di lui soprattutto quando vide tre figure sconosciute avvicinarsi. Il corvino strinse fortemente i suoi occhi e poi li riaprì, Jimin corse ad appoggiare la mano sulla sua spalla.

«Arrivederci!» salutò il meccanico «Figlioli che fate? E chi- ma non è il vostro preside quello?» chiese Salom mentre li osservava con confusione.

«Mamma è una storia decisamente lunga che farai difficoltà a capire ma stasera te ne parleremo... Comunque si è lui» la bocca di sua madre si aprì in una "o" confusa.

«Capisco... Buonasera signori! Non so se lei si ricorda di me ma sono la mamma di Jimin» salutò la donna con un sorriso e una stretta di mani ad entrambi.

«Si, mi r-ricordo di lei e anche di suo marito» rispose semplicemente Hyun-Sik con il suo sguardo totalmente rivolto verso i suoi due figli che continuavano ad abbracciarsi.

«Madlen» chiamò Jungkook fregandosene altamente della presenza di suo padre «Vieni, è lui Hyun-San!» la piccola con una certa timidezza si incamminò verso i suoi ormai fratelli «San non fare il timidone! Guarda che ti ha portato Madlen!» parlò abbassandosi alla sua altezza. Il minore guardò la piccola con curiosità mentre l'altra sorrideva con il pacchetto di caramelle in mano «Salutala, amore!»

«C-Ciao, come ti c-chiami?» Madlen baciò la sua guancia con affetto.

«Ciao, San! Io sono Madlen ma puoi chiamarmi Mad e sono tua s-» Jungkook la fermò in tempo.

«Glielo spiegheremo dopo, d'accordo? Se no avrà troppe informazioni e potrebbe confondersi» la minore acconsentì con il suo capo e restò a parlare con Hyun-San offrendogli anche le caramelle che accettò con occhi innamorati e l'acquolina in bocca.

«Jungkook devo parlarti, per favore ascoltami!» Hyun-Sik afferrò il suo polso ma l'altro si tolse all'istante dalla presa.

«Che vuoi?» sbottò infastidito.

«Andiamo più in là, ti prego. Ho bisogno di parlarti» lo scongiurò suo padre, Jungkook lo seguì.

𝑪𝒊𝒄𝒂𝒕𝒓𝒊𝒄𝒆𝒔 | 국민 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora