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«Perchè ho come l'impressione che quel tipo voglia picchiarti selvaggiamente?» domandò Hoseok a Jimin seduto al suo fianco in una panchina dell'atrio.

«Non ne ho la più pallida idea» rispose dubbioso il biondo che non osava alzare lo sguardo nella sua direzione.

Era già passata una settimana da quel fatidico ed improvviso bacio tra loro. I due da quel giorno si evitarono completamente perfino a casa quando il maggiore andava a trovare suo fratello. Jimin era colui che più cercava di evitarlo in tutti i modi mentre Jungkook cercava di restare indifferente alla situazione ma alla fine dei conti anche lui non era poi così indifferente come voleva dare a vedere, proprio come in quel momento dove fulminava il minore con il suo potente sguardo durante la ricreazione.

«Io invece credo che tu ci stia nascondendo qualcosa...» intervenne Taehyung «È successo qualcosa fra voi due ma tu non vuoi dircelo» Jimin negò con il suo capo.

«Vi dico che non è successo nulla, credetemi! Non lo conosco. È solo un fottuto idiota che odia tutti e tutto il mondo!» esclamò il biondo con voce ovvia.

«Sicuro, sicuro, sicuro? Noi siamo tuoi amici, Jimin. Puoi dirci quello che vuoi, non ti giudicheremo anche se fossi amico di quello» Hoseok gettò un'occhiata a Jungkook e questa volta Jimin si girò a guardarlo. All'istante i loro occhi si connessero.

Il corvino si incontrava seduto a qualche metro da lui con la sua sigaretta fra le dita e la sua solita mascherina nera a coprire la cicatrice sotto il labbro che lui stesso aveva avuto l'onore di vedere. Sembrava di essere ritornati ai loro primi giorni quando Jimin lo osservava da lontano e Jungkook neanche sapeva della sua esistenza.

Due perfetti estranei.

«Non lo conosco, vi dico» continuò a dire.

«Va bene. Sappiamo che menti ma non insisteremo... Quando vuoi parlare noi saremo qui per te» Taehyung si alzò per andarsene e anche Hoseok lo seguì, lasciando Jimin seduto solo in quella panchina.

«Funculo... Uffa!» sbuffò passando freneticamente le mani fra i suoi capelli ma all'improvviso un figura si pose davanti a lui, ponendolo in ombra. Alzò il suo sguardo e notò Jungkook dinanzi a sé con un volto totalmente serio. Quest'ultimo finì la sua sigaretta e lanciò per terra, schiacciandola con la suola dei suoi stivaletti. Il più piccolo sbuffò nuovamente con nervosismo.

«E quindi io sarei un fottuto idiota che odia tutti e tutto il mondo?» chiese sarcasticamente Jungkook osservandolo attentamente.

«Non dovresti ascoltare le conversazioni altrui, non è corretto» replicò.

«Anche non dare una risposta è scorretto... Gridavi come vuoi che non ti sentissi?» disse serio.

«Vuoi una risposta? Si, lo sei» ammise trafiggendolo con lo sguardo.

«Oh, ma davvero? E allora perché hai sempre cercato di aiutarmi, di avvicinarti a me se poi pensi questo sulla mia persona?» Jimin strinse i denti e Jungkook lo prese per un braccio, facendolo alzare «Odio le persone, dannazione!... Cammina»

«Ma cosa vuoi fare idiota?!» il più grande si avvicinò a lui.

«Vuoi per caso che tutte queste merde sentano i nostri bei discorsi? È meglio per te se cammini, se non vuoi che io mi arrabbi... Su dai, Jimin. Cammina!» Jimin annuì ma Jungkook continuò a tenerlo leggermente mentre camminavano, fino ad arrivare dietro la scuola. Lì, nessuno li avrebbe ascoltati.

«No, no. Io me ne vado! Se hai intenzione di portarmi nuovamente lì dentro, io me ne vado» il più grande rafforzò la presa.

«Non ti porterò lì dentro. Ti sembro così stupido da portarti in quel casolare proprio ora?» il più piccolo non rispose e Jungkook lasciò il suo braccio.

«Perchè allora siamo qui? Che vuoi?» domandò guardando a terra.

«Le persone adulte parlano, no? Parlano dei loro problemi e li risolvono» il biondo fece un piccolo sorriso.

«Strano detto da uno come te... Sei stato così indifferente durante questa settimana»

«E tu? Che continuavi ad evitarmi come se fossi stato infetto dalla peste?»

«Ti sono mancato?» chiese Jimin.

«Smettila, Jimin. Non giocare perché non è il momento» il corvino si sedette su uno dei gradini della scala antincendio.

«Non sto giocando... Tu a me sei mancato invece» il minore si pose a fianco a lui e Jungkook lo osservò.

«Perchè mi evitavi?» domandò ancora una volta.

«Anche tu lo facevi e poi penso che sia ovvio il motivo...»

«Ah... Il bacio?» Jimin annuì velocemente mentre le sue guance si tingevano di rosso «Oh, beh... Non ne hai mai dato uno?» il più piccolo si limitò a negare «Seriamente?»

«S-si»

«Cazzo. Il Park Jimin dalla lingua lunga e il carattere peperino, è in realtà un verginello senza esperienza... Chi l'avrebbe mai detto?» rise e il biondo pizzicò il suo braccio.

«Non sono mica un puttano come te, eh! Mr. Mi fotto chiunque senza problemi!» parlò direttamente e Jungkook rise di nuovo.

«Non sai cosa ti perdi di questo mondo, Jimin ma giustamente devi curare la tua aura pura» disse ironicamente.

«Neanche ti meriti una risposta, idiota» fece una smorfia e il maggiore non poté che ridere «Uffa!»

«Ritornando seri... Quindi sono io il tuo primo bacio?»

Se Jimin avesse bevuto dell'acqua, sicuramente l'avrebbe sputata a quella domanda.

Arrossì come al suo solito.

«Si, sei stato tu a darmi il mio primo bacio, ok? Va bene? Sei contento adesso? Fanculo» sbuffò.

«Ecco perché baciavi così male...»

«Io? A me non sembrava che ti dispiacesse questo bacio quando mi hai ficcato la lingua in gola!» fece gesti con le sue mani.

«Dovremmo riprovare...» Jungkook si avvicinò e pose le sue mani sulla nuca di Jimin, sfiorando con i pollici le sue soffici guance «Magari notiamo le differenze...» il minore respirò con agitazione.

«Sei un i-idiota...» il maggiore tirò con i suoi denti il carnoso labbro inferiore del più piccolo e in seguito lo baciò a stampo.

Click. Click.

Ma il contatto durò poco, la campanella di fine ricreazione suonò imperterrita e i due si separarono immediatamente. Il biondo si alzò, allontanandosi.

«Jimin!» questo si girò «Non sei poi così male!» disse ridendo.

«Vattene a fanculo, Jungkook!» rise anche lui.

𝑪𝒊𝒄𝒂𝒕𝒓𝒊𝒄𝒆𝒔 | 국민 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora