Capitolo 63

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Entrai di volata nella macchina dell'agenzia e mi feci accompagnare dall'autista nel centro di Seul sperando di trovare ancora qualche negozio aperto. Erano già le sei di sera e il caldo stava iniziando a scemare nonostante le lievi folate di vento.
Quella sera avrei dichiarato tutto il mio amore per Jungkook, mi serviva un vestito adatto all'occasione.
Avevo ispezionato i miei tre rivenditori d'abbigliamento preferiti senza trovare niente che soddisfacesse le mie esigenze.
Amareggiata e affranta uscii anche dall'ultimo a mani vuote e cominciai a camminare senza una destinazione precisa.
La fortuna mi aveva evidentemente voltato le spalle ed ero oramai rassegnata a dover improvvisare qualcosa dell'ultimo minuto con gli indumenti presenti nel mio armadio.
Svoltai l'angolo e un'improvvisa illuminazione mi accecò, qualcosa di scintillante attirò la mia attenzione così mi avvicinai alla vetrina.

Ecco lì, l'abito perfetto mi ha richiamata a sé.

Un esile manichino perlato era ricoperto da un mini-dress senza spalline in velluto scuro, decorato da minuscole pietre colorate che creavano un effetto molto scenico.
Attirata dalla luce come una falena entrai nel negozio e chiesi di provare l'abito, chiusi la zip laterale, che arrivava precisa all'altezza del seno, e mi voltai verso lo specchio.

Mi calzava a pennello, sembrava essere stato cucito per aderire perfettamente alle mie curve.
La commessa comparve dopo pochi minuti per porgermi un paio di sandali scuri perfettamente abbinati, così, in un attimo di follia, conclusi il mio affare e uscii soddisfatta.

Un'ora e mezzo dopo stavo osservando la mia immagine riflessa nel lungo specchio della mia camera.

Rimasi lì, in piedi, con i capelli eccezionalmente piastrati che ricadevano lunghi e lisci all'altezza delle spalle, la collana con l'iniziale che mi avevano regalato i ragazzi pendeva perfettamente sulla scollatura a cuore dell'abito, i tacchi slanciavano le gambe facendomi sembrare più alta e il trucco a smokey eyes nero dava profondità alle iridi marroni, infine le labbra carnose erano rese lucide e morbide da una passata di burro cacao.

Finalmente sono pronta.

Il campanello della porta risuonò avvisandomi, così mi avviai con la macchina aziendale verso la meta.
Il cuore mi martellava nel petto, ero emozionata e agitata, decisi di scorrere la home di alcuni social per vedere la reazione delle Army al Lotte Family Concert.
Erano impazziti tutti, le foto e i commenti sul gruppo sovrastavano sopra ogni altra notizia, mi rincuorai tranquillizzandomi per aver fatto un ottimo lavoro.

L'alto palazzo dell'agenzia spiccava in mezzo a tutti gli altri, scesi dall'auto e mi avviai verso l'entrata. Per ogni piano che percorreva l'ascensore sentivo l'ansia salire dentro di me, le mani iniziarono a tremare e il respiro accelerava sempre di più.
Le porte si aprirono e un brusio di sottofondo comparve alla fine del corridoio, i miei tacchi picchiettavano sul pavimento fino a che non mi fermai davanti alla porta della sala.

Tirai un lungo sospiro, ma poi mi paralizzai. 

"Sienaaaaaaaaaaa"

Un batuffolo pallido mi corse incontro, Ari indossava un completo di un bellissimo rosa antico, il pantalone a sigaretta, leggermente rialzato all'altezza della caviglia, si collegava a un decolleté a punta in vernice nera del medesimo colore della blusa di seta che, illuminandosi, andava in contrasto con la giacca oversize.

- Mamma mia Ari, quanto sei elegante, questo abbinamento ti sta Dio!
- Grazie Sisi, è bello sentirlo dire da te, ma lo sai che da dietro non ti avevo nemmeno riconosciuta? Ti ha tradita solamente il papavero sul polpaccio.

Diedi una rapida occhiata al tatuaggio che si innalzava sulla mia gamba per poi abbracciarla calorosamente ed entrare insieme nel salone. Tutto il personale dell'agenzia era presente a quella festa. Il buffet si estendeva su chilometri di tavoli addobbati, dalla parte opposta vi era un palco con una consolle e delle luci strobo, infine un'ampia vetrata si connetteva alla terrazza esterna, illuminata da piccole luci e candele che si mimetizzavano con il panorama stellato. 

La mia assistente mi abbandonò per prendere qualcosa da mangiare, a differenza del mio stomaco che si era completamente chiuso, così mi avviai al tavolo del bar e mi feci versare un bicchiere di vino bianco.
Il sapore dolciastro inebriò il palato, la freschezza era perfetta per quell'atmosfera  e decisi di avvicinarmi al balcone per godermelo insieme alla vista panoramica.

I palazzi alternavano le altezze e le finestre semi illuminate creavano una combinazione pittoresca di pieni e vuoti, le strade di Seul erano sommerse di auto che creavano l'eco tipico delle città metropolitane.

Rimasi per un po' appoggiata al parapetto, con lo sguardo all'insù, fino a quando non percepii una presenza avvicinarsi a me. Mi voltai incuriosita, ma trattenni il fiato.

Aveva un abito color porpora, i pantaloni si incollavano perfettamente ai muscoli tonici delle gambe, una fascia di seta bianca gli cingeva la vita stretta e ne racchiudeva la camicia del medesimo colore, un papillon scuro incorniciava il collo. La mano tatuata, che sbucava dalla manica color vinaccia, risalì per spostare lievemente i capelli ingellati mentre ricadevano a ciocche sui bellissimi occhi scuri, profondi come due buchi neri, che mi stavano fissando.

Dio, è come un divinità.

Un sorriso provocante piegò leggermente la sua bocca perfetta, la luce fioca della candela sul bordo del muretto illuminò il neo sotto al labbro inferiore. 

" Ciao paperella".

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Angolo autrice:

Finalmente sapete dov'è scappata Siena 😂
Alla ricerca dell'abito perfetto 😍
Ho cercato di raccogliere nei minimi particolari come mi immagino il suo vestito, il perché lo scoprirete nel prossimo capito 😏
Vi ringrazio per le 4K di letture 😍😘
Lasciatemi una stellina di apprezzamento 🌟
I purple you 💜

𝘚𝘰, 𝘴𝘩𝘰𝘸 𝘮𝘦 [ 𝘑. 𝘑𝘬 ]     Where stories live. Discover now