Capitolo 2

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Ero tornata in Italia per tre settimane, il tempo di fare le valigie, salutare amici e parenti e rinunciare al contratto di lavoro precedente.
In quei giorni avevo fatto la spola fra Firenze e Milano, prima per salutare tutti, nipotina compresa, poi per i preparativi al grande trasloco.

Oggi come sei anni fa, piena di valige, sogni e speranze.

Se in passato la distanza casa lavoro era minima, adesso ero pronta a cambiare Stato pur di intraprendere i miei sogni.
L'idea di trovarmi dall'altra parte del mondo, da sola, con una conoscenza basica della lingua, mi spaventava terribilmente.
Fortunatamente la sera prima della mia partenza feci una telefonata a colei che chiamo La Mia Coscienza.

Desy lavora a Londra da molti anni oramai, è una delle mie più care amiche, è colei che è sempre al mio fianco nel momento del bisogno ed è l'unica che riesce sempre a capirmi e a comprendermi.
Stiamo un paio d'ore in video chiamata, in cui le racconto ogni mio dubbio e preoccupazione e lei, prima di salutarmi, palesa esattamente ciò che volevo sentirmi dire.

"ehi Sisi, lo sai che puoi farcela. Sei una donna forte, determinata e organizzata. Sai che quella che stai ricevendo è un'opportunità unica al mondo e allora lotta con tutte le tue forze per riuscire al meglio delle tue capacità. Io credo in te, ce la puoi fare".

Riusciva sempre a trovare le parole giuste per risollevarmi il morale, per togliermi ogni macigno che sostava sul mio petto.
Così il giorno dopo riuscii ad affrontare tranquillamente le innumerevoli ore di volo che mi attendevano, rilassandomi con qualche film, qualche rivista e preparando qualche outfit da proporre a lavoro.
Atterrata a Seoul recuperai velocemente i bagagli e andai incontro all'autista con il cartellone "Miss Pucci".

Mostrai subito i termini in coreano che avevo studiato nelle settimane precedenti alla mia partenza e intraprendendo una misera conversazione.
Quando la macchina si fermò mi sporsi dal finestrino, ero difronte a un'altissima palazzina con ampie vetrate.
Salii al piano descritto nella mail che mi era arrivata la settimana prima, con la descrizione e l'indirizzo del mio appartamento e del luogo di lavoro, uscii dall'ascensore ed entrai in quella che per i prossimi anni avrei chiamato "casa".
L'appartamento era veramente bello; varcata la soglia si entrava in un'ampia sala con un divano e una televisione, una vetrata illuminava completamente la stanza.
La porta sulla sinistra era l'ingresso della cucina in muratura, davanti un ampio tavolo rotondo.
La porta finestra della cucina portava ad una lunga terrazza che comunicava con la camera da letto. Uscii dalla stanza e percorsi il corridoio, sulla sinistra si trovava la mia camera da letto, sulla destra l'ampio bagno ed in fondo il ripostiglio.

Wow è enorme rispetto al bilocale che avevo affittato a Milano!

Nelle tre settimane successive al mio arrivo in Corea le giornate erano impegnate con lo studio della lingua tramite le lezioni del professor Lee e con lunghe visite di Seul, per affinare il mio orientamento e per farmi praticare le nozioni imparate.

Così arrivò in fretta il mio primo giorno di lavoro.

Quella mattina optai per un abbigliamento casual, jeans skinny a vita alta, tacco comodo, camicetta a 3/4, occhiali da vista e coda di cavallo.

Oltre all'appartamento, l'agenzia mi aveva affidato un'auto con autista per i miei spostamenti lavorativi, ciò non comprendeva però l'arrivo a lavoro e il rientro a casa.
Così mi ero studiata perfettamente le poche fermate della metro che distanziavano casa da lavoro e arrivai facilmente difronte all'immenso palazzo della Big Hit.

Il mio ufficio si trovava al ventisettesimo piano, appena le porte dell'ascensore si aprirono una buffa ragazzina mi venne incontro:

- Salve signorina Pucci, sono Ari il suo braccio destro. Benvenuta nel nostro team.
-  Grazie mille Ari, ma puoi chiamarmi Siena
-  Ah perfetto signorina Siena, allora qui nel database troverà ogni capo che abbiamo a disposizione, nella rubrica del tablet ci sono i numeri di telefono dei fornitori di negozi e showroom. Le è arrivata la mail con il concept della prova abiti di oggi?
-  Si mi è arrivata ieri sera e a proposito di ciò avrei già selezionato questi capi.

Feci vedere le mie idee ad Ari e ne rimase estasiata, avevamo quasi tutto in agenzia e i pochi capi che mancavano li avrei presi io, direttamente in negozio, prima dell'arrivo dei ragazzi.
Dopo tre ore era tutto pronto per la prova costume, i capi erano adeguatamente disposti in ogni carrello e i camerini erano stati spostati al centro dell'ampia sala.

Bussarono alla porta e l'ansia cominciò a salire.

Sette figure entrarono nella stanza, li avevo già visti online e alcuni di loro anche di persona, ma incontrarli faccia a faccia tutti insieme era uno spettacolo paradisiaco.

Ari richiamò la mia attenzione schiarendosi la voce, così andai a presentarmi ai ragazzi.

-  Salve a tutti, io sono Siena, la vostra nuova stylist.

Lo spilungone che avevo incontrato nella sala caffetteria parlò per primo.

- Ah ciao! Quindi hai ottenuto il lavoro, mi fa molto piacere.

Subito dopo anche Hoseok venne a salutarmi:

- Ma ciao! Che bello rivederti (mi strinse in un caloroso abbraccio). Sei migliorata molto con il coreano, complimenti!

Sorrisi timidamente e proseguii con i saluti.

Un ragazzo alto e dalle grosse spalle mi salutò teneramente stringendomi la mano; "io sono Jin, ma puoi chiamarmi Worldwide Handsome".
Concluse la sua frase d'effetto facendo l'occhiolino e contraccambiai con un risolino confuso, scatenando una risata generale da parte del resto dello staff.

Un tipo magrolino che si presentò con il nome di Yoongi fece un inchino, Tae invece mi abbracciò emozionato "Finalmente!!! Sono troppo contento per questa nuova collaborazione ".

Successivamente mi trovai difronte alla figura più bella che avessi mai visto in tutta la mia vita.

Mi fissava con due occhi profondi, nascosti da una montatura finta, troppo grande per il suo volto. Le labbra carnose, di un colorito roseo, attirarono subito la mia attenzione.

Mentre mi stringeva la mano con delicatezza mi sorrise, un sorriso bellissimo che mi spezzò il respiro.

Era tutto troppo perfetto in lui, portamento elegante, indossava un look total black con jeans neri pericolosamente attillati e ampi strappi al ginocchio, maglione a collo alto nero e un giubbotto di pelle (ah, il mio punto debole sono proprio i leather jackets), infine i capelli rosa erano mezzi coperti da un berretto.

Riuscii in tempo a riprendermi da quella visione paradisiaca perché fui costretta a spostarmi per salutare il ragazzo successivo.
Alto, troppo alto rispetto alla mia corporatura minuta, con dei pantaloni della tuta, una t-shirt oversize grigia e una capigliatura scura come la pece.
Teneva lo sguardo fisso sui miei occhi, quasi a incutere terrore, così decisi di inchinarmi elegantemente e lui fece lo stesso.

- Molto piacere, io sono Siena
- Che nome buffo. Io sono Jungkook.

Per un attimo rimasi spiazzata, così decisi di rispondere in maniera carina.

- beh mi fa piacere che lo trovi buffo, spero che ti faccia sorridere ogni volta che lo pronuncerai.

Sfoggiai un sorriso smagliante al ragazzo di fronte a me, che annuì e abbassò lo sguardo.

Forse la mia sfrontataggine fu troppo, perchè notai un certo rossore che gli colorò le guance.

Lo avevo per caso imbarazzato? Beh complimenti Siena, bel modo di cominciare il tuo primo giorno di lavoro! Ora torna in te e mostra a questi ragazzi di che pasta sei fatta!
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Spazio autrice:

Eccoci con il secondo capitolo, in cui Siena si incontra con i ragazzi.

Capisco che stia partendo un po' a rilento questa storia ma fidatevi, l'attesa ne sarà valsa la pena!

Buona Lettura, ci vediamo fra due giorni per il prossimo capitolo! 💜💜

𝘚𝘰, 𝘴𝘩𝘰𝘸 𝘮𝘦 [ 𝘑. 𝘑𝘬 ]     Where stories live. Discover now