Capitolo 57

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"Ha detto che sta bene, da ora ci penso io, grazie Jackie."

Gli aveva afferrato il braccio ed entrambi ci eravamo voltati a guardarlo, lui teneva un sorriso dolce e rassicurante, gli occhi erano chiusi in piccole fessure.

"Oh ... va bene", Jackson si staccò da me e Jimin ne approfittò per sorreggermi e farmi appoggiare la testa sulla sua spalla.

"Va tutto bene Sisi, adesso ti porto fuori così prendi un po' d'aria", mi asciugò le lacrime con il pollice, il suo tocco setoso emanava una costante di calore. Percorremmo il lungo corridoio fino a che fummo costretti a fermarci.

Jungkook era fermo lì, in piedi, dove lo avevo intimato a lasciarmi da sola qualche minuto prima e stava osservando la scena con le mani giunte. Incrociammo lo sguardo per alcuni secondi, il mio aspetto doveva essere orribile perché increspò la fronte e tornò a fissare il pavimento.
Inaspettatamente iniziò a parlare .

- Siena, mi dispiace, io.. io non so che dire.
- E allora non dire niente.

Jimin lo interruppe a metà, l'atmosfera si congelò in un secondo.
Il maknae tornò in posizione eretta e lo fulminò con un solo sguardo.

"Hyung, non sono affari tuoi. E' una cosa fra me e lei."

Lampi e saette fuoriuscivano dalle loro orbite mentre continuavano a lanciarsi sguardi glaciali. Mi sarei voluta mettere nel mezzo per interrompere il tutto, ma qualcuno anticipò le mie mosse.

"Si che sono affari miei. Non c'è più un voi, l'hai voluto tu, quindi lasciala in pace" sputò sentenziando prima di riprendere a camminare e trascinarmi di conseguenza, fino a che il mio braccio non fu afferrato di forza dal ragazzo alle mie spalle.

"Siena aspetta, io.." mi voltai, ma con uno scatto Jimin mi tirò a sé rinchiudendomi fra le sue braccia.

Sollevai il capo per guardarlo, sorreggeva lo sguardo di sfida del più piccolo, la mascella stretta in una morsa. Non l'avevo mai visto così infuriato, incuteva davvero paura.

"Jungkook basta! Hai avuto la tua occasione e le hai fatto solo del male. D'ora in avanti ci penserò io a lei e sappi che non ho intenzione di mandare tutto a puttane come hai fatto tu" gridò, mi scostai dal petto di Jimin per osservare la faccia del maknae e, per un secondo, mi sembrò di intravedere un sorriso sulle sue labbra.

"Non avrai mai quello che abbiamo avuto noi."

Mi sentii stringere sempre più forte, aveva capito che assistere a quella discussione mi stava facendo ancora più male.

"Oh lo so, non ti preoccupare. Sarà centomila volte meglio di quello che avete avuto voi, ci puoi scommettere."

Marcò a denti stretti l'ultima frase, mi stampò un bacio in fronte e riprese a camminare.
Aveva il passo veloce e mi fu quasi difficile stargli dietro, poi svoltò di scatto entrando in una stanza e si richiuse subito la porta alle spalle.

"Siena stai bene?"

Sbattei le palpebre confusa perché la mia mente stava rivivendo il ricordo di quello che era appena successo.

"Sisi mi dispiace, ho perso il controllo e ho detto delle cose stupide. Credimi, non voglio approfittarmi di te, non sto facendo tutto questo per entrare nelle tue grazie, voglio realmente mantenere un rapporto di amicizia. E' solo che Jungkook trova sempre il modo di farmi perdere la pazienza e non sono riuscito a trattenermi. Non volevo farlo stare male, volevo solo fargli capire che con te sta commettendo un errore di cui si pentirà per il resto della vita."

La testa riprese a farmi male, delle fitte pulsavano a intermittenza alle tempie.

- Jimin smettila, ha detto che non mi vuole, è tutto inutile.
- Non arrenderti Siena, io so che lui ti ama ancora.
- Non è vero, quando l'ho sfiorato si è scansato evitandomi, come se fosse appena stato bruciato. Prova solo disgusto per me.
- Siena io.. io sono convinto che nel suo cuore ci sia ancora posto per te. Non so che cosa gli sta passando per la mente, un mese fa mi raccontava di tutte le sensazioni che gli facevi provare, che grazie a te aveva capito il significato della parola amore, che si sentiva amato per chi era realmente. Vorrei capire cosa l'ha fatto cambiare dal giorno alla notte. E' tornato il ragazzino di prima, che scappa dalle responsabilità invece di affrontarle.
- Jimin basta, ti prego. Portami a casa, non ce la faccio più a stare qui.

Rientrammo nella sala in cui i ragazzi stavano ancora brindando, cercammo silenziosamente di raccogliere le nostre cose prima di tornare a casa, ma Tae richiamò la mia attenzione.

"Sisi che hai fatto? Hai la faccia stravolta" mi prese il viso fra le mani e si avvicinò per studiarlo meglio. Le lunghe dita affusolate lisciarono le mie guance, iniziò a strizzarle talmente tanto che la mia visuale si oscurò.

- Taetae finiscila, non vedo niente!
- AHAHAHAHAH Jimin-ah guardala, così assomiglia a te.

Scostai la mano di Taehyung appena in tempo per vedere quei due adorabili ragazzi che mi sorridevano prendendosi gioco di me, si aggiunse a noi per la cena così passammo un'intera serata a ridere e scherzare per poi crollare esausti sul divano davanti a un film.

Mi svegliai di botto nel bel mezzo della notte, un incubo mi aveva tormentato talmente tanto da farmi sudare freddo, così mi spostai dal divano, stando attenta a fare meno rumore possibile, per raggiungere la cucina e prepararmi una bevanda calda.

Presi un paio di coperte con cui coprire i due che stavano ronfando, poi, con la tazza fumante in mano, attraversai il salotto e uscii sulla terrazza.

L'aria fredda della notte mi pizzicava la pelle, un manto stellato mi sovrastava facendomi sentire piccola e sola.
Lo stesso oceano, formato da milioni di stelle lucenti, che settimane prima aveva assistito al momento più bello della mia vita mi stava ora osservando nella mia completa solitudine.

Mi sentivo in colpa per quello che si erano detti Jimin e Jk, ma ciò che faceva più male era la rassegnazione. Non sarebbe più stato mio.
Quelle labbra non avrebbero più sfiorato le mie, quelle mani non mi avrebbero più toccato, né con dolcezza né con passionalità; quegli occhi non mi avrebbero più cercato in mezzo a una folla di gente, non avrebbero più incrociato il mio sguardo e non avrebbero più fatto spuntare i due incisivi da coniglio che lo contraddistinguevano.

Mi sarebbe rimasto solo un senso di vuoto incolmabile e insostituibile.
Perché Jungkook non si poteva sostituire con nessun'altro.
Le sensazioni, le emozioni e l'amore che mi aveva fatto provare non l'avrei più ritrovato.

Non pensavo che mi sarei mai legata cosi tanto a una persona, eppure era successo. I miei pensieri furono interrotti da un richiamo.

"Papera, che stai facendo qui fuori?"

Il modo in cui mi aveva chiamato mi immobilizzò. 

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Angolo autrice:

Un capitolo un po' più triste rispetto agli altri, ma ci voleva 🤗
Mi starete odiando tantissimo per aver fatto smattare Jimin e Jk ma dovete comprendere la situazione 😌
Cercherò d'ora in avanti di fare capitoli un po' più lunghi, spero che possiate apprezzarli di più 💜
Secondo voi chi avrà interrotto il momento di riflessione di Siena?
Sono curiosa di sapere le vostre previsioni 🥳
Lasciatemi una stellina 🌟

𝘚𝘰, 𝘴𝘩𝘰𝘸 𝘮𝘦 [ 𝘑. 𝘑𝘬 ]     Where stories live. Discover now