12

5.5K 427 32
                                    

«Ti ho già detto che con me non attaccano i tuoi cazzo di discorsetti filosofici» sbottò Jungkook dopo qualche minuto in seguito alle forti parole di Jimin.

«Ti sto solo dicendo quello che penso poi puoi interpretarlo come vuoi...» disse il minore con le braccia incrociate al petto mentre passava il suo dito pollice per il suo carnoso labbro inferiore.

«Ho detto che non avrei più voluto discutere con te e tu che fai? Continui a rompere?» lo guardò male mentre poggiava le sue spalle contro la spalliera del letto.

«Ma non per forza dobbiamo discutere. Potremmo anche solo parlare del più e del meno senza discutere!» ricalcò l'ultima parola.

«Di cosa cavolo vorresti parlare?» domandò con fastidio.

«Jungkook levati le scarpe e mettiti comodo» il menzionato si girò immediatamente verso di lui, fulminandolo con lo sguardo «Ok... Solo se tu vuoi, giustamente» rise imbarazzato, raschiandosi la nuca. Il maggiore finalmente lasciò andare un piccolo sorriso, era davvero buffo, chiunque avrebbe riso o almeno sorriso per quella reazione.

«Non impari mai, eh... Ma del resto già a scuola avevo sentito parlare di te» disse Jungkook passando le dita per il suo mento.

«Di me?» chiese incuriosito.

«Non fare l'ingenuo, dai!» Jimin continuava ad osservarlo con pura confusione «Davvero non te ne sei mai accorto?» il biondo negò nuovamente «Parlano tutti del Park Jimin con la lingua lunga, del Park Jimin con il carattere spumeggiante che ama non starsene zitto e non farsi gli affari suoi. Non vuoi che ti mettano i piedi in testa, vorresti cambiare gli altri e il mondo, non hai paura. Ci avrei scommesso che un giorno ti saresti interessato alla mia persona, era decisamente prevedibile. Ti piace il pericolo, ti piace mostrare agli altri che tu puoi farcela nonostante le difficoltà delle tue scelte. So che i tuoi amichetti ti hanno detto di starmi lontano, di non avvicinarti a me perché non gli vado a genio visto la mia apparenza ma tu non hai voluto ascoltarli e per questo vuoi continuare con questa merda. Vuoi fargli vedere che si sbagliano... Sei da ammirare» rise Jungkook.

«È vero sono questo... Tu credi che io non possa riuscire a cambiarti?»

«Sono dell'idea che le persone non possono cambiare possono solo migliorare ma solo se queste vogliono, solo se c'è la buona volontà. Non potrai cambiarmi, sono questo come tu sei quello di cui tutti parlano» affermò Jungkook «non fa una piega il mio discorso, giusto?»

«È giusto il tuo ragionamento, non posso dire nulla per contraddirlo ma potresti sempre migliorare»

«Cosa dovrai migliorare? Il fatto di non drogarmi più?»

«Si, perché no? Può essere nocivo per la tua salute, può causare varie conseguenze non molto belle» rispose con tristezza.

«Hai paura che muoia?» rise.

«Non scherzare, è serio l'argomento. Jungkook stai rischiando molto continuando con questo stile di vita»

«Che te ne frega?»

«Mi frega eccome!» esclamò il biondo guardandolo «Senti, anche tu sfidi brutalmente la mia pazienza e i miei nervi. Sei cocciuto peggio di me e non negarlo! Continui a farti del male, non curandoti delle conseguenze che potrebbero arrivare... Lascia che io sia tuo amico, lascia che io ti aiuti in qualche modo! Non voglio nulla in cambio e lo sai, faccio questo perché lo voglio!» Jimin si alzò in piedi diventando rosso in faccia per i nervi.

«Lo fai per pena, per compassione?» si alzò anche lui «Ti fa pena il fatto che io abbia maledettamente sofferto in questo schifo di vita? Ti fa pena il fatto che io abbia delle cicatrici sul mio corpo? Ti fa pena il fatto che io stia cercando di terminare con la mia vita nonostante io non possa farlo? Eh? Dimmi! Ti faccio pena, ti faccio compassione? Dimmelo!»

«Zitto! Non lo faccio per quello! Non siamo tutti gli stessi, lo vuoi capire? Brutto stronzo» gridò mentre le sue braccia si dirigevano verso la vita del più grande, stringendolo a sé.

«Devi smetterla!» Jungkook con tutte le sue forze spinse Jimin contro il letto, quest'ultimo cadde su quella morbida superficie che in quel momento faceva davvero male come se fosse caduto sopra una grande roccia appuntita «Non puoi continuare ad andarmi dietro, non otterrai quello che vuoi... Cazzo, Jimin! Perché vuoi rovinarti la vita per uno come me? Hai visto? Ti faccio soltanto del male, mi mandi fuori di me» Jungkook si sedette sul bordo del letto, passando una mano fra i suoi capelli sudati per la forte tensione. Nonostante fosse lucido, il suo corpo subiva ancora qualche effetto della cocaina assunta, era fortemente irritabile ed è per questo che aveva riferito a Jimin di non voler più discutere perché conosceva il suo stato, non era la prima volta che gli succedeva. Ci fu un momento di silenzio.

«Credo sia meglio che tu adesso riposa... L'effetto di quella merda è ancora in te, ne sono sicuro» disse Jimin. Tolse le sue scarpe e sommerse il suo corpo dentro le coperte, guardando il soffitto. Jungkook lo guardò durante queste azioni.

«S-scusami ma questo sono io. Sarà meglio che ti allontani prima che sia troppo tardi...» Jimin si girò di scatto verso di lui.

«Scorda quel che è successo poco fa, non mi allontanerò da te, sappilo» informò con decisione.

«D'accordo, fai quello che vuoi. Mi hai già stancato con la tua solita storia» si tolse le scarpe e appoggiò finalmente la sua testa sul cuscino.

«Che c'è, Jungkook? Hai paura di affezionarti a me o, peggio ancora, di innamorarti di me?»

«No. Solo non voglio recare danno ad altre innocenti vite. Non voglio convertire la tua vita in uno schifo. È meglio per te»

«So io, cos'è meglio per me...»

𝑪𝒊𝒄𝒂𝒕𝒓𝒊𝒄𝒆𝒔 | 국민 Nơi câu chuyện tồn tại. Hãy khám phá bây giờ